Novembre 2011 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
(contributi di Caterina Bertelli, Christine Hobbs, Dorella Giardini, Grazia Musumeci, Laura Cusimano, Matilde Sciarrino, Raffaella Mencherini, Rosa Caciotti, Sabina Salari, Sara Biscioni, Sara Pisani, Sarah Corelli, Silvia Maneschi, Silvia Scolaro)
ABSTRACT
Quello che segue non è un vero e proprio saggio, ma la sintesi della discussione svoltasi nel sito della Comunità dei Diplomati del Master di 2° livello durante il mese di aprile 2011. La riportiamo per intero in quanto la riteniamo utile per sottolineare quello stretto legame fra teoria e pratica che l’interazione nella comunità di pratica porta con sé e di cui abbiamo parlato a più riprese nei saggi precedenti.
In coda viene riportato l’elenco dei materiali caricati nel repository della discussione dai membri della comunità.
Abbiamo volutamente lasciato la grafia e l’organizzazione delle frasi degli interventi originali visto che spesso questi accorgimenti trasmettono l’enfasi e il “colore” che l’estensore ha voluto dare loro.
Carissime, anche se il forum rimane aperto e mi auguro che proseguiremo a confrontarci su questo tema così “controverso”, ho pensato di sintetizzare un po’ le nostre riflessioni fino ad oggi e le ho organizzate in questo documento. Mi scuso per le omissioni (involontarie) e vi prego di segnalarmi inesattezze/errori /aggiunte, ecc.
Siamo partiti da una riflessione su cosa e come valutare. Le nostre esperienze ci hanno portato a capire quanto sia difficile stabilire i criteri di valutazione, sia per chi insegna L2 che per chi insegna LS… e anche per chi è in bilico fra le due realtà (L2/LS).
Gli strumenti di valutazione credo siano la concretizzazione di tutto il nostro parlare sulla valutazione: infatti il lato "tragico" della valutazione è che tutta la teoria si deve concretizzare in un espressione, spesso puramente numerica, che dovrebbe tradurre il nostro lungo filosofeggiare... ed è questo il momento in cui ogni buon insegnante preferirebbe darsi alla macchia!” (Paola)
Negli Stati Uniti si QUANTIFICA tutto: la didattica tanto quanto la valutazione, con tanto di calcoli in percentuale e perfino sistemi di arrotondamento matematici davvero impressionanti, mentre per noi italiani il criterio QUALITATIVO è il fondamento della didassi. (Dorella)
Conosco la logica dei "PUNTI" e di quanto siano pericolosi per la valutazione delle competenze (di quella comunicativa soprattutto!) (Grazia).
È emerso come il sistema culturale di riferimento dei nostri studenti influisca sul loro approccio a valutazioni e verifiche:
Purtroppo, molti studenti cinesi danno grandissima importanza al test e alla sua valutazione e questo è dovuto secondo me alla forte influenza della cultura da cui provengono, infatti i cinesi cominciano a fare test da piccolissimi, anche per accedere alle scuole materne. Ho spesso pensato se fosse possibile eliminare questi test, ma sembra che sia difficile. Infatti, spesso, sono proprio i genitori degli studenti più preoccupati del voto, degli studenti stessi e telefonano alla scuola regolarmente ogni settimana per sapere i risultati del/della proprio/a figlio/a, spesso figli unici e benestanti. A volte ho notato che il test e' uno dei motivi che spinge a studiare, a impegnarsi di più. Insomma, un po' il test e' anche un fattore che alza la motivazione. (Silvia-cina)
Come in Cina e negli USA, qui [in Honduras] l'ESAME è praticamente il motore della classe, dello studio, ecc. (sono d'accordo che anche se può sembrare deleterio, ha i suoi lati positivi) il VOTO… il NUMERO...anche decimale ...rappresenta la maggior preoccupazione degli alunni in generale... ma anche qui le tendenze cominciano molto lentamente a cambiare e si parla sempre più di competenze... e quindi di una valutazione più formativa e meno.... quantitativa... almeno in questa linea va il curricolo che mi hanno affidato. (Christine)
La valutazione deve strettamente valutare gli elementi linguistici e lessicali visti durante il corso? o gli elementi grammaticali (per esempio) possono essere applicati anche a contesti leggermente differenti? (Laura Cusimano)
Verifica quantitativa e/o qualità ci portano ad un’altra domanda: cosa valutare?
In qualità di facilitatrice seguo ragazzi e bambini in laboratori di prima alfabetizzazione e in genere (e io preferisco!) gli insegnanti lasciano a me il compito di valutare gli alunni in base al percorso fatto con me e agli obiettivi raggiunti. Nei gruppi di italiano per lo studio la situazione è più complessa, dato che le aspettative degli insegnanti di classe a volte sono molto alte, a volte addirittura troppo basse (e volano 8 e 9 come niente!)...inoltre c'è davvero il problema di cosa valutare (il contenuto, l'espressione, entrambi ecc.). (Raffaella)
E’ emersa a questo punto la differenza fra lingua per lo studio e lingua della comunicazione e la relativa difficoltà a valutare entrambe, sia che si lavori in contesto LS che L2.
Purtroppo in contesto LS non si riesce quasi mai a passare dalla lingua di studio a quella della comunicazione. La valutazione è precipuamente della lingua di studio. Recentemente, ho provato a trasformare l'italiano in lingua della comunicazione sfruttando la presenza di nativi (Silvia).
Nell'anno scolastico 2005/2006 abbiamo avuto una svolta perché ci sono venute in soccorso le Linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri dove si diceva. "Il collegio dei docenti definisce, in relazione al livello di competenza dei singoli alunni stranieri, il necessario adattamento dei programmi di insegnamento" (riprendendo art.45, comma 4 DPR 394 del 31 agosto 1999) e proseguiva: "Benché la norma non accenni alla valutazione, ne consegue che il possibile adattamento dei programmi per i singoli alunni comporti un adattamento della valutazione [...] i piani individualizzati prevedono interventi di educazione linguistica e di messa a punto curricolare. [..] In questo contesto, che privilegia la valutazione formativa rispetto a quella 'certificativa' si prendono in considerazione il percorso dell'alunno, i passi realizzati, gli obiettivi possibili, la motivazione e l'impegno e, soprattutto, le potenzialità di apprendimento dimostrate". (MIUR 2005: 16-17) (Caterina).
Le linee guida pongono l'accento sulla rilevazione e delle competenze pregresse e di quello che il discente sa già e sa fare, a vantaggio di una certificazione formativa e non sommativa, indirizzandosi anche verso il criterio della valutazione delle competenze sociali, interazionali e comunicative, come il QCER raccomanda. Secondo me la scuola non è pronta per fare questo passo (Sabina).
Per quanto riguarda la verifica, credo che il ‘Task’ possa rappresentare una soluzione al problema. Così come inteso nel QCE, nel ‘Task’ il risultato può anche non essere linguistico, ma le operazioni per realizzarlo sono linguistiche, a partire dalla semplice decodifica delle istruzioni da seguire per la sua realizzazione. Nel ‘Task’ si può chiaramente discernere la parte linguistica e quella operativa, che, in ambito Clil, è prettamente disciplinare. In merito alla vera e propria valutazione, invece, è opportuno ricorrere a descrittori sia per le attività comunicative sia per le conoscenze/competenze disciplinari e inserirli entrambi in una unica griglia per arrivare ad una valutazione integrata (Matilde)
È emersa una sorta di inadeguatezza del sistema educativo, un
abisso che c'è tra le parole scritte (adattamento dei programmi, valutazione formativa ecc.) e la realtà, almeno la "mia" realtà. (Raffaella)
oltre ad una certa confusione nello stabilire chi deve valutare:
Penso anche che la confusione nella valutazione rispecchi la confusione generale che a scuola vige in tema "stranieri". Chi deve valutare? Il facilitatore o l'insegnante disciplinare? E al solito, cosa si deve valutare, la lingua o i contenuti? E se l'alunno è da troppo poco tempo in Italia per accedere ai contenuti disciplinari, come lo si valuta? Quale insegnante ha veramente la possibilità, nel marasma massacrante in cui dobbiamo galleggiare ogni giorno, in preda sempre a una nuova emergenza, di programmare percorsi realmente calibrati sulle possibilità dell'alunno, se in classe deve seguire tanti alunni molti dei quali necessiterebbero, per ragioni diverse, ciascuno di percorsi personalizzati? Fondamentale sarebbe mettersi a tavolino e programmare seriamente per tempo, fare tesoro delle esperienze degli anni passati per non essere impreparati l'anno successivo. E come se ogni anno ricominciamo da capo da qualche altra parte e in altro contesto? (Rosa).
Le nostre perplessità riguardano anche la politica dell’inclusione del nostro sistema educativo che garantisca a tutti il diritto allo studio. Ma si registra anche in alcune realtà
una generale stanchezza nei confronti della didattica della L2, dell'intercultura, da parte degli insegnanti, complice anche, forse, il calo degli studenti NAI. Questo, ovviamente, mette in pericolo anche tutti i discorsi sulle CALP, le programmazioni individualizzate, ecc. (Sara Biscioni)
all’interno di un sistema che
penalizza in qualche modo anche gli studenti italiani. Gli studenti sono considerati ancora come vasi da riempire di informazioni e non come soggetti attivi che possono crescere sulla base del cammino che stanno facendo. Quando la scuola italiana uscirà da questo modo di vedere le cose, allora riusciremo a coinvolgere tutto il consiglio di classe nel processo di formazione e crescita dello studente. (Sarah Corelli)
Abbiamo a lungo dibattuto sui vari tipi di certificazione ed è emerso quella sensazione di inadeguatezza che ci accompagna spesso quando siamo chiamati ad esprimere un giudizio:
quando sono io a fare parte della commissione di esame, mi sento molto "non-idonea". (Silvia-cina)
io per prima ho rinunciato a lavorare quando si è trattato di farlo male (Sara Pisani)
ma soprattutto è emerso che, per quanto riguarda il test per ottenere il permesso di soggiorno,
il punto più controverso del test per il permesso è, secondo me, averne delegato l'elaborazione a soggetti diversi in base alle regioni (talora la commissione della prefettura come scrive Sarah, talaltra i singoli Ctp) e soprattutto non sempre competenti. Credo che elaborare un test di livello non sia cosa facile; e non è scontato che in tutti i Ctp lavori personale competente (lo so per certo). Perché non si è deciso di affidarsi alle Università, per esempio? (Sara Biscioni)
Queste sono in linea di massima gli argomenti che hanno animato il nostro forum. Vorrei concludere con una frase di Alice, la figlia di Caterina, che ci deve servire anche da monito:
se uno non c’è passato è impossibile che possa capire cosa vuol dire andare a scuola in un paese straniero.
Vi abbraccio
Nicoletta
AUTORE COGNOME E NOME |
TIPOLOGIA DEL MATERIALE |
DATA CARICAMENTO MATERIALE |
LIVELLO LINGUISTICO |
Celentin Paola |
linee guida e griglia di valutazione per la prova orale d'esame di studenti universitari di livello C1 |
8 aprile 2011 |
C1 |
Pisani Sara |
progetto di formazione linguistica per adolescenti stranieri delle scuole secondarie superiore e formazione professionale della provincia di Cremona per una valutazione condivisa |
8 aprile 2011 |
|
Pisani Sara |
Appendice al pdf precedente |
8 aprile 2011 |
|
Corelli Sarah |
Le raccomandazioni per le competenze chiave previste dall'Unione Europea |
10 aprile 2011 |
tutti |
Pisani Sara |
Slides del corso "Riscrittura funzionale dei testi nella CAD" tenuto per Consorzio Pubblico Servizi alla Persona del Comune di Viadana (MN)- I PARTE |
12 aprile 2011 |
tutti |
Pisani Sara |
II PARTE - teoria della semplificazione dei testi scolastici |
12 aprile 2011 |
tutti |
Pisani Sara |
III PARTE - La lingua dei testi scolastici |
12 aprile 2011 |
tutti |
Pisani Sara |
IV PARTE - Procedure di riscrittura e didattizzazione dei testi |
12 aprile 2011 |
tutti |
Bertelli Caterina |
Esperienza e riflessioni di inserimento scolastico e sulle politiche di inclusione educativa. |
13 aprile 2011 |
|
Bertelli Caterina |
Autovalutazione per un corso di italiano LS di 20 ore per il Welsh Bacc. |
13 aprile 2011 |
A1 |
Giardini Dorella |
Scheda per la valutazione degli esami orali di certificazioe PLIDA, livello "C", a cura dell'esaminatore. La scheda non è completa senza: |
17 aprile 2011 |
C1 |
UIUC - (Giardini Dorella) |
Syllabus di lingua italiana per universitari americani, livello 101 (A1) - Undergraduates. |
17 aprile 2011 |
A1 |