Le Microlingue
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Il modulo si articola in due sezioni: la prima parte è più teorica, e descrive la natura della microlingue, la seconda parte si avvicina ad una fase più operativa. Nella prima parte si propone di focalizzare i punti nodali della tematica relativa alle Microlingue: partendo da una definizione del termine, le due autrici propongono dapprima una riflessione sulla natura e sulla differenza tra gergo e linguaggio settoriale, successivamente si soffermano sul ruolo dell’insegnante, sulle sue competenze e sulla sua capacità di attuare una didattica collaborativa, ed infine su come deve articolarsi un curricolo di microlingua e su quali caratteristiche deve basarsi. Nella seconda parte si procede ad un’analisi delle microlingue dell’arte, del turismo e delle microlingue scientifico-professionali. Di ciascuna di queste si propone un’analisi delle peculiarità morfosintattiche, testuali e lessicali, sottolineando la generazione dei termini e prendendo in esame anche le caratteristiche extralinguistiche. Ciascun settore inerente alle microlingue del turismo, dell’arte e dell’ambito scientifico-professionale è corredato da esempi operativi, della Unità di acquisizione che illustrano la metodologia per una didattizzazione dei testi di microlingue. Il modulo si conclude con un repertorio di manuali esistenti in commercio sull’argomento e di riferimenti a siti internet che trattano di microlingue. Il saggio di presenta come un mezzo per prendere in esame gli elementi distintivi delle microlingue sia epistemologiche che professionali e si pone come un input per creare nei docenti una forma mentis utile per affrontare in classe la didattica delle microlingue. Si devono ad Elena Ballarin i capitoli 1-2-5, a Paola Begotti i capitoli 3-4-6
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