Aprile 2012  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
A. Benucci, V. Bianchi, E. Tronconi con la collaborazione di P. Giannelli, L’ora di italiano. Manuale di italiano per stranieri negli istituti penitenziari di Serena Carmignani

AUTORI: Antonella Benucci, Veronica Bianchi, Elisabetta Tronconi con la collaborazione di Pierpaola Giannelli
TITOLO: L’ora di italiano. Manuale di italiano per stranieri negli istituti penitenziari
CITTÀ: Perugia
EDITORE: Guerra Edizioni
ANNO: 2010

L’ora di italiano è un manuale con moduli di apprendimento specifici per la sopravvivenza comunicativa in carcere. Come manifestato nell’introduzione da parte di Antonella Benucci, mira a far raggiungere un livello di competenza A1 e A2 iniziale, è ispirato al concetto di abilità parziali ma fortemente orientato alla modalità di comprensione e produzione scritta, molto importanti nel contesto penitenziario italiano. Il manuale è concepito utilizzando il sillabo elaborato in un testo precedente di Benucci (Italiano libera-mente, Guerra Edizioni, 2007) e integrato dal ricorso al «Vocabolario di Base» creato da Tullio De Mauro con l’aggiunta di vocaboli specifici dai testi più ricorrenti in carcere.

 

Il manuale è articolato in 7 moduli corrispondenti ad altrettanti temi ed è corredato da un’appendice grammaticale e un glossario. I moduli, vista l’alta discontinuità di frequenza alle lezioni di questo tipo di pubblico, sono segmenti completi in sé stessi, capitalizzabili e spendibili nell’immediato. Ogni modulo presenta un certo numero di testi, privilegiando materiali autentici. Non è trascurata l’osservazione e la riflessione sugli aspetti linguistici, alla quale sono dedicate le apposite sezioni Osserva e rifletti, né mancano momenti di sistematizzazione, di fissazione e di rinforzo dei concetti appresi.

Questo metodo è particolarmente efficace con apprendenti che non hanno seguito corsi di lingua regolari, ma che hanno vissuto in maniere diverse l’immersione in ambiente italofono, e che presentano quindi una conoscenza spontanea e “disordinata” della lingua. Il criterio di presentazione degli elementi linguistici è sempre quello della concretezza, a cominciare da contesti reali e dall’esperienza quotidiana, rispettando i ritmi di apprendimento.

Il punto di partenza è il bisogno dei detenuti stranieri di acquisire i primi elementi della lingua orale relativi all’esigenza della vita quotidiana carceraria (presentarsi, salutare, indicare la propria nazionalità ecc.) e, allo stesso tempo, della lingua scritta per compilare i vari moduli relativi al mondo carcerario (lista della spesa, richieste per visite mediche, domande per ottenere colloqui).

Le creatrici del manuale, partendo dall’analisi dei bisogni dei discenti reclusi, sono attente a presentare attività che facilitino la rimozione di blocchi di tipo relazionale, mettendo l’utente a proprio agio ed aumentando la soglia di fiducia in sé stesso. Le autrici infatti non dimenticano che l’adulto impara se coinvolto e se è in grado di misurare periodicamente i risultati ottenuti a tutti i livelli: interazione con il personale carcerario, interpretazione delle regole dell’istituto di pena, espressione dei propri sentimenti e bisogni fisici.

Le proposte didattiche sono sempre molto semplici e vengono proposte con l’ausilio di disegni e fotografie, infatti il ricorso al codice iconico arricchisce tutto il manuale. Dal Modulo 0, Per iniziare, ai Moduli successivi Chi sono, La famiglia e la propria vita, Il corpo e la cura della persona, Lo studio e il lavoro, Luoghi dentro, Luoghi fuori, si crea un percorso di crescita rappresentato dall’acquisizione della lingua italiana. Su un piano pragmatico questo significa per il detenuto straniero possedere gli strumenti di base che gli permetteranno di soddisfare bisogni primari, usufruire di servizi, espletare le varie pratiche e, soprattutto, trovare un’occupazione all’interno dell’istituto di pena.

Colmando un vuoto, L’ora di italiano si presenta quale valido strumento didattico in quanto fa entrare in contatto l’apprendente recluso con una grande quantità di input in L2 e con diverse varietà del repertorio sociolinguistico.

 

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