L’offerta linguistica in Italia

L’offerta linguistica in Italia

L’applicazione pratica della politica linguistica europea e delle relative linee strategiche suggerite nelle raccomandazioni del Consiglio d’Europa per una capillare diffusione e promozione delle lingue straniere costituisce il filo conduttore dei contributi raccolti nelle tre sezioni del volume, curato da Enrico Borello e Maria Cecilia Luise, nel quale si indaga ed esamina se e in che misura le indicazioni comunitarie trovano applicazione nell’offerta linguistica in Italia. Nella prima parte, Enrico Borello, ragionando sulle profonde trasformazioni degli ultimi anni, sullo sviluppo esponenziale delle nuove tecnologie e sul loro conseguente ed inevitabile impatto sulla qualità della vita quotidiana, evidenzia come le nuove tecnologie abbiano profondamente modificato non solo l’assetto produttivo e le strategie di investimento della società contemporanea, ma anche il settore della formazione. Novità in questo campo sono individuabili nell’istruzione e nella formazione linguistica, per sostenere e promuovere la specializzazione del personale da inserire nel nuovo contesto produttivo. Per la società della conoscenza sono necessarie nuove forze lavoro capaci di erogare un servizio multidisciplinare in una società transnazionale, dove i rapporti e le transazioni richiedono il potenziamento e il perfezionamento della specializzazione linguistica. Questi fattori hanno portato ad un cambiamento anche nel consumo culturale, come emerge dall’indagine condotta da E. Borello, che analizza lo sviluppo del mercato dell’editoria, l’evoluzione del consumo radiotelevisivo, con uno sguardo particolare sull’offerta di corsi di lingua diffusi sui media, dai corsi a fascicoli all’uso della rete, riportand. Nella seconda parte, Maria Cecilia Luise, analizza la situazione dell’offerta linguistica dell’italiano lingua straniera, che solamente da alcuni anni sta registrando un aumento di richieste da parte degli stranieri. La ricercatrice partendo da dati quantitativi e qualitativi sulla presenza di stranieri in Italia osserva come l’italiano possa venire richiesto non solo come L2 per la forte presenza di immigrati nel nostro paese, ma anche per motivi culturali, turistici e professionali. Centri territoriali permanenti, finalizzati soprattutto alla formazione linguistica dei lavoratori stranieri, centri interculturali e universitari per studenti e per coloro che richiedano l’italiano come lingua dello studio o lingua di cultura, sono i luoghi dell’apprendimento dell’italiano lingua straniera. Come già per le altre lingue straniere più diffuse, anche per l’italiano si presenta la questione della certificazione dei livelli di competenza linguistica, ambito di studio e di ricerca nuovo che deve rispondere alla crescente richiesta da parte degli stranieri di uno strumento spendibile in contesti lavorativi, di studio e sociali. La terza parte, si apre con l’intervento di Paolo Balboni, che approfondisce l’indagine sui luoghi di apprendimento linguistico prendendo in esame l’e-learning e del relativo impatto sui suoi attori e suoi fruitori. Partendo dalla differenziazione tra lingua straniera, lingua etnica e lingua seconda, parametri necessari per un utilizzo efficace di questo ambiente virtuale, l’autore delinea la figura e il ruolo del docente, il tipo di attività didattiche, il testing e la valutazione nell’insegnamento linguistico. Nel contributo di Vanessa Moi “Le lingue straniere on line” la rete si presenta come una ricca risorsa per l’apprendimento delle lingue. L’autrice accompagnando il lettore nelle risorse e siti della rete analizza le potenzialità che questo luogo-strumento riserva a sostegno dell’apprendimento linguistico e offrendo in appendice schede dettagliate con la descrizione dei siti presi in esame. Paola Celentin prosegue nel suo contributo “L’italiano per stranieri on line” nell’esame delle risorse virtuali occupandosi in particolare dei corsi di italiano per stranieri on line, delineando il profilo degli utenti e evidenziando gli aspetti tecnici e glottodidattici di questi corsi di lingua. A chiusura del volume le conclusioni dei curatori e un’appendice che raccoglie dati quantitativi e qualitativi relativi al rapporto giovani e formazione linguistica e dati quantitativi, suddivisi per ambiti, sulla diffusione dei media.

pdm2k@libero.it
Università di Venezia

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