Giugno 2005  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
Flavia Santoianno, Maura Striano Immagini e teorie della mente. Prospettive pedagogiche di Paolo Torresan

  AUTORE: Flavia Santoianni, Maura Striano
TITOLO: Immagini e teorie della mente. Prospettive pedagogiche.
CITTÀ: Roma
EDITORE: Carocci
ANNO: 2000
PAGINE: 193

Di metacognizione si comincia a parlare a partire dagli anni ’50, con uno studio pionieristico sulle strategie di pensiero adottate da alcuni studenti universitari statunitensi durante le risoluzione di determinati compiti scolastici (BLOOM., B. S., 1950, Problem Solving Processes of College Students, University of Chicago Press, Chicago).

A distanza di mezzo secolo, il volume di Santoianni e Striano riprende le varie teorie sulla mente e indaga la metacognizione come pratica didattica.

La metacognizione è un atteggiamento introspettivo che permette all’individuo di raggiungere una certa consapevolezza riguardo alle proprie strategie, credenze e teorie circa l’apprendimento.

Tali strategie, credenze e teorie sono spesso implicite e inconsapevoli, frutto di forze culturali mediate dalla famiglia, dalla scuola o dal gruppo dei pari, e che nel tempo si possono rivelare inefficaci, se non addirittura fallimentari.

Ora, far sì che la persona rifletta sul proprio modo di imparare, e più in generale di pensare, ha lo scopo di promuovere il suo senso di responsabilità e di autonomia. Si tratta di un processo guidato nelle prime fasi, in cui l’insegnante facilita contesti metacognitivi, determina cioè quello che nella più recente letteratura di ispirazione vygotskijana è noto come “scaffolding”, una impalcatura cognitiva, la quale via via viene demolita, in un processo di “fading”, mano a mano che matura l’interiorizzazione da parte del soggetto delle pratiche mediate dall’insegnante. Il punto più delicato dell’operazione sta nel trasmettere la significatività di un processo metacognitivo, far in modo cioè che lo studente percepisca che consapevolezza equivale a libertà, a flessibilità e a competenza strategica.

Sulla scorta di Flavell (FLAVELL, J. H., 1981, Cognitive Monitoring, in W. P. Dickson (ed.), Children’s Oral Communication Skills, Academic Press, NY), Cornoldi (CORNOLDI, C., 1995, Metacognizione e Apprendimento, Il Mulino, Bologna), pensatore a cui le autrici si ispirano, ritiene che un atteggiamento metacognitivo, e quindi riflessivo, possa essere indotto da situazioni di difficoltà, come l’insorgere di elementi inediti e imprevisti, il confronto con il rischio (cognitivo, beninteso), la sperimentazione dell’errore, che impone allo studente di ritornare sui propri passi.

Nel modello pluralista di Gardner, suddette esperienze favoriscono, attraverso l’introspezione , la cosiddetta intelligenza intrapersonale, che orchestra e orienta la sinergia tra le altre facoltà intellettive.

Nel complesso, questa ricerca, benché ottimamente documentata, presenta alcuni limiti per quanto riguarda l’omogeneità degli interventi: serena la prosa della Striano, (antipaticamente) buia quella della Santoianni; i capitoli, inoltre, danno l’impressione di essere articoli ripresi e giustapposti, anziché parti di un ragionamento organico. Riteniamo però che l’insegnante di italiano possa attingervi informazioni utili, da affiancare a strumenti più operativi, come le attività dell’ottimo Ways of Doing (curato da Mario Rinvolucri e Paul Davies per i tipi della CUP, 1982), pensate appunto per gli insegnanti di lingue.   

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