Novembre 2009 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
AUTORE: F. Fabbro
TITOLO: Neuropedagogia delle lingue. Come insegnare le lingue ai bambini.
CITTÀ: Roma
EDITORE: Astrolabio
ANNO: 2004
L’opera, suddivisa in otto capitoli, è rivolta a genitori e insegnanti che credono nell’educazione plurilingue e affronta alcune questioni legate all’acquisizione linguistica secondo una prospettiva neuroscientifica. Il primo capitolo, dopo una breve introduzione delle principali componenti del cervello umano, descrive le tappe di maturazione cerebrale sin dai primi giorni di gestazione, riportando interessanti neuroimmagini. I capitoli 2, 3, 4 e 5 delineano le tappe di acquisizione della LM (dal riconoscimento di suoni linguistici durante la vita fetale allo sviluppo dell’espressione vocale, fino al raggiungimento delle abilità più complesse) mettendole in relazione con precise strutture neurologiche (in particolare la memoria implicita, che si sviluppa entro i tre anni di vita e supporta l’acquisizione della fonologia e della morfosintassi, e la memoria esplicita, che matura dai due ai sei anni ed è responsabile dell’acquisizione lessicale). Viene affrontata anche la questione dei periodi critici per l’acquisizione di una o più lingue, i quali sono probabilmente legati a processi maturativi neurobiologici (mielinizzazione, sinaptogenesi, ecc…). Infine, vengono descritte interessanti ricerche su soggetti bilingue, i cui risultati portano a credere che la L1 e la L2 siano rappresentate nelle stesse strutture cerebrali, se entrambe acquisite prima dei tre anni e secondo modalità implicite.
Gli ultimi capitoli offrono alcune riflessioni sull’insegnamento delle lingue straniere alla luce della ricerca neuroscientifica: l’A. afferma l’importanza dell’accostamento precoce alle lingue straniere secondo metodologie didattiche che facciano leva sui sistemi di memoria implicita, rispettando la neurologia del bambino. L’opera risulta chiara e di facile lettura, anche per chi non conosce il linguaggio neuroscientifico, e offre interessanti spunti sia per insegnanti sia per ricercatori nel campo della glottodidattica.