“Su macro- e microtipologie testuali: epistemologia, funzionalità, lacune teoriche e prassi didattica”

“Su macro- e microtipologie testuali: epistemologia, funzionalità, lacune teoriche e prassi didattica”

Autore: 

in MAZZOTTA P., SALMON L., (a cura di), Tradurre le microlingue scientifico-professionali. Riflessioni teoriche e proposte didattiche
Torino, Utet Università, 2007, pp. 27-48.

L’A. è docente di glottodidattica all’Università di Genova e riveste un ruolo di primo piano nella traduttologia italiana: racchiude quindi effettivamente nella sua esperienza di studio entrambi i poli che caratterizzano il volume da lei curato insieme a Patrizia Mazzotta (vedi scheda del volume).

In questo contributo le due “anime” della ricerca dell’A. si fondono in maniera naturale e sapiente.

Il saggio prende le mosse da un excursus sulla tradizione dell’attività traduttiva, scissa da sempre tra il lavoro su tipologie testuali “nobili” e tipologie “basse”, prive di “ispirazione” – tra cui tutti i testi della quotidianità e, ovviamente, quelli microlinguistici. Questa contrapposizione si ripercuote ovviamene in ambito didattico, soprattutto nella formazione universitaria dei traduttori e comunque nell’apprendimento linguistico a livelli avanzati. Dopo aver sfatato alcuni pregiudizi (la natura del testo caratterizza, di per sé, la lingua usata: quindi un testo scientifico è “ovviamente” scritto in microlingua; prima si apprende a tradurre la “lingua” e poi la microlingua), l’A. muove a discutere la natura della funzione prevalente in un testo secondo un approccio cognitivo, che pone il traduttore in posizione centrale nell’individuare la/e funzione/i dominante/i in modo da produrre un testo nella lingua d’arrivo che permetta al lettore di individuare esattamente le stesse funzioni testuali. Su queste basi, l’A. muove alla sezione conclusiva in cui trae le implicazioni del suo modello ai fini di una didattica della traduzione. In tale prospettiva, assume un ruolo essenziale il percorso che porta lo studente a cogliere la marcatezza pragmatica degli enunciati (superando quindi l’attenzione alla mera denotazione, da sempre ritenuta caratteristica qualificante dei testi microlinguistici), includendo quindi anche la relazione che l’autore vuole stabilire con il suo destinatario: mantenere tale relazione durante il processo traduttivo costituisce, nel modello di Laura Salmon, il salto di qualità nella traduzione, ed a tale logica di qualità deve essere indotto lo studente. Il saggio è molto denso sul piano concettuale, ma l’attenzione dell’A. è stata tale da consentire anche al lettore non esperto di epistemologia e di teoria della traduzione di seguire il percorso. Questo aspetto stimola, nel lettore curioso, il desiderio di approfondire in altri testi i temi che l’A., per ovvie ragioni di economia in un libro a più mani, non può trattare in questo saggio.

fabiocaon@inwind.it
Università di Venezia

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