Giugno 2009 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
AUTORI: J. Taylor
TITOLO: The MINIMAX Teacher
CITTÀ: Delta
EDITORE: Peaslake
ANNO: 2001
A leggere il titolo, siamo sinceri, un insegnante dubita del contenuto: cosa potrebbe mai celare un volume con un titolo così bizzarro: MINIMAX TEACHER? In realtà il termine minimax, che deriva dalla teoria dei giochi, ha lentamente contaminato la macrolingua e si potrebbe tradurre con “capace di ottimizzare”.
Il minimax teacher è un insegnante che non spreca tempo: non parla sopra/al posto degli studenti; sfrutta quanto più possibile un testo come risorsa (per esercitare le abilità e analizzare le grammatiche) e si prodiga affinché le energie (cognitive) dello studente non siano sottostimate.
A sfogliare il testo di Taylor si rimane affascinati dalla ricercatezza: c’è una sobrietà nell’esposizione (il lettore gliene rende merito) direttamente proporzionale alla precisione e al grado di approfondimento di ogni tecnica.
Oltretutto l’autore, suo malgrado, crea una sorta di libro invisibile all’interno del libro. Molte attività sono impostate come percorsi circolari: gli studenti vengono esposti ad un input –lo elaborano, lo analizzano, lo interpretano– per poi, alla fine, giungere a un testo più esteso, di cui l’input è parte. Si tratta di un’operazione, a nostro avviso, gestaltica: il punto di arrivo coincide con la partenza e il cerchio si salda (la ricerca didattica non ha ancora dato spazio a questo effetto loop, che risulta ben accetto agli studenti).
C’è un’attenzione diffusa, oltretutto, ad alcune questioni pedagogiche attualissime: la gestione di una pluriclasse, l’allestimento di attività personalizzate (mediante le quali lo studente ha modo di parlare di sé), il lavoro tra pari, il far leva sull’immaginazione.
Insomma, un testo nuovo, che ha un effetto-domino: sollecita la creatività di chi lo legge.