“Apprendimento naturale, multimedialità, e microlingue. Media e ‘podcasting’ nella didattica linguistica”

“Apprendimento naturale, multimedialità, e microlingue. Media e ‘podcasting’ nella didattica linguistica”

Autore: 

in MAZZOTTA P., SALMON L., (a cura di), Tradurre le microlingue scientifico-professionali. Riflessioni teoriche e proposte didattiche
Torino, Utet Università, 2007, pp. 86-116.

L’A. è docente di glottodidattica all’Università di Palermo; all’interno della sua ricerca scientifica, l’uso delle glottotecnologie è un settore privilegiato di studio. Glottodidattica e tecnologie si integrano in questo saggio in riferimento alle microlingue. La prima parte del saggio è centrata sulla disamina dell’ossimoro compreso nel titolo “apprendimento + naturale”, che in un contesto come quello dell’acquisizione microlinguistica è tuttavia reale: da un lato c’è una prassi di insegnamento/apprendimento formale, dall’altro c’è la necessità di rendere “naturale” questo processo – e il ruolo delle tecnologie glottodidattiche multimediali risulta a questo punto evidente in quanto esse possono ricreare dei momenti di esposizione e uso autentico (o quanto meno verosimile) della microlingua. Questo risulta sempre più vero oggi, visto che l’insegnamento/apprendimento microlinguistico è uscito dalle scuole e dalle università per diventare, nel secolo della globalizzazione, una realtà nella vita professionale e aziendale. Dopo una riflessione sulla natura delle microlingue e della relazione tra conoscenza dei contenuti e capacità di usare/insegnare la microlingua, ed un richiamo ai principi di acquisizione naturale di una lingua, l’A. presenta il nucleo forte della sua proposta: la multimedialità, vista nella diversa e variegata tipologia che coinvolge di volta in volta sia codici differenti che percorsi sensoriali diversi. Tali percorsi si integrano (ed è qui una delle grandi potenzialità del multimediale) portando ad una situazione per cui, come afferma l’A. con una frase incisiva, “la mano sa qualcosa che gli occhi ignorano”, a causa del blending sensoriale che sta alla base dei processi di elaborazione mentale parallela e di multitasking. Ne consegue un approccio umano, prima ancora che glottodidattico, che ci porta a “sganciarci dalla schiavitù della sequenzialità e della linearità, e dalle abitudini cognitive che ne derivano, (…) liberare lo ‘zombie’ che individua soluzioni senza passare per l’esplicito della coscienza”. E’ evidente che questo impianto, la cui possibile realizzazione pratica si ha attraverso l’uso di cd-rom e nel podcasting, rivoluziona completamente l’impianto tradizionale di didattica delle microlingue, dove l’esplicito, il formalizzato, il razionale dominano sovrani ed un fantasioso ‘zombie’ viene ridotto all’impotenza o, spesso, “ucciso”. Va anche notato che – sebbene l’A. dedichi a questa riflessione solo un cenno conclusivo – questo impianto teorico ha profonde e salutari capacità “sovversive” per tutta la glottodidattica, a qualunque livello e per qualunque pubblico.

fabiocaon@inwind.it
Università di Venezia

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