"Conflitti culturali in una classe con studenti immigrati"
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In questo saggio l’autore affronta il tema dei possibili conflitti culturali nelle classi con allievi immigrati, sulla base di due dicotomie: cultura/civiltà e multiculturalismo/interculturalismo. Dopo aver descritto sinteticamente il ruolo della dimensione culturale nella didattica delle lingue, evidenziandone l’evoluzione dagli anni Trenta (Malinowsky, Firth) fino agli anni Novanta (Hofstede), l’autore affronta con occhio critico la prima dicotomia: cultura/civiltà. Se da un lato la cultura è la risposta originale di un popolo ai bisogni primari, dall’altro alcuni modelli culturali sono sentiti da ciascun popolo come irrinunciabili, e sono pertanto ritenuti “incivili” modelli culturali alternativi. Riprendendo le parole dell’autore: “per i modelli culturali non si litiga, al massimo ci si stupisce; per i modelli di civiltà si è pronti a lottare, perché rappresentano l’essenza intorno alla quale un popolo si riconosce come tale”. A partire da tali considerazioni, si propone un atteggiamento di apertura e interesse verso la diversità culturale, e la disponibilità a “lasciarsi contagiare” da modelli culturali diversi, a meno che non entrino in conflitto con i nostri modelli di civiltà. Nell’affrontare la seconda dicotomia (multiculturalismo/interculturalismo), l’autore riprende e chiarisce la differenza tra “tolleranza”, “rispetto” ed “interesse” per l’altro da sé, e ritiene che solo un atteggiamento di interesse per la diversità, che presuppone studio, fatica e disponibilità a mettersi in discussione, può portare all’interculturalismo. Mentre in una scuola multiculturale una cultura diversa è solamente accettata e rispettata, in una scuola interculturale la diversità diventa motivo di interesse, ricerca, confronto, decentramento del punto di vista. In sintesi, questo saggio contribuisce a gettare le basi per una scuola interculturale, offrendo spunti di riflessione interessanti per il difficile processo d’integrazione scolastica degli alunni immigrati.
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