“La figura e la formazione dell’insegnante di italiano LS”
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Il saggio inizia con la presentazione di alcuni dati interessanti che rappresentano lo stato della
richiesta e offerta di lingua italiana nel mondo, ma anche dati relativi alla motivazione e la
provenienza dei discenti. Secondo l’analisi, denominata Italiano 2000, sono aumentati
notevolmente gli iscritti ai corsi di italiano negli IIC e circa la metà degli studenti sono di origine
italiana. All’estero l’offerta formativa dell’italiano è molto diversificata (IIC, Università Straniere
scuole italiane all’estero ecc.). “Da questa panoramica emerge che l’italiano all’estero sembra
quindi avere i tratti di quel fenomeno che Balboni definisce “insegnare e apprendere le lingue in una
società complessa”. In seguito vengono presentati dei dati significativi sulla formazione degli
insegnanti di LS, per esempio, solo il 42 % del totale dei docenti ha avuto una formazione in
didattica dell’italiano a stranieri. Nelle sue riflessioni sulla qualità dell’insegnante, l’autore fa
riferimento a diverse ricerche fatte da CERI (Centre for Educational Research and Innovation),
ENTEP(European Network on Teacher Education Policies)ecc. L’autore sostiene che occorre
“tracciare un profilo di insegnante che riesce a svolgere in maniera adeguata all’interno di una
società complessa” e riporta le principali caratteristiche dell’insegnante di qualità riassunte da
Margiotta: conoscenza degli specifici settori disciplinari e del contenuto dei programmi,
competenze didattiche, capacità di riflessione e di autocriticità, empatia, competenze gestionali. “La
formazione del glottodidatta è necessariamente interdisciplinare”. L’insegnante può avere diverse
funzioni e coprire diversi ruoli, ma come conclude l’autore “l’oggetto lingua stesso, quindi, per le
sue particolarità e per la sua peculiarità come espressione dell’umanità ci “costringe” ad essere
educatori nel senso più largo del termine”.
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