Novembre 2012 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
ABSTRACT
Questo non è un saggio accademico frutto della ricerca, bensì la cronaca di un’avventura di diffusione della lingua e della cultura italiane in Messico attraverso due trasmissioni radiofoniche. Il suo scopo è ricuperare questa esperienza per non dimenticare i suoi inizi e il suo processo e offrirla ad altri docenti di italiano nel mondo che vogliano vivere un’impresa simile. La radio universitaria è, naturalmente, culturale e quindi può facilmente diventare una finestra aperta per evidenziare aspetti culturali di un paese e per far ascoltare tutti i tipi di musica che possiede. Le trasmissioni radiofoniche (tutte e due in spagnolo) sono “Musica e cultura d’Italia” e “Musica e cultura d’Italia per i signori bambini” e si trasmettono, la prima, il martedì dalle ore 20:00 alle 21:00 e, la seconda, la domeniche dalle ore 8:00 alle 9:00 (fuso messicano) attraverso “XHUAQ-Radio Universidad Autónoma de Querétaro” (http://radio.uaq.mx). La produzione è del Dipartimento di Italiano della Facoltà di Lingue e Lettere della stessa Università. Querétaro (ke´retaro) è una città industriale ubicata al Nord di Città del Messico (circa 200 chilometri) di approssimativamente un milione di abitanti. Ecco a voi la nostra storia con i suoi piaceri e i suoi dispiaceri! Siete pronti?
1. PRESENTAZIONE
L’Università Autonoma di Querétaro trova le sue origini nella fondazione dei “Colegio de San Ignacio y San Francisco Javier” il 29 agosto 1625, gestito dai sacerdoti gesuiti arrivati in Messico dietro richiesta di Don Vasco de Quiroga. Dopo non poche vicissitudini, nel 1867 tali collegi si trasformarono nel “Colegio Civil” (si offrivano le lauree in Diritto, Notaio pubblico, Farmacista e Ingegnere topografo). Nel 1950 si chiuse tale Collegio e nel 1959 si diede inizio all’Universidad Autónoma de Querétaro; per “autonoma” si vuole dire che ha il diritto di creare i propri progetti, sempre che riesca a dimostrare che sono necessari e opportuni per lo sviluppo sociale della regione. Nel 1967 si creò la “Escuela de Idiomas” (ora Facoltà di Lingue e Lettere) e si cominciò a insegnare la lingua italiana. La nostra Università ha come funzioni principali la docenza (la formazione di professionisti di alto livello per la trasformazione positiva della regione), la ricerca e la diffusione della cultura. Precisamente a quest'ultimo titolo l’Università Autonoma di Querétaro conta, fra altri centri, la Radio Universitaria.
“XHUAQ Radio Universidad” (http://radio.uaq.mx/) cominciò a funzionare dal 1979 allo scopo di “vincolare l’università con la società costruendo un canale di diffusione per la ricerca, la docenza e l’estensione della cultura”. La sua visione è “riuscire a integrare i settori universitari in una programmazione variata e di qualità, congrua con la realtà universitaria e sociale...”. Controllando il sito Internet citato sopra, è possibile constatare che, in effetti, la sua programmazione include trasmissioni radiofoniche di vario tipo: musicali, d’informazione varia, diversi radiogiornali, ecc.). È in questo contesto socio-storico che ebbe inizio l’avventura di diffondere la musica e la cultura italiane attraverso la radio universitaria.
Il motto della Facultad de Lenguas y Letras della nostra Università è “Enlazar culturas por la palabra” (Intrecciare culture attraverso la parola), motivo per il quale una trasmissione radiofonica diventa uno spazio molto importante per “far vivere” tale motto.
2. E L’AVVENTURA COMINCIÒ...
Nel mese di Gennaio 2000 il Prof. Luis Alberto Fernández, Coordinatore di Radio Universidad, in una riunione di organizzazione dei lavori con i suoi principali collaboratori fra cui la Dott.ssa Tere Ortiz, ebbe l’dea di creare una “barra di musica internazionale”, cioè una serie di trasmissioni radiofoniche dedicate a diffondere la musica di diversi paesi del mondo. Pensarono che la Facoltà di Lingue e Lettere, alla quale appartiene il sottoscritto, fosse l’istituzione ideale per arrivare a tale scopo e quindi invitarono, fra altri Dipartimenti di tale Facoltà, il Dipartimento di Italiano. Allora il sottoscritto fungeva da Coordinatore di tale Dipartimento e, in una riunione con i docenti di tale lingua, si decise di non accettare l'invito perché il lavoro che si aveva sulle spalle era eccessivo e, inoltre, nessuno di noi era stato formato nel campo della comunicazione radiofonica. Radio Universidad decise di aspettare e, nel mese di Dicembre dello stesso anno, formulò de nuovo questo invito. Il sottoscritto decise di accettarlo perché non si poteva perdere tale spazio radiofonico per diffondere la musica e la cultura di Italia fra la comunità Universitaria e la comunità in generale. Quattro fra i docenti di Italiano frequentarono un “corso intensivo” di produzione radiofonica allo scopo di definire gli obiettivi della trasmissione radiofonica, imparare a scrivere copioni e scalette radiofonici e a decidere la struttura di tale programma.
Abbiamo conosciuto aspetti teorici e storici della radio (come e dove nacque, cosa è la radio dal punto di vista della Fisica, terminologia operativa della radio come track, clock, call in, flusso, muzak, oldies, playlist, sound, speaker, station back, ecc.). Abbiamo avuto un avvicinamento a aspetti tecnici della registrazione radiofonica (sofware per registrare ed editare le trasmissioni, soprattutto) allo scopo di sapere come funzioni è e capire il lavoro dell’ingegnere del suono. Abbiamo saputo che in realtà una trasmissione radiofonica viene preparata da una squadra: il produttore, il musicalizzatore, lo scrittore del copione, lo speaker, ecc., ma che noi avremmo realizzato il lavoro di tutti quanti.
Abbiamo deciso di chiamare la nostra trasmissione semplicemente “Musica e cultura d’Italia”, allo scopo di presentare aspetti molto variati di tutti e due i temi. In un primo momento abbiamo pensato che la nostra trasmissione sarebbe cominciata con una rubrica e poi l’avremmo divisa in aree come “Cartelera” (le principali notizie del Dipartimento di Italiano”, “Sezione linguistica” (dove parlare di aspetti della lingua italiana) e “Sezione culturale” (dove presentare temi antropologici e umanistici della cultura italiana). Infine, abbiamo deciso di adottare un “motto” per la chiusura del programma (“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza” (D. Alighieri, La divina commedia, Inferno, Canto XXVI, vv. 119-120, letto da Carlo D’Angelo) e, infine, la rubrica di uscita. Le rubriche per le sezioni sopra nominate sono state registrate dai colleghi docenti di Italiano, mentre le rubriche di entrata ed uscita dell’intera trasmissione sono state registrate da un collega professionista di Radio Universidad. Il “motto” lo abbiamo preso da un cofanetto di CD chiamato “Letture Antologia Sonora La Divina Commedia”.
La nostra trasmissione sarebbe durata un’ora (in realtà 55 minuti: dalle 20:00 alle 20:55) e si sarebbe trasmessa di martedì. Quasi contemporaneamente ebbero inizio altre trasmissioni radiofoniche prodotte da altri colleghi della Facoltà di Lingue e Lettere: francese, portoghese e russo. “Musica e cultura d’Italia” è una trasmissione indirizzata a tutto il pubblico e ha come obiettivo principale condividere con il pubblico i più variati aspetti della musica e della cultura di Italia. Il Dipartimento di Italiano è assolutamente convinto che sia necessario che il pubblico di una Radio culturale acceda a questo tipo di informazione non solo per informarsi ed intrattenersi, ma per ampliare la sua visione culturale del mondo e integrare tale informazione ai loro piani di vita personali e professionali. Questa trasmissione non si limita a diffondere la musica dei cantanti più popolari di Italia in Messico (quali Laura Pausini, Eros Ramazzotti, Luciano Pavarotti, Gianluca Grignani, Andrea Bocelli...) che eventualmente fanno parte della trasmissione, ma che vuole offrire al pubblico dati e musica che hanno a che vedere con la cultura antropologica e umanistica nei suoi aspetti piú variati.
Ma, che intendere per “Cultura”? È, sicuramente, l’insieme delle manifestazioni di vari tipi che distinguono un popolo da un altro. Tyler, (in Silva 2007:80) dice che “è il complesso insieme che include le conoscenze, le credenze, l’arte, la moralità, il diritto, le abitudini e qualsiasi altra capacità e abitudini acquisite dall’uomo in quanto membro di una società”. Vista così, la “cultura” è dal legata alla maniera in cui gli uomini risolvono i loro problemi quotidiani (e che riflettono la loro visione cosmologica del mondo), perfino alle loro manifestazioni artistiche, scientifiche e tecnologiche prodotte in quel popolo e che determinano pure esse la loro idiosincrasia e la loro identità. Quelle prime manifestazioni le chiameremo “cultura antropologica (o civiltà): gli orari degli italiani (nel nostro caso), la loro maniera di vestire a seconda delle stagioni dell’anno, il tipo e l’organizzazione dei mezzi di trasporto, la maniera di festeggiare le date importanti, il loro modo di concepire la vita e la morte, ecc. Le seconde manifestazioni le chiameremo “cultura umanistica” e hanno a che vedere con la Storia, la Letteratura, la Scienza e la Tecnologia, l’Arte, ecc.
In questo senso il ventaglio di temi che si potevano abbordare nella nostra trasmissione radiofonica sono infiniti. Gli italiani possiedono una cultura antropologica tanto ricca quanto qualsiasi paese del mondo e la loro cultura umanistica è variegata e interessante. Come nei nostri corsi di lingua, nella nostra trasmissione radiofonica non possiamo concepire l’idea di cultura da un’ottica evoluzionista lineare: arcaica o moderna, inferiore e superiore, primitiva ed evoluta; intendiamo la cultura quindi come un tutto unico antropologico e umanistico.
Ma, d’altra parte e dato che il pubblico della nostra trasmissione è pure esso molto variato da diversi punti di vista (dai professori universitari alle persone che svolgono lavori molto semplici; dai giovani agli anziani; uomini e donne, ecc.), dovevamo pure avere un concetto di “interculturalità”.
Per “interculturalità” intendiamo quello “stare insieme” per un’ora parlando, in spagnolo, della musica e della cultura d’Italia. Così come succede con il nostro “essere docenti”, il nostro “essere promotori radiofonici della lingua e la cultura italiane” doveva prendere in considerazione non solo l’eterogeneità del pubblico di Radio Universidad, ma anche il fatto che non potevamo parlare di differenze e coincidenze culturali senza toccare, almeno superficialmente, aspetti della cultura messicana. L’antropologia culturale, scienza di riferimento per i docenti di lingua (Porcelli 1994:116), doveva permeare anche il nostro lavoro radiofonico. Così come nelle nostre aule dove insegniamo italiano, pure nella stazione radiofonica si tratta di “promuovere la conoscenza della cultura italiana per fomentare lo sviluppo umano, linguistico, sociale, accademico, economico, familiare, ecc., (in questo caso) del pubblico ascoltatore dando a conoscere loro l’esistenza dell’altro per la sua valorizzazione e per il riscatto di quello che essi veramente sono” (Magos 2009:5).
Nell’arco di praticamente due mesi io e altri tre colleghi ci siamo preparati per dare inizio alla nostra trasmissione. Tutti quanti eravamo alle prime armi in quanto a produzione radiofonica, compiendo tutte le funzioni menzionate sopra. Era una sfida e una responsabilità molto grande per noi.
3. MUSICA E CULTURA D’ITALIA
E così, il martedì 13 Febbraio 2001 ebbe inizio “Musica e Cultura d’Italia” con la durata e nell’orario prima citati. La trasmissione non si fa, normalmente, dal vivo, ma si registra in anticipo nella cabina di registrazione di Radio Universidad. È politica di questa stazione radiofonica avere uno stock in esistenza prima della data di trasmissione. Questo vuol dire che le trasmissioni si devono registrare con, almeno, due settimane di anticipo. In quel tempo per noi era un lavoro molto pesante scrivere il copione dei programmi e la scaletta tecnica, oltre al lavoro che quotidianamente si svolge in Facoltà; un altro “problema” non indifferente era decidere il tema da presentare.
Abbiamo iniziato parlando dell’Italia da diversi punti di vista: geografia (ubicazione, divisione politica, divisione naturale, idrografia, orografia, ecc.), i temi che tutti individuano come “cultura italiana” (la pizza, il caffè, il vino, ecc.), i personaggi più importanti della letteratura e il cui nome “suona familiare” ai nostri connazionali (Dante, Petrarca, Boccaccio, Nicolò Machiavelli, Italo Calvino, ecc.), i personaggi dell’Arte italiana di fama mondiale (Leonardo Da Vinci, Michelangelo Buonarroti, Gianlorenzo Bernini, ecc.).
Per quanto riguarda la musica abbiamo cercato di stabilire un “contatto tematico” con il tema del programma, ma non avevamo molti CD a disposizione e quindi anche la musica dei primi programmi si limitava alle canzoni che fanno parte dell’immaginario collettivo come “la ballata italiana”: Massimo Ranieri, Gigliola Cinquetti, Domenico Modugno, Nicola di Bari, ecc. Un altro filone ricorrente erano i musicisti famosi quali Antonio Vivaldi, Gioacchino Rossini, Giuseppe Verdi, Gaetano Donizetti, Claudio Monteverdi, ecc., e la loro musica.
Così siamo andati avanti per i primi mesi. Devo confessare che alcuni dei colleghi si sono “stancati” (“E ora di cosa parliamo?” “Ma quali musiche presentiamo?”) e, inoltre, dovevamo prestare attenzione ad altri progetti istituzionali, ma il programma radiofonico non si è interrotto nemmeno un martedì. Attualmente i colleghi del Dipartimento di Italiano collaborano saltuariamente preparando alcuni programmi specifici, registrando alcuni appoggi audio che servono per le trasmissioni (la rubrica di identificazione della stazione radiofonica e la pubblicità dei corsi semestrali di Italiano, per esempio), partecipando alle trasmissioni dal vivo, ecc.
Per il mese di Aprile 2001 si ebbe l’idea di preparare una trasmissione con della musica per i bambini (ne avevamo 2 CD!) e quindi è andata in onda per festeggiare il “Giorno del Bambino” che in Messico si celebra il 30 aprile. Questa trasmissione ha avuto un gran successo e il pubblico ha telefonato numeroso alla cabina di trasmissione per dirlo. Il Prof. Luis Alberto Fernàndez chiamò il sottoscritto per proporgli di dare inizio a una trasmissione di musica italiana dedicata specificamente ai bambini. Siccome erano passati solo pochi mesi, abbiamo risposto che non eravamo pronti per produrre due trasmissioni radiofoniche alla settimana. Ci hanno risposto che, comunque, l’orario lo avevamo già a disposizione (la domenica dalle 8:00 alle 9:00 ore) e che, intanto, la trasmissione radiofonica del martedì si sarebbe ri-trasmessa la domenica in quell’orario. Durante alcuni anni dunque la trasmissione “Musica e cultura d’Italia” si trasmetteva due volte alla settimana: martedì dalle 20:00 alle 21:00 e, in ripetizione, la domenica dalle 8:00 alle 9:00 del mattino.
Anche se “Musica e cultura d’Italia” è una trasmissione radiofonica che viene opportunamente registrata ed editata, alcune volte si trasmette direttamente dal vivo. Il motivo è annunciare le iscrizioni ai diversi corsi di lingua italiana che la Facoltà mette a disposizione degli studenti universitari e della comunità in generale. In questo caso le autorità in carica del Dipartimento di Italiano e della Facoltà sono intervistate dal sottoscritto e, quasi sempre, si scelgono delle musiche facilmente identificabili come “italiane”, in modo da non dover presentarle al pubblico con dei particolari tematici, di epoca o di autore. Un altro caso di trasmissione dal vivo è la trasmissione di Anniversario del nostro programma radiofonico (il secondo martedì del mese di Febbraio); questo anno siamo arrivati all’Anniversario XI (quasi 600 ore di trasmissione!). I colleghi si presentano alla cabina di trasmissione con una canzone da loro scelta e la presentano al pubblico, che quasi sempre telefona numeroso per complimentarsi per l’Anniversario. L’ultimo caso di trasmissione dal vivo è il primo martedì del mese di Dicembre. Questa trasmissione non è solo dal vivo, ma si invita il pubblico ad assistere di persona a un luogo predefinito. Abbiamo trasmesso il “Programma di Natale” (così lo abbiamo chiamato) da diversi punti della città: un museo, un cortile di speciale significato e bellezza, un auditorio dell’Università, l’auditorio della nostra Facoltà, ecc. In questa trasmissione facciamo vedere dei video che il pubblico presente si gode, mentre il pubblico in casa solo ascolta la parte audio. Sono quasi sempre dei video attinenti al Natale, ma eventualmente abbiamo presentato dei video che non si rapportano con tale tema, ma che comunque il pubblico ha accettato con piacere: Angelo Branduardi, l’infinitamente piccolo, video tratti da Internet dello Zecchino d’oro, la Venezia di Vivaldi, ecc. Un ultimo tipo di trasmissione dal vivo ha luogo quando qualche instituzione ci invita perché vuole festeggiare qualcosa: siamo stati al Collegio Medico di Querétaro, all’Associazione dei Dermatologi di Querétaro, alla Scuola di Arti Grafiche di Querétaro e in alcuni altri posti.
I temi e le musiche che abbiamo presentato sono di una gran varietà: non solo “i grandi temi” riguardanti la cultura antropologica e umanistica dominante citati sopra, ma tanti altri. Un brevissimo campione di temi sarebbe: la biografia di cantanti popolari attuali e di una volta, sportivi famosi, scienziati, artisti (musicisti, scultori, letterati, pittori, santi, ecc.); aspetti della vita comune degli italiani (cosa mangiano, come sono le loro case, come vestono secondo la stagione dell’anno, come differenziano e riciclano i rifiuti, le loro malattie, orari di lavoro, forme di svago, forme di trasporto, le loro feste religiose e civili, il rapporto con la chiesa, ecc.); la geografia di Italia (aspetti dell’orografia e dell’idrografia di ogni Regione italiana, aspetti economici (industria, agricoltura, allevamento del bestiame), personaggi illustri di ieri e di oggi di ogni Regione, artigianato, palazzi importanti, leggende e tradizioni, ecc.); aspetti della Storia di Italia (i grandi momenti: culture preromaniche, Impero Romano, Medioevo, Rinascimento, invasioni straniere, unificazione politica d’Italia, movimento di emigrazione, le Guerre Mondiali, il Fascismo, la Seconda Repubblica, l’Italia di oggi), personaggi (della politica, dell’arte, della chiesa, ecc.) legati a ogni momento storico; l’Arte in Italia (movimenti artistici della musica, della letteratura, della pittura, della scultura, ecc.); opere artistiche specifiche (opere, sculture, pitture famose, ecc.); gastronomia italiana (diverse ricette per preparare piatti tipici e di consumo quotidiano); aspetti riferiti dall’ISTAT che hanno a che vedere con aspetti specifici della cultura italiana (nascite, mortalità, professioni, ecc.). Eventualmente abbiamo intervistato diverse persone –italiane e messicane- che vogliono parlare dell’Italia da diversi punti di vista (perché hanno fatto un viaggio in Italia, perché vogliono condividere con il pubblico un tema specifico, perché conoscono un aspetto della vita italiana come la cucina, il turismo, l’economia, ecc.). Le fonti bibliografiche per parlare di questi temi sono la biblioteca personale del sottoscritto, la biblioteca della Facoltà, informazione tratta da Internet, ecc.
Per quanto riguarda le musiche, non ci limitiamo più alle ballate classiche italiane come quelle dei cantati elencati sopra. I grandi temi della fonoteca attuale sono: cantanti popolari uomini, cantanti della lirica uomini, cantanti popolari donne, cantanti della lirica donne, duetti di cantanti popolari, duetti di cantanti della lirica, gruppi, musica religiosa, compilations di diversi generi, canzoni di Sanremo, musica tipica, musica regionale, musica militare, cori, opere, musica colta per strumenti solisti, musica colta di autori diversi, musica di diversi momenti storici, colonne sonore di diversi film, brani letterari, musica di Natale, musica per i bambini e, infine, brani della RAI. La fonoteca personale del sottoscritto che una volta era di 20 CD ora raggiunge circa 1,800 CD.
Normalmente si dedicano 5 ore settimanali alla registrazione delle due trasmissioni (quella di martedì e quella della domenica): martedì e giovedì dalle ore 10:00 alle 12:30; in realtà si registrano quattro trasmissioni per avere permanentemente uno stock importante. Tale lavoro si svolge nella cabina di registrazione di Radio Universidad che si trova nel Campus principale dell’Università (Cerro de las Campanas). Lungo questi undici anni di registrazioni abbiamo lavorato con diversi colleghi di Radio Universidad sia nella cabina di registrazione (registrazione ed edizione) che nella cabina di trasmissione. Il tempo per la preparazione del copione e della scaletta radiofonica e per la selezione delle musiche occupa un tempo a parte.
In occasione di questa esperienza il sottoscritto ha dovuto assistere saltuariamente a attività di formazione quali Corsi di voce (dizione, impostazione, respirazione, ecc.), corsi di Storia della musica, un Diploma in produzione di serie radiofoniche a scopi didattici, ecc. Tutte queste attività sono state molto utili per continuare con i lavori.
4. “MUSICA E CULTURA D’ITALIA PER I SIGNORI BAMBINI”
Come detto sopra, questa trasmissione è stata voluta dal Coordinatore di Radio Universidad dal mese di Aprile del 2001, ma non eravamo ancora pronti né per produrre due trasmissioni radiofoniche alla settimana, né eravamo in possesso dei materiali necessari. Quattro anni dopo abbiamo registrato una serie di 10 trasmissioni che sono state annunciate al pubblico di Radio Universidad e sono state trasmesse in qualità di “trasmissione pilota” (l’obiettivo era sapere se il pubblico gradiva questo lavoro). La prima trasmissione ebbe luogo la domenica 7 Agosto 2005. Si chiese al pubblico di telefonare alla cabina di trasmissione dicendo età, genere e se gli piaceva o meno questa trasmissione e, inoltre, dare dei suggerimenti per migliorarla. Il nome “Musica e cultura d’Italia...” si è deciso per dare continuità tematica alla trasmissione dei martedì; l’aggiunta “...per i signori bambini” è stata un’idea presa dal materiale “Fiabe sonore” di Fabbri editori (1999) e rende conto del concetto di “bambino” che citeremo sotto.
Il pubblico è stato molto generoso e ha telefonato numeroso a Radio Universidad: il pubblico era formato da bambini di età diverse e dai loro genitori; il nostro radioascoltatore più piccolo era un bambino di tre mesi che, secondo suo padre, “si tranquillizzava quando ascoltava la musica che proponevate”. La trasmissione è ascoltata pure dai nonni che “imparano storie per dopo raccontarle ai nipotini”. La trasmissione dunque ha continuato in modo ininterrotto da allora ad oggi.
Prima di dare l’avvio alla registrazione dei programmi pilota, abbiamo dovuto individuare gli obiettivi di questa nuova trasmissione, definire il concetto di “bambino”, di “genitore” e di “educazione” e la struttura del nuovo programma.
Per quanto riguarda gli obiettivi, dato che eravamo ascoltati da bambini e adulti (genitori e nonni), ne abbiamo individuato tre: condividere con il pubblico musica infantile, popolare, regionale e colta; condividere con loro racconti infantili con temi diversi e fornire loro dei dati interessanti riguardo alla cultura antropologica e umanista in Italia.
La società, almeno per quanto riguarda il nostro piccolo, ha sofferto dei cambiamenti in negativo. Molti genitori sono troppo occupati nel lavoro perché sono caduti nell’inganno di “avere” e non di “essere”; la TV commerciale diffonde tanta pubblicità di cibo spazzatura e non cura la maniera come insegnano al pubblico ad mangiare o a parlare. In questo contesto, noi crediamo che una trasmissione radiofonica indirizzata ai bambini e ai loro genitori debba essere uno spazio sì di intrattenimento e di divertimento, ma anche uno spazio per la riflessione e per il contrasto fra quanto si fa e quanto si vorrebbe fare. Un bambino, in quanto uomo, è un essere che ha bisogno di comunicare perché “gli uomini non si fanno nel silenzio, ma nella parola” (Freire in Palacios, 1984:529). “Musica e cultura d’Italia per i signori bambini” vuole dare spunti di collaborazione e comunicazione fra i bambini e i loro genitori. Scrivere insieme una “canzone dettata”, riflettere sul contenuto assiologico di una canzone, godere l’estetica della musica sia popolare che colta, conoscere dei dati riguardanti una cultura ritenuta vicina, ecc., sono attività che questa trasmissione radiofonica vuole promuovere fra i genitori (o comunque, gli adulti) e i loro bambini. Un bambino è un essere umano bio-psico-sociale in processo di formazione e di crescita e la costruzione del suo mondo dipende, in molto, dall’atteggiamento degli adulti che lo circondano. Il mondo è lì, a portata della sua mano, ma la sua appropriazione non è né magica né spontanea: bisogna prender coscienza della sua esistenza e poi agire. Se vogliamo formare un cittadino del mondo del Secolo XXI dobbiamo cominciare educando i bambini in un concetto di mondo che gli è proprio e vicino. Si parte, dunque, dalla sicurezza che i bambini sono dotati di intelligenza e sensibilità e che devono essere trattati con rispetto e considerazione; l’altro principio importante è che gli adulti abbiamo l’obbligo morale e storico di formare le nuove generazioni, affinché queste diano il meglio di se stesse in un progetto di vita tendente all’auto-realizzazione e all’impatto positivo sul mondo.
Definire la struttura del nuovo programma non è stata una cosa facile. Abbiamo discusso tanto fra i colleghi del Dipartimento d’Italiano prima di presentare una proposta alle autorità di Radio Universidad. Alla fine abbiamo stabilito diverse sezioni del programma: “la canzone dettata” (definire una canzone con un testo importante dal punto di vista educativo, trascrivere il testo, dividerlo in due o tre fasi e dettarlo “a puntate”), che non è altro che un “esercizio di pazienza e perseveranza”, qualità dell’essere umano che gli permettono di raggiungere tutti i suoi obiettivi; dati dell’Italia quali alcune città e le Regioni (dal punto di vista, ovviamente semplificato, economico, geografico, culturale); dati di cultura universale per lo sviluppo della competenza auditiva come parlare e ascoltare il suono di diversi strumenti musicali; le storie, che vanno da un breve racconto infantile a raccontare Opere importanti “a puntate” (abbiamo “raccontato” “La traviata”, “I pagliacci”, “Madama Butterfly”, “Aída”, ecc,) e, alle volte, “chiediamo permesso” per raccontare libri che non sono precisamente italiani come “Il piccolo principe” o musica non italiana, ma che è bella e didattica (Ninna nanna di Brahms, per esempio); musica infantile con argomenti diversi, musica regionale “facilmente orecchiabile”, musica popolare italiana, musica colta. Di tutte queste sezioni l’unica che ha fatto parte di tutte le trasmissioni finora registrate è “la canzone dettata”; le altre si attivano per fasi cercando di “sorprendere” il pubblico.
Precisamente “la canzone dettata” ha permesso di arrivare a un pubblico che prima non era stato preso in considerazione: gli ex-allievi del Dipartimento di Italiano che “fanno pratica della lingua” attraverso questo esercizio. All’inizio si avevano molti dubbi riguardo a questa sezione. Diceva il Coordinatore di Radio Universidad: “Davvero che avete avuto del coraggio... ‘dettare’ una canzone, attraverso la radio, la domenica mattina e, come se non bastasse, in italiano!” Ma se giudichiamo attraverso la risposta del pubblico (telefonando alla cabina di trasmissione di Radio Universidad o scrivendo alla posta elettronica del sottoscritto) l’idea ha funzionato molto bene. Certe volte scrivono delle persone chiedendo il testo completo e “corretto” della canzone per confrontarlo con quello che si è scritto a casa. Siccome durante il mese di Aprile si detta una canzone che dopo “si regalerà alla mamma” il giorno della sua festa e durante il mese di Novembre si detta una canzone di Natale “da regalare” ai genitori e ai nonni per tale ricorrenza, molte volte il pubblico chiede il testo scritto della canzone e la musica.
Le rubriche di “Musica e cultura d’Italia per i signori bambini” furono registrate da un collega professionista della Radio sulla traccia di un’idea da noi proposta. Il tema centrale è “Il pulcino ballerino” (come ora molti nominano questa trasmissione) perché è la storia di un pulcino –figlio di una gallina gobba- che è nato con una zampa più lunga dell’altra; la mamma, invece di piangere e lamentarsi, invece che a camminare gli ha insegnato a ballare al ritmo dell’hully-gully e questo lo rese molto popolare nel pollaio. La prima trasmissione, infatti, è stata dedicata ai bambini con capacità diverse. Fra l’ultima canzone di ogni trasmissione e la rubrica di uscita si ascolta la versione musicale di questa stessa canzone per identificare il momento conclusivo del programma.
Il motto della trasmissione, così come per la trasmissione dei martedì, è stato preso dalla Divina Commedia di Dante Alighieri: “...uomini siate, e non pecore matte...” (Paradiso, Canto V. v. 80; letto da Romolo Valli). Senza entrare in analisi letterarie o ermeneutiche, i due motti (quello per martedì e quello per domenica) presentano pressappoco la stessa idea: siamo nati per cercare le altezze e non per vivere sul suolo.
Due esperienze che meritano di essere raccontante a parte sono: una, come prodotto di un Diploma frequentato dal sottoscritto (Creazione di serie radiofoniche educative), abbiamo creato un “Mini-corso radiofonico d’Italiano per bambini”. È stata un’esperienza molto interessante e completa: dal definire teoricamente questa attività, scrivere la storia, scrivere i copioni per ogni lezione (erano dieci, basate sull’approccio comunicativo), organizzare un provino per le voci con bambini veri (che alla fine non abbiamo chiamato perché non parlavano l’italiano; abbiamo risolto con studenti dei nostri corsi d’italiano che avevano voci che potevano passare per bambini), registrare ogni lezione (una e un’altra volta...), scegliere le musiche e gli effetti sonori, editare ogni lezione, ascoltarle più volte e fare le correzioni, disegnare e registrare le rubriche di entrata e uscita. Il risultato, contrariamente a quanto aspettavamo dopo tanto lavoro, è stato modesto: “É che non è facile seguire un corso radiofonicamente...”, “Le lezioni esigono molta concentrazione...”, “Perché non lo registrate tutto in un CD e fate la parte scritta e con delle immagini?”. La seconda esperienza è che il sottoscritto è stato chiamato a far parte di un gruppo di “Produttori di radio infantile del Centro e Nord della Repubblica Messicana”. Finora abbiamo avuto sei riunioni in diverse città del Messico e abbiamo potuto conoscere il lavoro che si realizza, sempre per bambini, in molte altre stazioni radiofoniche. I produttori che abbiamo conosciuto sono delle persone che hanno una forte formazione nel campo della radio e realizzano delle trasmissioni molto interessanti, creative ed educative. Ciò nonostante, la nostra trasmissione è l’unica in tutto il Messico che si produce allo scopo di avvicinare i bambini a una lingua ed a una cultura straniere.
La trasmissione domenicale non viene mai fatta dal vivo non solo per il suo orario, ma perché il sottoscritto si dichiara non all’altezza di promuovere e sostenere l’interesse dei bambini in un incontro personale.
5. PARLA IL PUBBLICO
Sia telefonicamente che scrivendo alla posta elettronica del sottoscritto, il pubblico (adulti, giovani e bambini) è sempre stato in contatto con noi.
Molte volte è per dichiararsi contenti ed entusiasti a partire da uno spunto offerto nelle trasmissioni (una canzone, un racconto, una biografia, ecc.): “Che bella musica che avete proposto oggi...” “Che interessante la vita di...” “Ma come fate per procurarvi quella musica” ; alle volte per dare dei suggerimenti per includere nei programmi un tema determinato o un tipo di musica: “Esiste il rock in Italia? Ma perché non dedicate alcune puntate a questo tipo di musica?” “Parlate della Ferrari: è un tema importante della cultura italiana!” “Non avete mai parlato di tizio e pure lui merita almeno una trasmissione...”; altre volte, per fortuna poche, per dichiararsi offeso o contrario a un concetto o a un commento: “Come mai avete proposto l’Inno di Mameli precisamente in Settembre, il mese della Patria in Messico?” “Io non credo che Rossini sia stato il più importante musicista italiano: esiste anche Verdi!” “Ma voi non avete che musica italiana?”; non poche volte il pubblico ci ha contattati per esprimere la propria perplessità di fronte a un tema o a un tipo di musica: “Non sapevo che la musica regionale messicana fosse stata così influenzata dalla musica italiana”; “Ma... veramente anche quella è musica italiana?” “Avete finito i temi di cultura? Parlare del riciclaggio dei rifiuti...”
Gli studenti di italiano o quelli che sono stati i nostri alunni ci fanno dei commenti molte volte a livello personale scrivendo o telefonando: “Erano anni che non ascoltavo quella canzone!” “Perché non riprendiamo in aula lo studio di ‘Aida’? Ê un’Opera meravigliosa!” “Scrivendo quella ‘canzone dettata’ mi sono ricordato che in italiano esistono le consonanti doppie...”
Quando ci chiamano i bambini le sorprese non finiscono mai: “Perché non ci parlate delle città italiane più importanti?” “Quanto mi è piaciuta ‘Una voce poco fa’ cantata da Filippa Giordano... La potete ripetere?” “Io sto imparando a suonare il violino!” “Quella storia me la raccontava la mia nonnina...” “Ma cosa significa veramente ‘Traviata’?” “Che bella la ‘Marcia trionfale, di Aida’...”
La fedeltà del pubblico si manifesta pure quando chiediamo loro di telefonare alla cabina di trasmissione per rispondere alle domande statistiche che ci indica periodicamente Radio Universidad: per sapere chi ascolta, età, genere, occupazione, cosa piace o meno delle trasmissioni. Eventualmente (soprattutto nel mese di Dicembre) qualche ristorante in città –italiano, ovviamente- ci offre delle pizze o qualche cena e allora chiediamo al pubblico di fare attenzione durante la trasmissione e di telefonare alla fine per rispondere a tre domande. Quando partecipiamo alle trasmissioni dal vivo e con pubblico (primo martedì del mese di Dicembre) abbiamo sempre un pubblico di un centinaio di persone che ci salutano e ci fanno dei commenti: “Bella la vostra trasmissione!” “Ho imparato tante cose sulla cultura italiana ascoltandovi...” “Perché non includete...?” “Io pensavo che Lei fosse più giovane...” “Io pensavo che Lei fosse più anziano...” “Mi è molto piaciuto tale programma!” “Tale programma non mi è piaciuto...”
Insomma, il pubblico è stato sempre una presenza costante e un termometro che ci permette di arricchire il nostro lavoro e di sapere quale è la strada da seguire.
6. CONCLUSIONI
Una trasmissione radiofonica con i temi “musica e cultura d’Italia”, in Messico, è garanzia per contare su un pubblico. La cultura italiana nel mio paese (e sicuramente in tanti altri paesi del mondo) è vista con molta simpatia anche se, devo dirlo, molte volte l’immaginario collettivo non supera gli stereotipi dell’italiano suonatore di mandolino, mafioso e che mangia la pizza. Questo diventa un obiettivo importante: far conoscere al pubblico della Radio tutto il ventaglio, infinito, di una cultura e di una musica; se queste sono quelle italiane, il compito diventa interminabile e gradevole.
Un docente di lingua italiana che sia stato formato a livello professionale come tale e che abbia una chiara vocazione e piacere per comunicare le sue conoscenze, di certo sarebbe capace di dare inizio a un’esperienza come questa. Ovviamente avrà il bisogno di perfezionarsi in aspetti della tecnica radiofonica e di sicuro dovrà investire molto tempo per la preparazione delle trasmissioni –almeno nelle prime esperienze-, ma la risposta del pubblico lo spingerebbe ad andare avanti.
Per un docente non italiano questo lavoro implica uno sforzo quotidiano extra: leggere tanto prima della scrittura dei copioni e delle scalette e cercare delle musiche da abbinare al tema scelto. La ricompensa è pure essa straordinaria: questo lavoro rappresenta una scuola di lingua, di cultura, di musica che lo porteranno ad affinare le sue conoscenze sui temi. Queste conoscenze verranno riflesse pure nel lavoro che svolge in aula, educando attraverso l’insegnamento della lingua e della cultura d’Italia.
Il lavoro che svolgono la persona che registra, che edita, che invia dalla cabina di registrazione alla cabina di emissione, la persona che manda in onda, la persona che riceve le telefonate, ecc., non si vede e non si nota. Tuttavia questi colleghi realizzano un lavoro molto importante che il produttore deve conoscere e riconoscere, soprattutto, come succede in questo caso, se quest'ultimo non fa parte dello staff della stazione radiofonica.
Se le istituzioni che promuovono questo tipo di trasmissioni appoggiano il lavoro del docente-comunicatore (comprando dei materiali audio e assegnando il tempo sufficiente per preparare, realizzare e valutare le trasmissioni), la strada è libera. Il contrario non significa che questo lavoro non si possa fare, ma implica uno sforzo che non sempre si è disposti a sostenere.
Anche se la comunicazione che si stabilisce con il pubblico attraverso una trasmissione radiofonica potrebbe sembrare unidirezionale, in realtà non lo è. La presenza e la guida del pubblico si fa sentire attraverso i messaggi che inviano alla propria radio-emittente o, come in questa esperienza, alla posta elettronica del produttore (eventualmente si potrebbe attivare un account in una rete sociale). La presenza del pubblico è importante, non solo perché così si chiude il circuito della comunicazione, ma anche perché costituisce una guida invalutabile per arricchire, correggere, redirezionare, ecc., il lavoro svolto.
Anche se si mantiene il presupposto che il pubblico costituisce una guida per dirigere i lavori, è importante sapere che fra le persone che ascoltano ci saranno sempre quelli che accettano con piacere quanto proposto e quelle che lo rifiutano; ci saranno quelli che amano il nostro lavoro e quelli che spengono la radio quando ascoltano la nostra voce. È cosí...
Il lavoro di un docente di lingue e di un produttore radiofonico che è in contatto con il pubblico si assomigliano molto: tutti e due vogliono comunicare le proprie conoscenze, tutti e due hanno un obiettivo educativo, tutti e due cercano di fare un lavoro didattico, tutti e due sono in contatto con delle persone che vogliono imparare un qualcosa, tutti e due percepiscono le reazioni emotive e cognitive del pubblico, tutti e due possono percepire (anche se in maniera indiretta e asincrona) il risultato del lavoro svolto.
Produrre e condurre delle trasmissioni radiofoniche come quelle qui descritte è un’esperienza invalutabile per un docente come il sottoscritto: è vivere permanentemente in Italia nonostante la distanza fisica; è portare sempre l’Italia nel cuore fra le note di una canzone.
BIBLIOGRAFIA
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PORCELLI, G., 1994, Principi di Glottodidattica, La Scuola, Brescia.
SILVA, C., 2007, L’educazione interculturale: modelli e percorsi, Edizioni del Cerro, Pisa.