La ricerca scientifica sottolinea da anni come il concetto di sapere una L2 sia complesso e frastagliato al suo interno. Diversi sono i domini che caratterizzano nella mente/cervello dei parlanti quello che comunemente chiamiamo “sapere” o “conoscere” una seconda lingua. Se gli esiti di questi processi sono ascrivibili a tre domini diversi, il “sapere” (competenza), il “saper fare” (capacità) e il “conoscere” (conoscenza metalinguistica) una seconda lingua (Nuzzo-Rastelli 2011), è necessario interrogarsi sul ruolo della riflessione metalinguistica nell’apprendimento e nell’acquisizione delle lingue non materne.
Fare grammatica è “essenziale”, “fondamentale”, “irrinunciabile” nell’educazione linguistica in L1 (Balboni 2018); lo è anche nella classe di L2/LS perché permette di monitorare la produzione e di correggerla consapevolmente (Dulay-Burt-Krashen 1982), potenzia il “noticing”, la registrazione consapevole di specifici segmenti di lingua (Schmidt 2010) e aumenta la produzione di forme corrette la cui frequenza può portare all’automatizzazione delle medesime (Paradis 2009).
La Grammatica valenziale può rivelarsi utile per questi scopi in glottodidattica. Il modello è rigoroso dal punto di vista scientifico e alcune sue categorie e principi descrittivi sono ampiamente condivisi da tutta la linguistica contemporanea (Andreose 2017); è pedagogico, perché alla portata degli apprendenti ed efficace nella classe di lingua (Camodeca 2011; Pona 2016); è motivante e permette un approccio induttivo e multimodale all’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2.
Scansione delle attività
Mattino h. 11.00 – 13.00
Prima parte Acquisire lingue non materne. Il ruolo della riflessione metalinguistica nella classe di italiano L2/LS
Pomeriggio h. 14.30 – 18.00
Seconda parte LAB – La Grammatica valenziale nella classe di italiano L2/LS
Relatore: Alan Pona