Febbraio 2016  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
La formazione in contesto penitenziario. Percorsi di lingua e insegnamento a detenuti stranieri in Italia di Matteo La Grassa

AUTRICI: G. Sciuti Russi, S. Carmignani

TITOLO: La formazione in contesto penitenziario. Percorsi di lingua e insegnamento a detenuti stranieri in Italia

CITTÀ: Pisa

EDITORE: Pacini

ANNO: 2015

 

Il volume di Sciuti Russi e Carmignani presenta i risultati delle attività di ricerca e didattica portate avanti dalle autrici nell’ambito del progetto DEPORT Oltre in confini del carcere: portfolio linguistico-professionale per i detenuti, sotto il coordinamento scientifico di Antonella Benucci. Il progetto, unico nel suo genere in Italia, ha raccolto una ingente quantità di dati “sul campo” indagando numerosi aspetti relativi all’apprendimento/insegnamento dell’italiano L2 in carcere, spaziando dall’analisi in chiave pragmalinguistica delle comunicazioni realizzate in contesto penitenziario, alla produzione di sillabi e materiali didattici specifici, fino alle questioni relative all’elaborazione di una certificazione linguistica rivolta a detenuti stranieri.

Il volume di Sciuti Russi e Carmignani si focalizza in particolare sui temi che riguardano la formazione dei docenti e l’insegnamento dell’italiano L2 in carcere. Il lavoro è diviso in due sezioni, ciascuna incentrata sui due principali attori che intervengono nel processo di apprendimento e insegnamento di una lingua non materna: il docente e l’apprendente.

Sulle competenze richieste al docente che opera con detenuti e sulle caratteristiche dei contesti penitenziari si incentra la prima sezione del volume.

Il capitolo I inquadra le questioni affrontate a partire dalla descrizione dell’istituzione carcere, commentando i risultati emersi da questionari di rilevazione sottoposti a vari istituti in diverse parti d’Italia e mettendoli in relazione con la normativa vigente sui detenuti stranieri e i loro diritti all’istruzione e alla formazione. Ne viene fuori un quadro eterogeneo in cui affiorano segnali di maggiore attenzione al ruolo della formazione linguistica dei detenuti stranieri, accanto alla persistenza di ben noti ed evidenti limiti di strutture e risorse ad essa dedicate. Tenuto conto del contesto delineato, le autrici definiscono il profilo del docente che opera con detenuti stranieri, facendo anche riferimento al documento europeo Profile che descrive le competenze dei docenti di lingue non materne. Le peculiarità di chi insegna in ambito penitenziario sono di tipo diverso, tra cui quelle di natura “psicologica ed emozionale”, ritenute dalle autrici di primaria importanza per questo profilo di docenti. Il capitolo passa poi a descrivere teorie dell’apprendimento e metodi glottodidattici fornendo alcune indicazioni su come essi possano essere adottati in contesto penitenziario.

Il capitolo II, dopo aver presentato le caratteristiche generali delle sedi scolastiche carcerarie, passa a definire il profilo dell’apprendente adulto straniero in carcere facendo riferimento al modello dei bisogni linguistico-comunicativi e dei contesti di comunicazione individuati da Vedovelli[1] per il profilo immigrato adulto. A partire da questo modello le autrici descrivono l’articolazione dei bisogni dell’apprendente detenuto immigrato, fornendo in questo modo un utile elenco dei possibili contesti di comunicazione divisi per domini che si rivela di grande utilità per quanti dovranno operare in ambito penitenziario ed elaborare percorsi formativi. Il capitolo si conclude con la presentazione del profilo del detenuto adulto analfabeta o con scarsa alfabetizzazione in lingua madre, per cui si rende necessaria la realizzazione di percorsi formativi specifici. Le autrici sottolineano, in generale, l’importanza di identificare le caratteristiche degli apprendenti e di proporre percorsi di alfabetizzazione funzionale prestando particolare attenzione agli aspetti di didattica interculturale.

Il capitolo III sposta l’asse di interesse sulla didattica dell’italiano settoriale in carcere. Nell’ambito del progetto DEPORT, infatti, a partire da una identificazione dei settori lavorativi di potenziale interesse per i detenuti, sono stati realizzati corsi di italiano settoriale. Le autrici riportano le scelte metodologiche adottate nel loro lavoro mediante la descrizione di un corso per operatore dell’industria alimentare tenuto presso la Casa Circondariale di Siracusa. Il capitolo si conclude con la presentazione di una indagine conoscitiva indirizzata ai docenti sulle loro esperienze pregresse e sulla valutazione dell’esperienza svolta in carcere. I dati contribuiscono a definire meglio sia le competenze glottodidattiche sia le conoscenze dell’ambiente penitenziario e delle figure che vi interagiscono che il docente di italiano L2 a detenuti stranieri deve conseguire.

Il capitolo IV introduce un nuovo elemento nella formazione del docente: il ruolo delle nuove tecnologie e della formazione a distanza. Grazie all’utilizzo della piattaforma Adobe connect è stato possibile sia realizzare attività di formazione a distanza per i docenti con un approccio collaborativo, sia diffondere in itinere i risultati e aggiornare tutti i soggetti interessati sull’andamento del progetto. Il capitolo si conclude con una accurata presentazione dei dati emersi da questionari informativi rivolti ai docenti e focalizzati specificamente sulle metodologie, le azioni didattiche, le tecniche adottate all’interno dei corsi.

La seconda parte del volume prende in esame in maniera specifica la formazione dell’apprendente detenuto straniero, descrivendo in quest’ottica anche i prodotti realizzati nell’ambito del progetto DEPORT.

Il capitolo I si focalizza sull’ambiente di classe. Le autrici considerano il modello di descrizione degli eventi comunicativi di Hymes come il riferimento a partire dal quale  descrivere le specificità delle interazioni e degli eventi comunicativi che si realizzano nelle classi di italiano L2 all’interno degli istituti penitenziari. Successivamente, sulla base di schede osservative utilizzate dai docenti dei corsi, vengono rilevati e commentati alcuni atteggiamenti messi in atto dagli apprendenti detenuti durante le lezioni: emerge la forte eterogeneità, anche in termini di stili di apprendimento, che caratterizza queste classi di italiano L2.

Il capitolo II descrive la struttura dei materiali didattici realizzati e utilizzati all’interno dei corsi, presentando nello specifico una unità didattica. Tenendo conto del profilo di apprendente già delineato all’interno del volume, vengono esplicitate le scelte metodologiche fatte in merito ai contenuti trattati, al livello di competenza considerato, alle abilità sviluppate e alle tecniche utilizzate. 

Il capitolo III presenta la struttura di un altro importante prodotto del progetto, il Portfolio linguistico professionale DEPORT, elaborato in collaborazione con il Centro CILS dell’Università per Stranieri di Siena. Il capitolo sottolinea la funzione in primo luogo formativa e motivazionale, che può assumere questo strumento, oltre a quella valutativa che valorizza anche le competenze e le abilità parziali acquisite dagli apprendenti. Successivamente le autrici si soffermano sulla descrizione dei risultati delle prove linguistiche svolte per il conseguimento del Portfolio, senza tacere le criticità incontrate per la loro corretta somministrazione e validazione.

Il volume è corredato in appendice dai questionari, le schede valutative, le prove di competenza linguistico-comunicativa utilizzati per la rilevazione dei dati presentati nei vari capitoli.  

Insieme ad altri lavori del gruppo di ricerca coordinato da Benucci, tra cui ricordiamo il recente Plurilinguismo, contatto e superdiversità nel contesto penitenziario italiano di Benucci e Grosso, il volume di Sciuti Russi e Carmignani rappresenta un tassello importante per la descrizione della realtà penitenziaria italiana messa in relazione con le tematiche dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2. Esso rappresenta, inoltre, un utile strumento di lavoro per quanti si occupano o intendono occuparsi come docenti o autori di materiali didattici della didattica dell’italiano L2 in carcere. 

 

 

 


[1] Massimo Vedovelli, 2010, Guida all'italiano per stranieri. Dal Quadro comune europeo per le lingue alla Sfida salutare. Roma, Carocci.

 

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