Novembre 2004 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
La presenza di alunni stranieri ha determinato nel nostro istituto una riflessione da parte della comunità educante su procedure, modalità e prassi di inserimento dei neo-arrivati.
La particolarità di questa esperienza è data da alcune caratteristiche che l’hanno condizionata, ma che hanno permesso di mantenere la proposta ad un livello di effettiva praticabilità:
-il testo del protocollo non riflette dichiarazioni di intenti ma procedure approvate dal Collegio dei Docenti e sostanzialmente condivise;
-non si tratta di un testo fissato nelle linee teoriche al quale si vorrebbe con il tempo aderire in modo più efficace, ma è una raccolta a posteriori delle pratiche operate da qualche anno nel nostro istituto, nel quale il progetto di riferimento, denominato “Facilitare 5”, ribadisce la continuità del gruppo di lavoro che lo elabora e che ne cura la conduzione.
Le prassi descritte presentano un buon livello di trasferibilità, alla portata probabilmente di ogni istituzione scolastica: altri protocolli ed altre esperienze potranno proporre soluzioni tecnicamente più complesse o più soddisfacenti.
Presentiamo perciò quanto collaudato, sicuramente perfettibile, con atteggiamento di flessibilità, indispensabile in periodi di transizione come quelli attuali, sulla base della riforma prevista dalla Legge 53/03.
Il punto di partenza
L’esperienza è maturata nell’istituto comprensivo di Istrana, un comune alla prima periferia di Treviso, interessato da alcuni anni dal fenomeno migratorio: gli alunni stranieri appartengono ad almeno 20 diverse nazionalità, il loro numero attualmente oscilla tra il 12 e il 13% circa, rispetto alla totalità della popolazione scolastica, migranti compresi. Alunni di nazionalità cinese e compagni provenienti da Albania ed Ex-Jugoslavia costituiscono le componenti di studenti stranieri numericamente più rilevanti nella nostra scuola.
Nel tempo la comunità educante ha sviluppato esperienze e competenze didattiche, formative e progettuali per sostenere l’integrazione degli alunni stranieri e il loro diritto allo studio, contemperando al meglio i loro bisogni formativi, con quanto le risorse finanziarie e prima di tutto professionali ci abbiano permesso di perseguire.
Le motivazioni e i problemi di partenza dai quali l’esperienza ha preso avvio sono stati innanzitutto la volontà di superare il rischio della frammentarietà degli interventi, o delle soluzioni a problemi contingenti in un’ ottica settoriale, tenendo conto invece della complessità delle situazioni e della globalità dell’alunno.
Un passaggio obbligato è stato superare la percezione di emergenza avvertita dai docenti in alcune circostanze, fonti di spiccata criticità a causa della loro ricorrenza, pressoché ciclica. Tra queste, per esempio, alcuni inserimenti nell’ultimo mese di scuola, in condizioni di assoluta impotenza davanti alla difficoltà di produrre tracce apprezzabili di scolarità pregressa e di approntare interventi adeguati; difficoltà comunicative persistenti con l’alunno, difficoltà a trovare in qualche caso un linguaggio comune con la famiglia (non ci si riferisce alla lingua per comunicare ma alla “enciclopedia” del mondo e alle aspettative della famiglia sulla base del modello scolastico del paese di appartenenza), rischio di delega al docente di italiano o di lingua straniera, mancanza di risorse e supporti stabili.
All’interno di questo quadro di criticità e di complessità, mi sembra altrettanto rilevante segnalare l’aiuto che alle scuole deriva dalla possibilità di autodeterminazione in alcuni ambiti (seppure entro i limiti previsti e nel rispetto della normativa vigente) in regime di autonomia scolastica: forse è tempo di superare la richiesta di strumenti legislativi “speciali” o straordinari in riferimento alla presenza degli alunni stranieri nelle nostre scuole e potenziare la conoscenza e l’applicazione della normativa esistente.
Un bilancio di complessità …
La tabella che segue propone un quadro di sintesi degli elementi di complessità della realtà scolastica nella quale è maturata l’esperienza e delle conseguenze o dei problemi aperti rilevati.
DATO DI COMPLESSITÀ | CONSEGUENZE E PROBLEMI APERTI |
-concentrazione degli alunni stranieri in alcuni plessi dell’istituto u | difficoltà iniziali nel coinvolgere i plessi non ancora interessati dal flusso migratorio, percezione di aggravio del proprio lavoro per i docenti operanti nei plessi a più alta concentrazione di presenze straniere |
-elevato numero di nazionalità diverse | adeguamento della didattica a tipologie linguistiche talvolta molto distanti dalla lingua italiana all’interno della stessa classe |
-l’arrivo degli alunni nei momenti più diversi dell’anno scolastico u | tempi compressi, rischio di ripetenza, disorientamento dell’alunno, necessità di attivare dispositivi e interventi |
-sistemi valoriali diversi e di visioni del mondo diverse u | rischio di incidenti interculturali (es. gestione del curricolo socio-affettivo, assunzione di cibi a mensa) |
-complessità delle classi accoglienti u | alunni stranieri inseriti in classi che presentano: alunni in situazione di difficoltà di apprendimento, alunni portatori di disagio a vario titolo alunni in situazione di difficoltà, ma in condizioni valutate come non certificabili, alunni diversamente abili supportati da docenti di sostegno per un numero di ore talvolta al di sotto del fabbisogno |
-esiguo numero di ore disponibili ricavate dal completamento orario, nessun docente facilitatore distaccato, difficoltà da parte dei docenti ad effettuare interventi in ore eccedenti per il carico di lavoro globalmente sostenuto u |
reperibilità di personale interno disponibile a svolgere ore eccedenti su progetto, ottimizzazione degli interventi, ampliamento del numero di docenti che abbiano maturato esperienze significative e di docenti formati. |
Per cercare le risposte ai vari problemi aperti ci è sembrato utile passare alla formalizzazione del protocollo secondo quando l’esperienza sviluppata all’ interno del nostro istituto ci suggeriva, sulla scorta delle indicazioni della pedagogia interculturale e della normativa vigente.
Lo scopo del lavoro è stato perciò orientare i comportamenti di tutto il personale, chiarire le prassi burocratiche e favorire l’instaurarsi di relazioni educativo-didattiche improntate a quanto il dibattito accademico permette di filtrare alle scuole in vari ambiti, da quello pedagogico a quello linguistico, fino allo specifico dell’insegnamento dell’IL2.
I destinatari finali dell’esperienza condotta risultano essere non solo gli alunni stranieri, ma tutti gli alunni iscritti e tutta la comunità educante.
Gli obiettivi previsti dalla formalizzazione del protocollo sono stati:
- fornire un supporto al lavoro del docente
- rappresentare uno strumento orientativo per tutto il personale della nostra scuola
- costituire una ulteriore garanzia per tutti gli alunni e per gli studenti stranieri
- diventare fonte di condivisione e occasione di dibattito all’ interno dell’istituto.
Documentarsi a partire dall’esistente: i riferimenti teorici
Prototipi autorevoli di protocolli o testi contenenti linee guida sono editi in vari siti e riviste on-line. Lo studio e la consultazione di questo materiale è un passaggio ineluttabile.
All’inizio istituti piccoli e con risorse modeste potrebbero interpretare alcune delle soluzioni proposte dalla letteratura moderna sull’argomento come “inarrivabili”. Al contrario, un punto di partenza solido fornirà dei presupposti chiari: come utilizzare il mediatore nella scuola, perché è bene evitare di “consigliare vivamente” a genitori stranieri di parlare in italiano in casa con i loro figli, perché è bene sapere che cosa è la fase del silenzio, se si può e come organizzare il necessario adattamento dei programmi, come attivare i colloqui di accoglienza, su quali criteri fondare la scelta della classe di inserimento.
I principali studi dei quali ci si è avvalsi sono stati:
http://www.centrocome.it/ al link materiali e strumenti (in particolare cfr. i contributi su protocollo e vademecum di G. Favaro, G. Bettinelli e A. Plazzotta);
http://associazioni.comune.firenze.it/ilsa.dcp.htm in particolare il contributo apparso in Didattica e Classe Plurilingue n.° 8, gennaio-aprile 2004, Proposte per un percorso di accoglienza di alunni stranieri nella scuola italiana, a cura di Massimo Maggini.
http://www.itals.it/index.php Bollettino ITALS dell’aprile 2003, dove si può leggere una proposta-esperienza di protocollo raccontata da Francesca Della Puppa.
Altri riferimenti sitografici:
Progetto ALIAS in: http://venus.unive.it/aliasve/index.php.
http://venus.unive.it/italdue.
La tentazione di effettuare “prelievi” da una così considerevole documentazione è in agguato: ma i punti di sutura di un testo “copia-incolla” reggerebbero alle pressioni e alle problematiche interne di ogni istituto?
Come sarebbe possibile trapiantare ineccepibili esperienze, autorevoli, ma forse in qualche caso un po’ lontane, adottare soluzioni “alte” e “altre”, senza tener conto della storia di ogni istituto, delle esperienze e delle relazioni tra coloro che vi operano?
La validità della proposta sta a mio avviso nel fatto che essa documenta un percorso magari modesto, ma collaudato, pur con il perdurare delle difficoltà, di alcune resistenze o tempi diversi di assimilazione, e quindi pur con tutte le fragilità ed i limiti dovuti a finanziamenti talvolta non continuativi, avvicendamento di personale, percezione sociale dello straniero, attuale dibattito interno al mondo della scuola.
Tessere la rete di collaborazioni:
dall’esperienza del gruppo di lavoro al collegio tematico.
Nel corso del tempo la commissione per l’inserimento degli alunni stranieri ha messo a punto degli strumenti e ha individuato, insieme ai docenti che le hanno sperimentate, alcune prassi che potessero offrire risposte ai problemi di gestione degli alunni stranieri, alle dinamiche del loro inserimento scolastico e dei rapporti con le famiglie.
Sono state valorizzate come risorse alcune componenti che abbiamo individuato come elementi favorevoli all’iniziativa:
- l’offerta formativa (esperienza prolungata di tempo prolungato) ha potenziato la didattica laboratoriale, operativa e modulare: sono competenze dei consigli di classe che facilitano la didattica nelle classi plurilingue.
- L’ esperienza maturata nell’insegnamento della doppia lingua straniera, in 2 dei 4 corsi sui quali la scuola media è articolata, ha prodotto un potenziamento delle competenze glottodidattiche dei docenti di LS e il consolidamento di esperienze didattiche interdisciplinari, trasferibili ora anche nelle classi dove il bilinguismo sia previsto dal curricolo (attuali classi prime della secondaria di primo grado).
- La presenza di alcuni docenti che hanno realizzato uno specifico percorso di formazione (Progetto ALIAS) per la didattica dell’italiano come lingua seconda a stranieri, ci ha permesso di avere un canale di contatto e un dialogo, seppure indiretto, con l’Università.
- Il rapporto di collaborazione consolidato con l’USSL n.9, ed in particolare con i referenti dei progetti applicativi della L. 285, ci ha permesso di fruire del servizio di mediazione culturale secondo le necessità dell’istituto ed entro una cornice più ampia, di parametri fissati sul territorio.
- Il lavoro in Rete (l’Istituto aderisce alla Rete “Integrazione alunni stranieri” che fa capo al Primo Circolo didattico di Treviso) con altri istituti di ogni ordine e grado ha favorito il dibattito culturale, ha permesso di approfondire le tematiche e le varie emergenze nei momenti di formazione e di sperimentare una progettazione in comune.
Il nucleo originario del protocollo è consistito nel documento di istituto e di rete sulla valutazione. Il dibattito si è esteso ai criteri di inserimento nella classe e alle problematiche connesse all’accoglienza. Quindi si è lavorato alla registrazione e formalizzazione delle prassi adottate per l’accompagnamento allo studio fino all’esame di licenza media e al raccordo con gli istituti superiori prescelti dagli alunni.
Hanno collaborato alla stesura con suggerimenti, esperienze e revisione del testo: i docenti della commissione, altri insegnanti dell’istituto e il Dirigente Scolastico che ha permesso la condivisione “formale” del documento attraverso un collegio tematico, nel quale dare modo a tutti i docenti di fissare le scelte e le linee alle quali il protocollo si ispira, e di farle diventare patrimonio comune, ribadendo nel contempo la necessaria flessibilità dovuta al particolare momento di transizione che la scuola sta vivendo.
In relazione ad alcune parti del prodotto finale, riferite a questioni normative, l’Istituto ha fruito della collaborazione della Preside Antonia Moretti del CSA di Treviso.
Effetto di ricaduta e risultati.
Gli aspetti della vita scolastica sui quali probabilmente si è inciso nel tempo in modo più significativo sono stati alcuni “nodi”, dalla scelta della classe, alla valutazione, alla programmazione, non sempre e definitivamente sciolti, anche perché ogni alunno è un caso a sé, talvolta risorsa per tutto il gruppo classe, talvolta portatore di situazioni di disagio-problema da affrontare non con dispositivi standard ma con la necessaria flessibilità.
In sintesi vengono presentati alcuni dei risultati più apprezzabili.
- I criteri di assegnazione alla classe toccano un punto centrale dell’impianto del protocollo: il coinvolgimento e la condivisione su questo aspetto sono essenziali per favorire un clima di chiarezza comunicativa e condivisione di responsabilità tra colleghi.
- Il coordinamento con il mediatore culturale è operazione non facoltativa e preliminare ad ogni intervento per favorire il buon esito della collaborazione.
- L’educazione interculturale diventa approccio trasversale ai curricoli, anziché la somma di singoli progetti di classe e viene così evitata la sua percezione come materia a sé, per la quale debbano essere strutturati esclusivamente percorsi extra-curricolo.
- Gli ambiti dei compiti e funzioni dei docenti o del personale scolastico sono stati delimitati e circoscritti a beneficio dell’organizzazione generale riducendo il rischio di delega.
- Gli interventi di aggregazione dei destinatari al di fuori del gruppo classe sono dispositivi facilitanti, necessari ma temporanei: l’obiettivo che ci si prefigge è il coinvolgimento dell’alunno in tutte le attività insieme con il suo gruppo classe.
- I docenti coinvolti nel progetto hanno nel tempo, di anno in anno, contribuito a diffondere una cultura del “farsi carico” della complessità, non come slancio di pochi, ma come operazione condivisa da un gruppo motivato di docenti in grado di produrre effetti di ricaduta sui consigli di classe in cui sono inseriti.
- L’ambiente scuola viene vissuto come ambiente favorevole dalla maggior parte degli alunni stranieri: instaurano contatti indispensabili con il gruppo dei pari per il loro star bene a scuola e relazioni di fiducia con i docenti.
Altro si potrebbe dire a margine di quanto già proposto sulla storia, sul percorso di lavoro, sulla valutazione degli esiti prodotti in riferimento alla specificità del progetto di istituto: in questa sede si ritiene opportuno rinviare al sito del Progetto “GOLD”, Global on line documentation, accessibile dal sito dell’ I.R.R.E. del Veneto. Nella banca dati “Gold”, all’indirizzo: http://gold.indire.it/nazionale/regionale/veneto/index.htm è possibile accedere ad una sezione del protocollo e alla scheda esplicativa secondo i parametri previsti dal sistema di documentazione delle buone pratiche della scuola italiana.
Qui di seguito per rendere l’idea del contesto generale e per esemplificare quanto previsto, proponiamo:
Indice
Introduzione
Schema di sintesi.
Paragrafi 1-3 .
Si è scelto di selezionare una sezione autosufficiente e relativa ad uno stesso tema: procedure e buone prassi relative all’accoglienza nella scuola e nella classe.
L’indice dà conto del quadro completo del protocollo entro il quale si inserisce la sezione individuata.
Nei paragrafi del protocollo si fa riferimento a documenti di vario tipo (cui corrisponde una denominazione di allegato) qui omessi per la loro natura contingente, oppure perché riferimenti normativi ad elevata diffusione anche informatica sul web, oppure perché si tratta di materiale redatto da personale esterno all’amministrazione scolastica.
Scuola primaria e secondaria di primo grado
PROTOCOLLO
per alunni stranieri
DALLA ACCOGLIENZA ALLA VALUTAZIONE
INDICE:
Introduzione
Elenco allegati
Schema di sintesi
1.Procedure per l’iscrizione
2.Colloquio di accoglienza
3.Criteri di assegnazione alla classe
4.Inserimento nella classe
5.Intervento del mediatore linguistico-culturale
6.Programmazione personalizzata del team/consiglio di classe
7.Educazione interculturale
8.Programmazione e inserimento nei laboratori di lingua IL2
9.Attività alternativa all’ I.R.C.
10.Orientamento
11.Curricolo socio-affettivo. Attività di educazione affettivo-sessuale
12.Collaborazione con il territorio
13.Colloqui/ Rapporti con le famiglie
14.Incarichi e deleghe
15.Raccordo con vari ordini di scuola
16.Valutazione
17.Seconda lingua straniera ed esonero
Situazioni particolari.
A cura di M. Dalle Fratte
L’obiettivo del presente protocollo è ripensare e condividere con il Collegio dei Docenti gli strumenti concettuali, didattici, normativi che ci permettono di far sì che la diversità del paese di origine (ma anche di esperienze, conoscenze, visione del mondo, sistema di valori) dei nostri alunni possa diventare una risorsa anziché costituire esclusivamente un problema.
Lo scopo del lavoro è orientare comportamenti di tutto il personale, prassi burocratiche e relazioni educativo-didattiche, secondo quando l’esperienza sviluppata all’ interno del nostro istituto suggerisce, sulla scorta delle indicazioni della pedagogia interculturale e della normativa vigente.
I destinatari finali del presente lavoro sono tutta la comunità educante e tutti gli alunni iscritti.
-non è un insieme di dispositivi rigidi
-non è strumento per mettere a norma la situazione immigrati nella scuola
-non è un insieme di vincoli per il docente.
-un supporto al lavoro del docente
-uno strumento orientativo per tutto il personale della nostra scuola
-una ulteriore garanzia per tutti gli alunni e per gli studenti stranieri
-fonte di condivisione e/o di dibattito all’ interno dell’istituto.
L’indice permette una rapida ricognizione e reperimento degli argomenti trattati in singoli paragrafi.
Le note hanno carattere puramente esplicativo e permettono al docente interessato un approfondimento. Danno conto dello stato del dibattito culturale e quindi consentono di comprendere le ragioni sottese a determinate scelte organizzative o didattiche.
Parte dei documenti presentati in allegato sono già stati oggetto di delibere formali e di approvazione da parte degli organi competenti, a riprova che non si è trattato di costruire ex-novo un documento pensato appositamente per soddisfare ai bisogni di definire un protocollo formale.
Si è trattato invece di raccogliere e sistematizzare le esperienze e le buone prassi che da qualche tempo abbiamo insieme collaudato all’ interno del nostro istituto.
Il lavoro potrà essere modificato o migliorato: al momento esso risponde ai bisogni riscontrati fino al presente anno scolastico.
Alcuni dispositivi o accordi potranno subire eventuali modifiche derivanti dalla normativa che referenzierà la L. 53 di riforma della scuola o altre disposizioni. Nel qual caso gli elementi di incompatibilità verranno riportati all’ attenzione del Collegio per revisione ed eventuale adattamento.
A |
Estratto dal DPR n. ° 394 del 31/08/99 articoli 1-3. |
B |
modulistica standard in italiano |
C |
modulistica dell’istituto tradotta in lingua albanese, rumena, cinese |
D |
Protocollo di accoglienza redatto dal gruppo di docenti della Rete di Treviso |
E |
Prototipo foglio-notizie |
F |
Modulo per la registrazione degli interventi del mediatore culturale |
F,1 |
Protocollo per interventi di prima accoglienza, redatto dalla Referente del progetto USSL e dal gruppo dei Mediatori. |
G |
Elenco bibliografia dello scaffale interculturale |
H |
Framework europeo delle lingue |
I |
programmazione di IL2 approvata dal collegio dei docenti |
L |
elenco testi in adozione per il laboratorio linguistico |
M |
strumenti per i Docenti delle classi accoglienti gli alunni che svolgono attività alternativa: scheda per il rilevamento delle attività programmate e per la stesura del giudizio 1°/2° quadrimestre. |
N |
Materiali esplicativi sulla tipologia degli istituti superiori (tradotti in lingua cinese). |
O |
Schede di comunicazione scuola-famiglia approntate per l’istituto, tradotte in lingua albanese, rumena, cinese |
P |
Comunicazioni varie tradotte nella sola lingua cinese |
Q |
Scheda di raccordo scuole elementare/media |
R |
Scheda di raccordo scuola media/istituti superiori |
S |
Estratto P.O.F |
T |
Documento guida sulla valutazione |
U |
Modulo per la valutazione del laboratorio linguistico da allegare al documento di valutazione (schede alunni). |
V |
Modello per richiesta esonero dalla seconda lingua straniera (classi secondaria di 1°, precedenti alla L. 53 di riforma della scuola). |
Z |
Materiali in lingua forniti dall’ Ussl n.9. |
CAPITOLO DEL PROTOCOLLO |
DESCRIZIONE DEL TIPO DI INTERVENTO |
SOGGETTI COINVOLTI |
TEMPI PREVISTI |
ALLEGATI |
ISCRIZIONE | Avvio procedure e acquisizione documenti | Genitori Addetto di segreteria |
All’atto di iscrizione | A B C |
COLLOQUIO DI ACCOGLIENZA | Presentazione offerta formativa. Biografia e scolarità pregressa. Proposta modalità di inserimento. |
Genitori Docente della commissione o Docente referente (eventualmente mediatore culturale) |
Prima fase di accoglienza | O |
ASSEGNAZIONE ALLA CLASSE: CRITERI | La commissione formula la proposta al Dirigente e al Collegio dei Docenti. | Commissione Dirigente scolastico Collegio dei Docenti |
Prima fase di accoglienza | A |
INSERIMENTO NELLA CLASSE | Comunicazioni ai docenti di classe, preparazione della classe e dispositivi di facilitazione comunicativa. | Docente referente Docenti del team o del consiglio di classe |
Prima dell’inserimento e dal primo giorno di frequenza dell’alunno | E |
INTERVENTO DEL MEDIATORE | Mediazione linguistico-culturale con la famiglia e con l’alunno. Accompagnamento allo studio nei primi tempi di inserimento. |
Docente referente Docenti richiedenti Dirigente s. Educatrice USSL Cooperativa Mediatore |
Fase iniziale Orientamento Attività interculturali Colloqui con la famiglia |
F F,1 |
CURRICOLO | Programmazione personalizzata e necessario adattamento dei programmi. | Tutti i docenti del team o consiglio di classe | Dopo l’accertamento di abilità e competenze | T |
EDUCAZIONE ALLA INTERCULTURA | Approccio ai curricoli. Progetti mirati. |
Tutti i docenti indipendentemente dalla presenza di alunni stranieri in classe | Nel corso dell’a.s. | G |
LABORATORI IL2 | Corsi di lingua italiana come lingua seconda da tenersi secondo progetto annuale. | Docente referente Docenti di laboratorio IL2 |
Nel corso dell’a.s. o come attività intensiva | H I U T |
ATTIVITA’ ALTERNATIVA I.R.C. | Attività : -didattiche e formative - di studio o ricerca individuali con assistenza docente. Inserimento in classi per attività di laboratorio. |
Commissione Docente IRC Docenti per attività alternativa Collegio dei Docenti |
Durante tutto l’a.s. | M |
ORIENTAMENTO | Offerta formativa territoriale e prerequisiti. Orientamento al progetto alunno e al progetto familiare. Incontri con i genitori. |
Commissione per l’Orientamento Docente referente |
Entro gennaio del terzo anno di scuola media | N |
ED. AFFETTIVO- SESSUALE | Comunicazione alle famiglie. Attività da progetto triennale. Uso di materiali adattati e/o in lingua. | Gruppo di docenti conduttori del progetto e docente referente per l’ed. sessuale. | Secondo scansione del progetto triennale di istituto | Materiali del Consul- torio rielaborati dai docenti |
TERRITORIO | Collaborazione con: reti di scuole servizi comune distretto sanitario gruppi di volontariato e associazioni |
Dirigente scolastico Docente referente Commissione |
Durante tutto l’a. s. | F1 N Z |
RAPPORTI CON LE FAMIGLIE | Colloqui con il supporto del mediatore linguistico-culturale. Supporto per comunicazioni di routine in lingua. |
Tutti i docenti | Durante tutto l’a. s. | O P |
POF | Incarichi e deleghe alla commissione e al docente referente | Tutti i docenti | Durante tutto l’a. s. | S |
RACCORDO | Raccordo per l’ inserimento degli alunni, equa distribuzione ( gruppi classe omogenei tra loro ) accompagnamento allo studio (ist. superiori). | Commissione formazione cl.1^ Docente referente Docenti coordinatori coinvolti |
Nei tempi di riunione e di lavoro concordati (cfr. cronogramma P.O.F.) | Q R N |
VALUTAZIONE | Valutazione formativa e certificativa. | Tutti i docenti | Durante tutto l’a. s. | T |
SECONDA LINGUA STRANIERA | Eventuale esonero su richiesta per classi ad ordinamento precedente alla L.53 del marzo 2003. | Fam. alunno Consiglio di classe Dirigente Scolastico |
Alunni inseriti in classi 2 o 3 medie con doppia LS per gli a.s. 04/05-05/06. | V |
1. PROCEDURE PER l’ ISCRIZIONE
Scuola primaria e secondaria di 1° grado.
I criteri “guida” sono fissati dal D.P.R. n. 394 del 31/08/99 che qui si riporta in sintesi nei commi 1 e 3: cfr. allegato A.
La Direttrice dei Servizi Amministrativi individua una figura di riferimento che cura i primi contatti con la famiglia.
Al momento il collaboratore amministrativo individuato è il Sig. V.B. Si utilizza il modulo standard in italiano (allegato B). In caso di diversa necessità è possibile ricorrere al modulo standard della scuola tradotto al momento nelle lingue: albanese (per famiglie albanesi e kosovare), cinese, rumeno (allegato C).
Tali lingue corrispondono infatti alle componenti maggiormente rappresentate tra gli alunni stranieri del nostro istituto.
Materiale tradotto in più lingue è presente nello scaffale intercultura e a disposizione della segreteria, sebbene parzialmente difforme dal modulo in utilizzo. Il collaboratore amministrativo incaricato provvede alla acquisizione della documentazione di prassi. Verranno richiesti e riprodotti in fotocopia integralmente o nelle parti salienti i seguenti documenti:
· documenti di identità o passaporto del Genitore e dell’alunno,
· il codice fiscale dell’alunno,
· i certificati attestanti le vaccinazioni o, in attesa di perfezionamento, la dichiarazione resa tramite autocertificazione del Genitore, attestante presso quale ASSL le vaccinazioni siano state effettuate in Italia,
· permesso di soggiorno,
· documenti scolastici pregressi o in attesa di perfezionamento, dichiarazione tramite modulo da parte dei genitori sul percorso scolastico compiuto dal figlio/-a. Viene fissato l’appuntamento con un Docente della commissione o con il Docente referente per il colloquio di accoglienza. I Docenti delegati dal Collegio allo scopo di curare l’accoglienza comunicano all’incaricato della segreteria gli orari di disponibilità, individuati in linea di massima in fasce orarie favorevoli alle famiglie. Le docenti referenti per la scuola elementare e per la scuola media, coadiuvate all’occorrenza da altri membri della commissione, curano i colloqui di accoglienza dell’alunno e della sua famiglia. La segreteria comunica al docente la conferma dell’appuntamento e predispone i documenti acquisiti alla consultazione della commissione. Acquisisce da subito un recapito telefonico di almeno un Genitore, (indipendentemente dalla comprensione della lingua italiana) per permettere comunicazioni essenziali anche vie brevi .
ALLEGATI A, B, C. A Estratto dal DPR n.° 394 del 31/08/99 articoli 1-3. B modulistica standard in italiano C modulistica dell’ istituto tradotta in lingua albanese, rumena, cinese.
2. IL COLLOQUIO DI ACCOGLIENZA
Il personale docente, delegato allo scopo, riceve la famiglia dell’alunno. Prima dell’incontro la commissione:
· si consulta preventivamente per formulare la proposta da rivolgere al Dirigente Scolastico e al team o al consiglio di classe della futura classe di inserimento.
· Vaglia la documentazione presentata
· acquisisce le informazioni necessarie per conoscere la situazione scolastica pregressa
· presenta alla famiglia l’offerta formativa prevista dall’istituto
· propone le modalità di inserimento del nuovo alunno.
Ai fini di agevolare il colloquio, i docenti potranno avvalersi del materiale di prima comunicazione tradotto in più lingue in dotazione alla scuola ( vedi allegato O). In caso di necessità si avvale della presenza del mediatore culturale. Dovranno essere acquisite le opzioni della famiglia circa l’offerta formativa. Alla famiglia andrà presentata l’offerta formativa relativa ai corsi di IL2 (Italiano come lingua seconda) attivati presso l’istituto o ogni altra iniziativa (moduli disciplinari, facilitazione linguistico-culturale, attività di supporto) tesa ad agevolare il percorso scolastico e l’apprendimento della nuova lingua all’alunno; verranno inoltre presentate le modalità della scuola italiana e le aspettative nei confronti dei rapporti con le famiglie degli alunni. Verranno acquisite informazioni sulle LS (=lingue straniere) studiate o sull’eventuale conoscenza di lingue di contatto [1]. Contestualmente verrà acquisita l’opzione della famiglia in merito a:
· la fruizione della mensa,
· la necessità del trasporto scolastico[2],
la scelta della frequenza alle lezioni di I.R.C. o la scelta di avvalersi delle attività alternative o formative. Si chiariranno le modalità di uscita anticipata o ingresso in ritardo (nel caso di necessità familiari eccezionali o per visite mediche), uso del libretto delle comunicazioni e sue funzioni. Il colloquio di accoglienza ha anche lo scopo di permettere la raccolta dati sulla scolarità pregressa e di prendere atto del progetto migratorio della famiglia.
Pro-memoria per i Docenti.
Per necessità comunicative con le famiglie degli alunni o con altri alunni stranieri frequentanti l’istituto, di tipo urgente, non contemplate nei moduli predisposti, e nell’impossibilità di concordare la presenza del mediatore culturale, è possibile ricorrere, ad un alunno frequentante l’istituto dalle comprovate competenze linguistiche.[3] In questo contesto si ritiene utile ribadire che é preferibile evitare di utilizzare il figlio in qualità di interprete nelle situazioni di comunicazione scuola-famiglia, per non incidere negativamente sulle dinamiche familiari. E’ possibile infatti che il persistere di tali necessità a lungo termine, in ambiente scolastico ed extrascolastico, inducano Genitori e figli a modificare o sviluppare la propria considerazione dei ruoli e dinamiche familiari, non sulla base del proprio sistema valoriale e culturale, ma sulla base del “non possesso” della lingua italiana da parte dei Genitori, giudicati non competenti nella IL2, anziché competenti nella propria L1. [4]
Il Collegio dei Docenti delega la commissione a formulare ipotesi circa l’assegnazione alla classe dell’alunno neo-iscritto. La commissione delegata si attiene ai criteri fissati dal D.P.R.31/8/99 n.° 394 (cfr. allegato A) e reputa utile integrare le indicazioni normative con lo studio della casistica verificata fino ad ora presso il nostro istituto.
Per tanto si prevede di: -evitare la concentrazione degli alunni stranieri in una classe e in un solo corso, favorendo la loro equa distribuzione in tutte le classi e in tutti i corsi, -tener conto, secondo le indicazioni dell’addetto di segreteria responsabile, del numero massimo di alunni consentito in rapporto alla cubatura dell’ aula [5], -tener conto del numero di alunni della classe e del numero di alunni non italofoni già inseriti [6], -tener conto della complessità del gruppo-classe: presenza di alunni diversamente abili, situazioni di svantaggio non certificato, numero di alunni stranieri italofoni già inseriti, numero di alunni ripetenti, dinamiche di gruppo particolari, -tener conto della presenza nella classe di altri alunni provenienti dallo stesso paese, se il fatto può costituire un criterio di facilitazione per l’alunno che potrà fruire di un numero maggiore di interventi di mediazione culturale e sul supporto di un compagno, ove le condizioni della classe lo permettano.
In ogni caso andranno altresì evitate situazioni di caratterizzazione etnica di classi o di corsi, allo scopo di favorire la socializzazione, l’integrazione scolastica e sociale nel gruppo dei pari e di prevenire situazioni di aggregazioni controproducenti.
Ferma restando la libertà di scelta dei genitori in merito all’opzione tempo-scuola, si reputa maggiormente vantaggioso per l’alunno, compatibilmente con l’organizzazione scolastica, offrire l’opzione che permetta la sua permanenza a scuola per il maggior numero di ore, allo scopo di favorire la massima esposizione alla lingua. In ogni caso alla famiglia verranno illustrate tutte le opportunità.
Sulla base della normativa vigente, si privilegia l’inserimento dell’alunno straniero nella classe corrispondente all' età anagrafica salvo che il Collegio dei Docenti, sentita la commissione delegata a formulare la proposta di assegnazione alla classe, deliberi la iscrizione ad una classe diversa.
In tal caso le motivazioni ammesse saranno:
-un diverso ordinamento degli studi del Paese di provenienza dell' alunno, che può determinare l' iscrizione ad una classe immediatamente inferiore o superiore rispetto a quella corrispondente all’ età anagrafica,
-l' accertamento di competenze, abilità e livelli di preparazione dell' alunno, effettuato dal team o dal consiglio di classe di inserimento.
Oltre ai criteri fissati dal D.P.R. e qui sopra menzionati, la commissione sulla base dell’esperienza e dello studio di casi effettuato nel tempo non trascurerà altri fattori, quali: -la lontananza della lingua conosciuta dall’ alunno neo-arrivato rispetto all’italiano e i tempi necessari per l’apprendimento dell’ IL2 [7],
-il periodo dell’anno scolastico nel quale viene effettuata l’iscrizione.
Es. per iscrizioni richieste alla fine del secondo quadrimestre, è auspicabile evitare situazioni che sfocino inevitabilmente nel cambio classe per ripetenza; i docenti potranno valutare ogni situazione ed eventualmente, se sussistono le condizioni, anticipare l’iscrizione all’anno precedente per permettere all’alunno di ritrovare lo stesso gruppo classe e di allacciare relazioni stabili con il gruppo accogliente e i docenti di classe.
Tali indicazioni costituiscono l’attuale orientamento, in attesa di ulteriori disposizioni del MIUR in merito ai requisiti di validità dell’anno scolastico.
In ogni caso la commissione formulerà proposte (attente alla specificità di ogni caso, ma ispirate ai criteri comuni elencati) tese a favorire:
- il buon inserimento scolastico
- lo star bene a scuola
- la prosecuzione degli studi di tutti gli alunni stranieri inseriti.
<p class="MsoNormal" style="text-align:justify;> Si è consapevoli infatti che gli alunni necessitano di: -modelli sociali adeguati all’età -esposizione alla lingua -situazioni favorevoli alla propria autostima. <span style=" mso-spacerun:yes'=""> Allo scopo vengono favorite, nelle singole classi e come linea di indirizzo dell’Istituto, azioni tese a contrastare dispersione e demotivazione allo studio.
ALLEGATO D
D. Protocollo di accoglienza redatto dal gruppo di Docenti della RETE di Treviso “Integrazione alunni stranieri ”, alla quale il nostro istituto aderisce.
Tale protocollo non sostituisce ma integra il presente documento.
http://www.centrocome.it/ al link materiali e strumenti (in particolare cfr. i contributi su protocollo e vademecum di G. Favaro, G. Bettinelli e A. Plazzotta). http://associazioni.comune.firenze.it/ilsa.dcp.htm in particolare il contributo apparso in Didattica e Classe Plurilingue n.° 8, gennaio-aprile 2004, Proposte per un percorso di accoglienza di alunni stranieri nella scuola italiana, a cura di Massimo Maggini. http://www.itals.it/index.php Bollettino ITALS dell’aprile 2003, dove si può leggere una proposta-esperienza di protocollo raccontata da Francesca Della Puppa. G. PALLOTTI, La seconda lingua, Milano, Bompiani, 1998, p. 13. Per completezza si rinvia anche a P. E. BALBONI, Dizionaro di glottodidattica, Guerra, 1999 P.E. BALBONI, Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci, 1994
A. BERGAMINI, Gli studenti cinesi nella scuola italiana, in Educazione interculturale, Trento, Erickson, 2, 2003, p. 216). Altri riscontri sul tema sono reperibili in Italiano /L2 di cinesi, a cura di E. Banfi, Milano, F. Angeli, 2003, ed inoltre: a cura di G. FAVARO, Imparare l’italiano in italiano, Milano, Guerini, 1999,
ALIAS, approccio alla lingua italiana per allievi stranieri, a c. di P.E. Balboni, Torino, Petrini, 2000.
F. GATTULLO, Strumenti e metodologie di valutazione iniziale per gli alunni che apprendono l’italiano come lingua seconda nella scuola di base, in Educazione interculturale, Trento, Erickson, 2, 2004.
Utilissimi spunti applicativi nel volume: AA.VV., Valutare e certificare l’italiano di stranieri. I livelli iniziali, a c. di M. Vedovelli, Guerra, Perugia, 2003. G. GIORNELLI e A. MAIOLI, Educazione interlinguistica interculturale. Esplorare le basi della comunicazione non verbale, orale e scritta, Trento, Erickson, 2003. http://venus.unive.it/italdue, G. DEBETTO, L’italiano per imparare a scuola, in Nuovi compagni di banco, a c. di E. Micciarelli, Milano, F. Angeli, 2003,
CORDA- C. MARELLO, Lessico. Insegnarlo e impararlo, Perugia, Guerra, 2004 A. VENTURI, La scuola nei paesi d’origine dei bambini e dei ragazzi immigrati in Italia, Mursia, Cespi, 2003. a cura di M. C. LUISE, Italiano Lingua seconda: Fondamenti e metodi. Lingua e cultura d’origine, volume 2, Perugia, Guerra, 2003 Progetto ALIAS in: http://venus.unive.it/aliasve/index.php.
a c. di P. GREEN, Alunni immigrati nelle scuole europee. Dall’accoglienza al successo scolastico (ed. italiana a c. di M. Traversi), Trento, Erickson, 2000.
[1] Lingua di contatto = vale a dire una lingua che si sviluppa come unico strumento per l’interazione tra due popoli che parlano due lingue diverse e che si trovano a convivere nella stessa area geografica (es. nelle colonie). Definizione desunta da. N. GRANDI ( in http://grandioline.net/nicola/didattica).
[2] In riferimento al trasporto scolastico, se richiesto dalla famiglia, è necessario indicare ai Genitori
l’ ufficio competente dell’amministrazione comunale che provvede alla ricezione ed espletamento della pratica, la quale non è di competenza della istituzione scolastica.
3 Tale prassi, al momento attuata per emergenze non prevedibili o per evitare situazioni di stallo comunicativo, deve tener conto comunque di tutte le norme sulla tutela e il rispetto della privacy e va relazionata opportunamente alla natura della comunicazione. Dal punto di vista didattico essa permette di ottenere un duplice esito:
- da un lato permette di risolvere in tempi rapidi situazioni comunicative impellenti, non altrimenti risolvibili;
- in secondo luogo permette di valorizzare le competenze degli alunni apprendenti l’italiano come lingua seconda ed è stato osservato come simili situazioni sortiscano un effetto positivo sull’autostima e sul rapporto con le istituzioni da parte dell’alunno prescelto nella funzioni di facilitazione linguistica.
Tuttavia si richiede ai docenti di vagliare con la dovuta attenzione e verificare l’opportunità di ricorrere agli alunni come “traduttori” sulla base della effettiva necessità e di ogni specifica situazione per la quale si richiede il loro intervento, a meno che non si tratti di attività didattica. In questo secondo caso le finalità didattiche di valorizzazione degli alunni tutor, della loro lingua e cultura non possono che essere incentivate come buone prassi.
4. L1= è la lingua materna, cioè la lingua appresa per prima, da bambino. Cfr. G. PALLOTTI, La seconda lingua, Milano, Bompiani, 1998, p. 13. Per completezza si rinvia anche a P. E. BALBONI, Dizionaro di glottodidattica, Guerra, 1999, dove viene chiarito l’uso della sigla, ma anche le possibili ambiguità.
[5] Nel caso in cui il rapporto tra il numero alunni e la cubatura dell’aula non permetta altri inserimenti nel plesso richiesto (tale situazione si è già verificata in alcune classi della scuola elementare plesso di Istrana cp. e della scuola media) è cura del personale di segreteria e del Docente, che gestirà il colloquio di accoglienza, fornire alla famiglia ogni informazione utile per procedere all’iscrizione nel plesso viciniore. Si auspica un raccordo tempestivo con l’Amministrazione comunale per facilitare l’alunno e la famiglia e attutire gli inevitabili disagi che ciò potrebbe comportare (trasporto e suoi costi, tempi di percorrenza nel caso si utilizzi lo scuola-bus, inserimento sociale dell’ alunno in rapporto al territorio) e in ogni caso facilitare il diritto allo studio.
[6] Per il rilevamento delle situazioni di complessità di una istituzione scolastica o di un gruppo classe si dà rilievo non solo al numero di alunni stranieri iscritti, ma anche al numero di alunni rom, sinti, nomadi, giostrai, comunque ritenuti portatori di altra cultura (dove vige una diversa percezione del valore della alfabetizzazione) e talvolta esposti in ambiente familiare ad altra lingua.
Nella valutazione delle situazioni di complessità di un gruppo classe concorre anche la eventuale presenza di alunni di cittadinanza italiana o straniera, non italofoni, figli o nipoti di emigranti di ritorno, presumibilmente esposti, in ambiente familiare di origine o nella comunità culturale di riferimento, all’italiano non come lingua materna, ma etnica, potenzialmente caratterizzata da arcaismi, frequenti dialettismi e diffuse interferenze con la lingua di accoglienza; cfr. P.E. BALBONI, Didattica dell’italiano a stranieri, Roma, Bonacci, 1994, pp. 14 e. 25.
[7] Il riferimento va contestualizzato nei confronti di discenti sinofoni, al momento comunità maggioritaria tra gli alunni stranieri frequentanti il nostro istituto. Le motivazioni del ritardo e dei tempi lunghi nell’apprendimento della lingua italiana vanno ricercate “ nella natura stessa della lingua cinese e in quella italiana, e nelle loro sostanziali diversità. La lingua cinese, in effetti, dal punto di vista morfologico è l’esempio più tipico di lingua isolante: in essa la funzione di una parola è determinata non da suffissi e desinenze, ma dalla posizione che essa occupa all’interno della frase. Questa caratteristica distanzia la lingua cinese da tutte le lingue indoeuropee, ma in particolare dall’italiano, che invece è tradizionalmente definito come una lingua flessiva, in cui cioè le parole sono forme variabili. (cfr. A. BERGAMINI, Gli studenti cinesi nella scuola italiana, in Educazione interculturale, Trento, Erickson, 2, 2003, p. 216).
Altri riscontri sul tema sono reperibili in Italiano /L2 di cinesi, a cura di E. Banfi, Milano, F. Angeli, 2003, ed inoltre: cfr. a cura di G. FAVARO, Imparare l’italiano in italiano, Milano, Guerini, 1999, p. 75, dove Gabrile Pallotti indica nella lingua materna un fattore che influenza la velocità con cui si passa da uno stadio di interlingua all’ altro: “ Š…‹ i parlanti di lingue con una morfologia flessibile minima o nulla, come il cinese, impiegano più tempo ad acquisire il sistema dei suffissi grammaticali rispetto a coloro che parlano lingue flessive”. Altre utili indicazioni, per orientare i docenti sulle specificità linguistiche, sono reperibili nel contributo di Barbara D’Annunzio, edito in ALIAS, approccio alla lingua italiana per allievi stranieri, a c. di P.E. Balboni, Torino, Petrini, 2000.