Settembre 2010  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
A. Benucci, Contenuti, metodi e approcci per insegnare italiano a stranieri di Giulia Grosso

AUTRICE: A. Benucci
TITOLO: Contenuti, metodi e approcci per insegnare italiano a stranieri
CITTA': Perugia
EDITORE: Guerra
ANNO: 2008

 

Il volume in oggetto fa parte della collana “Riflessioni didattiche per l'italiano – RIDIT” del Centro Linguistico dell'Università per Stranieri di Siena e raccoglie alcuni interventi sulla formazione realizzata all'interno del Master in “Contenuti, metodi e approcci per insegnare italiano a stranieri” del Centro Linguistico dell’Università per Stranieri di Siena”.
I contributi sono frutto di riflessioni sia dei docenti che degli studenti del Master, un'interessante doppia prospettiva che evidenzia in maniera immediata la connessione fra strumenti di lavoro, teorici e pratici, forniti durante l'esperienza di formazione, e la rielaborazione degli stessi, prontamente tradotti in proposte operative da parte dei partecipanti al Master.
In molti dei contributi si evidenzia la sempre maggiore necessità di confrontarsi con i bisogni di apprendenti immigrati, adulti e non, e conseguentemente di adattare gli strumenti teorici e le pratiche operative a questo tipo di profilo.
Nella prima parte, i docenti formatori del Master evidenziano attraverso i diversi interventi alcuni importanti strumenti per affrontare la classe di italiano L2/LS.
La curatrice Antonella Benucci, direttrice del Centro Linguistico dell'Università per Stranieri di Siena, offre una panoramica sulle più rilevanti problematiche della formazione di insegnanti di italiano a stranieri, sia in Italia che in prospettiva europea. Vengono poi presentati alcuni strumenti operativi usati per il Master ovvero un questionario di rilevazione delle competenze in entrata e una scheda per il tirocinio, oltre che un esempio di prova d'esame del Master e una scheda per la costruzione di percorsi didattici.
L'intervento di Villarini, partendo dall'evoluzione della glottodidattica (dal metodo all'approccio, dal docente maestro al docente coordinatore/facilitatore) sottolinea la necessità di ampliare la prospettiva dell'insegnante di italiano L2 alle altre discipline che da anni si occupano di apprendimento linguistico; afferma poi la centralità della nuova figura di apprendente, il cui perno sono i concetti di libertà - intesa soprattutto come libertà d'espressione dei propri bisogni- e partecipazione, intesa come autoconsapevolezza per promuovere il raggiungimento degli obiettivi formativi.
Spagnesi si interroga invece sulla necessità di centrare il processo di insegnamento/apprendimento sull'acquisizione di competenze relative al “comunicare” e sull'uso di testi che siano “luoghi di parole”, ovvero capaci di veicolare contenuti autentici e significativi per l'apprendente. L'intervento si conclude con alcuni esempi di prove di verifica a conclusione dei Moduli di Master.
Il contributo di Cassandro descrive nel dettaglio l'elaborazione di un project work in una classe di italiano L2 e dei suoi obiettivi didattici, dall'individuazione del centro d'interesse alla definizione degli scopi del progetto, alla scelta dei generi testuali e delle verifiche, sempre tenendo in considerazione il Quadro Comune Europeo.
Elisabetta Tronconi fornisce ai futuri insegnanti degli utili suggerimenti per portare a termine una proficua osservazione e sperimentazione della pratica operativa durante l'esperienza di tirocinio prevista dal Master e, più in generale, nelle situazioni di compresenza in classe di insegnanti e tirocinanti.
Dai contribuiti di questa prima parte si evince che i concetti di plurilinguismo e pluriculturalismo, proposti dal Consiglio d'Europa, sono obiettivi formativi fondamentali da perseguire, sia attraverso le esperienze scolastiche che attraverso la formazione permanente dell'apprendente. La necessità di analizzare e negoziare i bisogni formativi degli apprendenti emerge soprattutto nel caso degli immigrati apprendenti di italiano L2 ma continua ad essere fondamentale per tutte le tipologie di destinatari dei corsi di lingua italiana L2/LS..

La seconda parte del volume è dedicata ad una selezione delle più valide proposte operative/ricerche di alcuni studenti del Master elaborate nelle tesi finali del Master.
Stefania Carella fa proprio il concetto di sostenibilità, applicandolo alla glottodidattica ed in particolare al concetto di sillabo. Il “sillabo sostenibile” diventa così un tipo di approccio alla didattica che rispetti le diversità di ciascun apprendente e i naturali processi di acquisizione e che potenzi l'apprendimento autonomo e strategico e lo sviluppo di competenze in linea con quanto previsto dal Quadro Comune Europeo e con il programma Life Long Learning. Carella fornisce infine un'interessante proposta di “sillabo sostenibile” destinato prevalentemente ad adulti immigrati ma proponibile (seppur con alcune limitazioni) anche ad altri profili di apprendenti.
Il contributo di Giampiero Dall'Angelo richiama le origini e le principali caratteristiche, le tecniche didattiche della Suggestopedia, descrivendo l'Unità di lavoro suggestopedica. Tratteggia poi un quadro dei corsi di formazione in ambito suggestopedico svolti in Germania, tra cui i seminari di Katia Riedel e i corsi di formazione per insegnanti di Zamyat M. Klein, comparandoli con la situazione dell'Italia, in cui solo recentemente si è risvegliato l’interesse per questo metodo grazie al lavoro dell'Associazione Italiana Nuove Metodologie Suggestopediche.
Fabio Sciarretta offre un contributo su un'interessante sperimentazione della didattica per progetti realizzata durante un corso di italiano per donne immigrate. “Cercolavoro”, questo il nome del progetto che ha fornito alle donne strumenti sociolinguistici per favorirne l'inserimento lavorativo, coniuga la dimensione operativa della metodologia glottodidattica del project work con lo sviluppo di competenze trasversali che riguardano l'integrazione nel contesto locale di accoglienza.
Ana Vilkeviciute descrive invece la situazione della lingua italiana in Lituania, attraverso l'analisi di dati ottenuti da questionari somministrati a studenti universitari che frequentano corsi di italiano nelle università lituane; dopo aver sottolineato le difficoltà pragmatiche e culturali in cui incorrono gli studenti di italiano LS in Lituania evidenzia la necessità dell'uso di metodi prevalentemente incentrati sulla comunicazione e di materiali autentici.
Infine Fiammetta Cistriani evidenzia le connessioni tra approccio comunicativo e uso degli audiovisivi. Di particolare interesse risultano le considerazioni tra concetto di competenza comunicativa – e quindi anche sociolinguistica, culturale e pragmatica – e uso degli audiovisivi, che offrono, secondo l'autrice, spunti per trasmettere materiali linguistici autentici e diversificati per varietà diastratiche, diatopiche, ecc. Segue un esempio di unità didattica destinata a studenti universitari di livello C2 incentrata su uno spezzone di un film e corredata da attività ed esercizi di vario tipo. 

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