Insegnare l’italiano all’estero: cenni per una glottodidattica a misura di bambino

Insegnare l’italiano all’estero: cenni per una glottodidattica a misura di bambino

in Dolci R., Celentin P. (a cura di) La formazione di base del docente di italiano per stranieri, 2° edizione riveduta e aggiornata
Bonacci, Roma, 2000

Il saggio vuole fornire alcune coordinate sia teoriche sia applicative sull’insegnamento di una lingua straniera a studenti molto giovani, intesi qui come bambini nell’età dai 4/5 anni agli 11 anni.

È indirizzato principalmente a docenti o futuri docenti che insegnino o vogliano insegnare una lingua straniera a studenti molto giovani, in contesto scolastico o in altri contesti educativi e didattici, presentati nel saggio.

All’interno di un quadro teorico generale improntato sulla centralità del concetto di comunicazione e sull’attenzione all’intera persona del discente, nel saggio vengono individuati e analizzati alcuni principi glottodidattici, alcune coordinate, alcuni metodi che caratterizzano l’insegnamento precoce di una lingua straniera: l’importanza della dimensione affettiva e degli aspetti formativi ed espressivi della lingua, accanto a quelli strumentali; la didattica ludica, che va considerata come la modalità privilegiata attraverso la quale il bambino fa esperienza del mondo, la più conosciuta, quindi non ansiogena, e la più motivante; il metodo del Total Physical Response, metodologia in grado di coinvolgere l’intera persona del discente, non solo gli aspetti cognitivi e verbali, in esperienze che privilegiano i processi di comprensione; l’attenzione per la dimensione metacognitiva e per i processi di riflessione e di ricerca di regolarità che anche i bambini spontaneamente attivano a contatto con una qualsiasi lingua; la necessità di un’impostazione interdisciplinare, in quanto non è possibile che un discente in età scolare stia studiando solo una lingua straniera.

Spostandosi su un piano più operativo, il saggio va poi ad analizzare il “classico” modello operativo glottodidattico dell’Unità Didattica, per segnalare adattamenti ed integrazioni che vanno apportati quando va applicato a studenti molto giovani, tra i quali la dilatazione della fase di motivazione, il prolungamento del momento di approccio globale al testo, l’importanza dell’uso di una grande varietà di tecniche glottodidattiche, soprattutto ludiche, che permettono di mantenere l’attenzione e di motivare i bambini.

matteo.santipolo@unipd.it
Università di Padova

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