L’Islam a scuola. Riflessioni su intercultura e dintorni

Questo contributo di Stefano Allievi traccia un percorso di riflessione a cavallo tra scienze sociali e scienze dell’educazione, arricchito strada facendo di citazioni letterarie, per ricordarci che, come diceva Bernardo di Chatres, possiamo vedere lontano perché “siamo seduti sulle spalle dei giganti”. Di fronte a parole come migrazione, globalizzazione, e a dicotomie come multiculturalismo-interculturalismo, ormai entrate nell’universo retorico quotidiano, l’autore ci mette in guardia dai monologanti cori sirene di certa saggistica, concepita da un unico angolo visuale, quello dello scrittore portavoce del suo mondo, sia esso cristiano, buddista o musulmano. “(…)Per legittimarsi”, sostiene Allievi nell’introduzione, “spesso anche il discorso antidialogico deve fingersi dialogante (…), dunque è la finzione del dialogo ad essere diffusa, la sua realtà assai meno.(…)”. Se è vero allora che “siamo in un’età di transizione, come sempre” (E.Flaiano), oggi ci troviamo già di fatto immersi nel dialogo tra culture e la scuola non è che il più grande laboratorio, il luogo privilegiato dove per prima è stata vissuta e riconosciuta la diversità culturale. Allievi compie un excursus sui cambiamenti epocali, a partire dal gioco di cause ed effetti dei movimenti migratori, che stanno rimescolando saperi condivisi, pratiche sociali e culturali diverse. La metafora del mosaico è ormai invecchiata. La realtà assomiglia più a un caleidoscopio e il suo movimento ci costringe a ritornare alle radici del significato di parole come dialogo, tolleranza e convivenza, per farlo germogliare in un consorzio umano in bilico tra meticciato, nuovi tribalismi e identità reattive. Calandosi con parole semplici sul terreno delle pratiche educative, l’autore suggerisce un modo di procedere razionale ed empiricamente fondato, rilanciando il senso dei principi di sussidiarietà e non sostituibilità e, al contempo, affrontando le incoerenze di commissioni intercultura, tavoli interreligiosi (mai apparecchiati) e osservatori sui libri di testo incapaci di ridurre gli stereotipi e l’eurocentrismo. Sul tema specifico dell’Islam nella scuola, di grande interesse è il piccolo repertorio ragionato di errori culturali: nelle politiche del “multiculturalismo al ribasso” per paura di offendere l’altro si corre il rischio di ce(n)surare le proprie radici, mentre illusi di conoscerne a priori l’identità e convinti di doverla promuovere a ogni costo, lo costringiamo a dichiararne una, operando in buona fede etnicizzazioni forzate. Il risultato di questo saggio è una restituzione dell’arte del “dialogo” e dell’”incontro”, utile orientamento per gli insegnanti di L2 attraverso il caleidoscopio dell’intercultura.