“Sulla rilevanza per la glottodidattica dei dati di acquisizione di lingue seconde: “narrare” in italiano
Il saggio qui schedato compare in un volume (schedato nel suo complesso) che tratta per la maggior parte di linguistica dell’acquisizione. Proprio questo saggio, però - insieme a quello di Vedovelli e Villarini (vedi scheda) - propone un legame tra linguistica acquisizionale e glottodidattica. Il saggio ha tre aspetti di interesse:a. l’argomento: la progettazione di un percorso di sviluppo della capacità di narrare che segua le varie fasi di sviluppo dell’interlingua; b. il fatto che offre una realizzazione operativa del principio di “insegnabilità” di Pienemann: se un tratto linguistico è più frequente nell’interlingua ciò significa che è più funzionale, o più trasparente, o più frequente – ma che comunque è maggiormente apprendibile; e quindi è più “insegnabile”. Diviene una guida per chi organizza un percorso di avviamento alla narrazione, con tutti i problemi di connessione e di temporalità che essa comporta; c. il carattere epistemologico: l’autrice si pone un problema fondamentale per la glottodidattica, se cioè sia legittimo, corretto, utile offrire un input in qualche modo guidato dalle conoscenze acquisizionali che abbiamo, di cui si rispetta l’ordine naturale di sviluppo, oppure se comunque abbiano ragione coloro che propugnano l’uso esclusivo di input autentico. Il terzo punto è assolutamente fondante per una didattica specifica per le lingue seconde, laddove lo studente è esposto sia alla lingua autentica della strada, della scuola, dei mezzi di comunicazione di massa, sia alla lingua “sorvegliata” dal docente di italiano L2. Quanto al rapporto tra linguistica acquisizionale e glottodidattica, la posizione dell’A. è chiara nel definire i due ambiti distinti, di descrizione e di progettazione di interventi. Il saggio è molto chiaro ed anche i temi complessi vengono affrontati con chiarezza tale da risultare leggibili a lettori non specialisti.
Keywords: