“Le ‘culture’ nella classe di lingua”
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Il saggio si colloca all’interno di un volume che raccoglie ventitré saggi in onore di Katerin Katerinov (vedi scheda) e prende le mosse proprio dalla caratteristica di questo studioso di origine bulgara, docente di russo, e poi diventato uno dei più importanti glottodidatti dell’italiano a stranieri. Dolci prende le mosse dalla relazione tra lingua e cultura (centrale nella scuola freddiana da cui proviene), articolando quest’ultima in “Cultura” con la “C” maiuscola (le opere dell’ingegno di un popolo), in “cultura” quotidiana (in accezione antropologica) e in “culture”, riferendosi alla dimensione interculturale che nasce dall’incontro, contatto, contaminazione tra le culture e che sempre di più caratterizza il nostro secolo e quindi la didattica delle lingue. L’A. passa poi a ricordare il ruolo della competenza socio-culturale nell’ambito della competenza comunicativa così come è stata delineata da Hymes, ma nota anche come l’accentuazione socio-pragmatica abbia spesso finito per escludere dal processo di insegnamento delle lingue quella dimensione letteraria (o “poetica” per dirla con Halliday e Jakobson) che consente alla competenza “comunicativa” di divenire anche competenza “espressiva”. Il terzo passaggio del saggio di R. Dolci riguarda la costruzione della consapevolezza interculturale, “la capacità di saper riconoscere, ma anche di saper accettare e di sapersi adattare ai nuovi modelli culturali ed eventualmente modificare il proprio sistema di valori” (p. 206); particolarmente interessante, infine, è l’analisi dell’elemento (inter)culturale nel Quadro europeo e negli Standard for Foreign Language Learning, l’omologo americano del QCER cui molto raramente si fa riferimento nella glottodidattica italiana.
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