Aprile 2008  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
M. C. Luise, Fiabe in italiano di Paolo Torresan

AUTORE: M. C. Luise
TITOLO: Fiabe in italiano
CITTÀ: Perugia
EDITORE: Guerra
ANNO: 2004

 

Una brevissima raccolta che consigliamo di leggere, data l’ottima impostazione grafica e metodologica: Fiabe in italiano.
L’autrice presenta fiabe note (Biancaneve e i sette nani, Cappuccetto Rosso, Hansel e Gretel, Il lupo e i sette capretti, Cenerentola, I tre porcellini), alcune delle quali di patrimonio universale, facendo leva sulla carica evocativa e sul potere dell’immedesimazione, per tradurre pensieri e emozioni dell’infanzia in una lingua nuova per il bambino straniero.

Ciascuna fiaba si compone di un glossario; il lessico è ripreso attraverso immagini, esercizi di abbinamento e di insiemi; schemi e illustrazioni permettono di sistematizzare nozioni semplici di grammatica, in una atmosfera ludica.

L’insegnante si può servire dei testi anche per esercitare l’abilità di ascolto. A tal proposito, qualora l’insegnante conoscesse la LM dell’allievo/ degli allievi (situazione naturale per i mediatori culturali), una tecnica, utilissima nell’insegnamento a principianti, è il racconto bilingue, frutto del genio creativo di Mario Rinvolucri (Deller S., Rinvolucri M. 2002, Using the Mother Tongue, Delta Publishing). L’insegnante è tenuto a raccontare ai neoarrivati una fiaba nella loro LM, pur servendosi qua e là di termini propri della L2/LS (nel nostro caso l’italiano). Progressivamente, in lezioni successive, la fiaba verrà ripetuta, ma il peso lessicale in LS sarà sempre maggiore, fino ad arrivare, dopo un certo arco di tempo, a raccontare la fiaba interamente in LS!

Per rendere chiara l’applicazione attingiamo ad una tra le fiabe presenti nella raccolta di Luise, Il lupo e i sette capretti. Immaginiamo di rivolgerci ad una classe di studenti italiani, principianti, che studiano tedesco. Illustriamo l’esempio nel testo che segue (reso possibile grazie all’aiuto linguistico di Günther Zieglmeier, che ringraziamo).

Nb: Per comodità le parole chiave –capra e capretti–, possono essere illustrate mediante una immagine o un disegno. Inoltre l’insegnante, in classe, si può servire di tutto ciò che può rendere l’input comprensibile: gesti, reali, suoni, ecc.

 

C'era una volta una Ziege che aveva sieben Geißlein

Un giorno chiamò i suoi piccoli e disse: "Meine Geißlein, devo andare a fare la spesa: mi raccomando, non aprite la Tür a nessuno. Se vi trova den bösen Wolf, Er frisst Euch in un solo boccone. Ricordate che il Wolf ha una brutta Stimme ed è tutto nero ".

I capretti promisero alla Mutter di stare molto attenti, e la salutarono.

Dopo poco, il Wolf klopft an der Tür: Wer ist da?”chiesero i Geißlein.

Mutter ist da, aprite” disse una Stimme profonda e rauca; "Non è vero, Du bist nicht unsere Mutter: lei ha una Stimme dolce e gentile: Du bist der böse Wolf: Geh’ weg".

Allora il Wolf andò in pasticceria a comprare un sacco di Süssigkeiten per addolcire la sua Stimme, le mangiò e tornò e klopft an die Tür der Geißlein: "Ich bin Eure Mutter aprite!" disse con una Stimme dolce e gentile.

Ma i Gleißlein risposero: "Metti deine Pfoten ans Fenster così vediamo se sei davvero unsere Mutter". Quando videro le Pfoten nere del Wolf sulla Fenster, lo cacciarono via: "Du bist nicht unsere Mutter: lei ha weisse Pfoten e morbide,

Il Wolf allora corse al Mühle, dove prese un sacco di Mehl per infarinare seine Pfoten nere e klopft an die Tür der Geißlein "Ich bin Eure Mutter, aprite!" disse con Stimme dolce e gentile, appoggiando le due weissen Pfoten ans Fenster.

I Geißlein, sentirono una Stimme dolce e gentile, e videro due weissen Pfoten: aprirono la Tür e… Der böse Wolf springt ins Haus.

I Gleißlein, spaventati, cercarono di nascondersi: das Erste si nascose sotto il Bett, das Zweite dentro all'armadio, das Dritte dietro alla tenda, das Vierte sopra la credenza, das Fünfte nella vasca da bagno, das Sechste sotto al tavolo, das siebte in der Pendeluhr. Il Wolf li trovò tutti e frisst sie in un solo boccone: solo l'ultimo dei Gleißlein, chiuso in der Pendeluhr, restò zitto e fermo, e il Wolf non riuscì a trovarlo.

Dopo quella mangiata, il Wolf uscì dalla Haus dei Gleißlein e si mise sotto a un Baum, nel bosco.

Quando die Mutter Ziege zurück kommt nach Hause, non trovò nessuno. Disperata, chiamò i suoi piccoli, ma le rispose solo una Stimme aus der Pendeluhr: "Mutter, hier bin Ich: è venuto Der böse Wolf, er hat alle gefressen i miei fratelli"; la Mutter Ziege aprì die Tür der Pendeluhr, tirò fuori il suo Geißlein e lo consolò, poi, insieme, uscirono e andarono a cercare il Wolf. Arrivati nel bosco, trovarono il Wolf che schläft sotto a un Baum. Allora die Mutter Ziege mandò il piccolo nach Hause, a prendere die Schere, l'ago e il filo; poi, mit der Schere, tagliò den Bauch des Wolf: uno dopo l'altro tutti i sei Gleißlein saltarono fuori e si misero a ballare dalla gioia.

Ma la Mutter disse: "Presto: andate a cercare delle Steine per riempire den Bauch des Wolf, ma fate veloci, altrimenti si sveglia!".

La Ziege riempì den Bauch des Wolf mit den Steinen, la cucì con l'ago e il filo, poi, insieme ai suoi Geißlein, corse nach Hause.

[…] Il Wolf si svegliò: si sentiva pesante, e aveva molta Durst, ma quando si avvicinò al Fluss per trinken, il peso delle Steine lo trascinò ins Wasser e lo fece annegare.

Da quel giorno i Geißlein vissero felici e contenti insieme alla loro Mutter. 

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