Giugno 2006 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
ABSTRACT
Il Dipartimento di Lingue Moderne della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Buenos Aires organizza corsi di lettocomprensione in lingua straniera. La maggior parte dei testi proposti in classe dalla Cattedra d’Italiano, coordinata dalla sottoscritta, si riferisce a diverse discipline appartenenti all’area umanistica. Qui di seguito vengono presentati alcune riflessioni circa le strategie di comprensione da parte di alunni ispanofoni.
1. IL TESTO ARGOMENTATIVO: STRUTTURA
Nei diversi corsi si è notato che il testo argomentativo italiano offre particolari difficoltà di comprensione da parte degli alunni ispanofoni; difficoltà che risiedono soprattutto nei connettivi che introducono le diverse categorie argomentative.
Ricordiamo che il testo argomentativo è centrato sulle relazioni tra i concetti ed è correlato, cognitivamente parlando, alla capacità di formulare un giudizio e alla capacità di istituire legami tra concetti attraverso l’evidenziazione di similarità, contrasti, trasformazioni.
La sua superstruttura, secondo Van Dijk, (1978: 159,160) consiste fondamentalmente in una tesi che l’autore tenta di dimostrare a partire da un’ipotesi, per mezzo di argomenti (azioni) o categorie. Fra gli elementi della struttura basica (Ipotesi o premessa - Conclusione), ci sono argomenti che devono dare una garanzia o rapporto di legittimità, e che autorizzano l’emittente ed il destinatario ad arrivare alla stessa conclusione.
Secondo Lo Cascio (1995: 251) un’argomentazione è composta almeno da un’opinione (O) e da una giustificazione (GS) di tale opinione. Ogni giustificazione è composta a sua volta da un argomento (A) e da una regola generale (RG), che permette che l’argomento sia adeguato all’opinione con cui nel nodo A-RG, GS è in relazione.
2. I CONNETTIVI
I diversi elementi presentati sono legati da indicatori di forza che specificano il ruolo di un enunciato in un determinato discorso. Questi indicatori hanno la funzione di connettivi testuali e possono essere classificati in funzione dell’elemento che indicano: tesi, argomenti vari, regola generale, dati, riserva, fonte.
2.1. CLASSIFICAZIONE
I connettivi appartengono a una classe aperta, per cui non è possibile farne un elenco esaustivo.
Comunque, per una classificazione approssimata facciamo riferimento a Lo Cascio (1995: 251).
INDICATORI DI FORZA |
INDICANO |
A) Verbi performativi: affermo che, considero che, suppongo, mi domando, mi spiego |
ENUNCIATI CHE DEFINISCONO L’OPINIONE E IL GRADO DI SICUREZZA DELL’ENUNCIATARIO |
B) Connettivi che introducono: |
|
- un argomento dato: poiché, perché, considerato che, infatti, difatti, dato che, siccome, tanto è vero che, anche perché, provane sia, causa ne è, ora, uso del gerundio |
GIUSTIFICATORI |
- La tesi o la conclusione (di primo o secondo livello): quindi, dunque, pertanto, ecco perché, se ne conclude che, ne consegue che, per cui si può sostenere che, perciò, se…allora |
CONCLUSIVI |
- La regola generale: in base a..., dato che..., secondo la regola che...dice che... |
GENERALIZZANTI |
-La modalità o qualificatore: forse, probabilmente, è probabile che, necessariamente, potere + infinito, dovere+infinito, futuro (elemento morfologico con funzione di modale e non di tempo verbale |
MODALI |
- La fonte, l'autorità: come dice, secondo… |
RELATIVIZZANTI |
- Una riserva: se non che, a meno che, tranne che, se/se non, seppure |
RAFFORZATORI |
- Un rinforzo per la giustificazione fornita: senza contare che, se si tiene conto del fatto che, e badiamo che, nonostante, nonostante che, sebbene, benché |
RAFFORZATORI |
- Una contro-opinione: Tuttavia, ciò nonostante, malgrado ciò |
ALTERNATIVI |
2.2. DIFFICOLTÀ RELATIVE ALLA COMPRENSIONE DI CONNETTIVI ARGOMENTATIVI DA PARTE DI STUDENTI ISPANOFONI
Nei corsi di lettura e comprensione di testi in italiano, si è comprovato che i connettivi che assicurano la coesione di un testo argomentativo, presentano per gli alunni ispanofoni un alto grado di astrazione semantica ed inoltre si è notato che alcuni somigliano ortograficamente a quelli spagnoli, pur differendo nel significato, mentre altri sono diversi dal punto di vista grafico ma semanticamente equivalenti
Daremo qui alcuni esempi di difficile comprensione per l’allievo ispanofono:
a) Connettivi italiani con alto grado di astrazione:
purché
anziché
forse
mica
b) Connettivi italiani la cui somiglianza con connettivi in spagnolo induce a errore
Connettivi italiani |
Corrispondenza in spagnolo |
Si confonde con (falso amico spagnolo) |
Che vuol dire invece |
Allora Anche Anche se Anzi Anziché Benché Difatti Infine Finalmente Ma Mai Nondimeno Poi Poiché Tuttavia |
Entonces También Aún cuando Por el contrario Antes de-en vez de Si bien En efecto Finalmente Por fin Pero, mas, Nunca Además Luego Puesto que Sin embargo |
Ahora Aunque También si Asì Asì que Bien que De hecho Por fin finalmente más más nada menos pues después que todavía |
Ora sebbene ----------- così così ché -------------- (poco usato) finalmente infine più più niente di meno poi dopo che ancora |
c) Connettivi italiani completamente diversi da quelli in spagnolo
Connettivi italiani |
Corrispondenza in spagnolo |
Altrimenti Addirittura Comunque Dunque Eppure Forse Inoltre Oppure Oltre Perfino, persino Poi Pure Purché Purtroppo Quindi Qualora Seppure Tanto Tranne |
De otro modo, por el contrario Hasta (enfatico) De todos modos Por lo tanto Y sin embargo Quizás, tal vez Además O Además de Hasta Luego También Con tal que Desgraciadamente Por lo tanto Aún cuando Aún cuando Total Excepto |
2.3 ANALISI CONTRASTIVA RELATIVA ALL’USO E ALLA POSIZIONE DEI CONNETTIVI
È interessante analizzare le differenze esistenti fra lo spagnolo e l’italiano relativamente all’uso e alla posizione dei connettivi.
a) Verbi performativi (Suppongo, considero, ecc.)
In italiano ammettono il congiuntivo mentre in spagnolo l’indicativo
Supponiamo che l’argomento generi dei dubbi. Si considera che sia necessario...
Suponemos que el argumento genera dudas. Se considera que es necesario
b) Avverbi:
b1) Posizione
In italiano gli avverbi di tempo si trovano generalmente nell’interno della proposizione, a meno che non li si voglia enfatizzare.
In spagnolo possiamo trovarli anche all’inizio della proposizione, non necessariamente con un tono enfatico. Se li si vuole enfatizzare, l’enfasi è data dal tono di voce.
Spieghiamo sempre i nostri concetti . Non ci siamo mai occupati.
Siempre explicamos nuestros conceptos. Nunca nos hemos ocupado.
b2) Significato
- L’avverbio “finalmente” in italiano ha un significato enfatico mentre in spagnolo indica tempo o ordine in una lista
Finalmente sei arrivato!
...y finalmente podremos ver los resultados ( ...ed infine potremo vedere i risultati)
La valenza enfatica in spagnolo è data dall’espressione “por fin”
¡Por fin llegaste!
b3) Casi di polivalenza
Gli avverbi “peggio”, “meglio” e gli aggettivi “peggiore”, “migliore” vengono tradotti in spagnolo con i termini: “peor” e “mejor”
È peggio tralasciare le cause
Es peor dejar de lado las causas
É meglio lasciare le cose come stanno
Es mejor dejar las cosas como están
É stato adottato il metodo peggiore
Se ha adoptado el método peor
Questa è la migliore soluzione
Esta es la mejor solución
b4) L’avverbio spagnolo “sino”
Il “sino” spagnolo, corrisponde a diversi connettivi in italiano: “ma”, “altro che”, “bensì”
No se quiere sino legislar
Non si vuole altro che legislare
No buscamos la solución A sino la B
Non cerchiamo la soluzione A ma (/bensì) la B
No son razones de honor sino de conveniencia
Non sono ragioni d’onore ma (/ bensì) di convenienza
b5) Altre differenze
La locuzione avverbiale: “ ... ma anche”, in cui il secondo elemento acquista un tono enfatico, in spagnolo si traduce per “no solo...sino que”
Non solo se n’è andato, ma si è anche offeso
No solo se fue sino que se ofendió
Il “ma” presente nelle locuzioni: “non solo.... ma (al contrario)”, viene reso con il “sino” spagnolo
Non solo non voglio offenderti ma al contrario, desidero aiutarti
No solo no te quiero ofender sino que deseo ayudarte
Non solo c’é una crisi economica ma c’é anche quella politica
No solo hay una crisis económica sino que además hay una política
c) Congiunzioni
c.1) Posizione
La congiunzione “ però” che in italiano può avere una posizione iniziale o interna alla proposizione subordinata, in spagnolo la si trova sempre in posizione iniziale
Non lo conosco però fallo entrare
No lo conozco pero hazlo pasar
Ho letto il testo, non ho capito però la conclusione
Leí el texto pero no entendí la conclusión.
c2) Significato di alcune congiunzioni
c2.1) La congiunzione causale “siccome” corrisponde alla spagnola “como”. Questa congiunzione in spagnolo si usa anche nella costruzione comparativa
Siccome non abbiamo avuto risposta, invieremo un’email
Como no tuvimos respuesta, enviaremos un e-mail
Questo documento é importante come quello
Este documento es tan importante como el primero
c2.2) Corrispondenze
Le congiunzioni condizionali “se”, “qualora” trovano riscontro in spagnolo solamente con la congiunzione “si”
Se ciò fosse vero
Si esto fuese verdad
Le congiunzioni consecutive “quindi”, “dunque”, corrispondono a “luego”, “por consiguiente”
Il lavoro è concluso, quindi (dunque) ne vedremo i frutti
El trabajo ha terminado luego (por consiguiente) veremos sus frutos.
La congiunzione concessiva “sebbene” può essere tradotta come “si bien”, “aunque”, “aún cuando”.
Queste congiunzioni in spagnolo, a differenza dell’italiano, ammettono l’Indicativo
Sebbene egli abbia studiato non ha saputo dimostrarlo
Si bien (/aunque) estudió no supo demostrarlo.
3. IL PROCESSO DI COMPRENSIONE
Allo scopo di aiutare gli allievi a superare queste difficoltà è necessario ricordare la sequenza delle operazioni che, secondo Van Dijk (1997:81), si producono durante il processo di comprensione:
Riconoscere le parole
↓
Costruire le proposizioni
↓
Collegare le proposizioni
↓
Costruire le macrostrutture (Applicare le macroregole)
↓
Mettere in relazione le idee
Occorre inoltre tenere in considerazione il ruolo della memoria a breve e lungo termine che attiva i copioni posseduti dal lettore. Ciò è importante soprattutto se consideriamo che il problema della comprensione dei connettivi è principalmente di tipo lessicale e si rapporta, per un alunno di lingua straniera, alle prime operazioni di comprensione. Se questi primi livelli non vengono superati, la comprensione risulterà difficile.
4. IMPLICAZIONI GLOTTODIDATTICHE
Date queste premesse, occorrono particolari strategie glottodidattiche per guidare gli alunni nell’apprendimento dei nessi presenti in un testo argomentativo e sviluppare in loro l’abilità di individuare le categorie che essi introducono.
Quale modello di lezione applicheremo quello proposto da Balboni (2004:22) basato sulla psicologia della Gestalt:
GLOBALITÀ → ANALISI → SINTESI
Nel momento della globalità sarebbe opportuno che il docente applicasse l’elicitazione e la ricerca delle parole chiavi.
Nella fase di analisi sarà necessario stabilire il tipo di argomento che introduce i vari connettivi evidenziati (tesi, regola generale, conclusione, restrizione ecc.).
Le tecniche possono essere varie: domande aperte o chiuse, attività di Vero o Falso, griglie.
Durante questa fase è opportuno che gli allievi lavorino in gruppo, in maniera collaborativa; in tal modo apprenderanno gli uni dagli altri.
Nella fase di sintesi l’alunno trasferisce quanto già appreso ad altre situazioni. Le attività adeguate per questa fase potrebbero essere:
- Completare proposizioni con il connettivo adeguato;
- Unire due proposizioni, una delle quali contiene un connettivo, collocate in due colonne;
- Completare periodi
- In articoli proposti dagli allievi, trovare rapporti tra proposizioni diversi paragrafi;
- Domande rivolte agli alunni affinché individuino diversi tipi di argomenti indicando quale nesso li introduce.
Il momento della Verifica permette infine di stabilire se l’alunno ha compreso il testo in profondità, ossia se è capace di riprodurre di cogliere il messaggio dell’autore.
L’allievo potrà riorganizzare la superstruttura del testo, completando uno schema proposto dall’insegnante o creandolo per suo conto.
5. ESEMPIO DI TESTO ARGOMENTATIVO ED ATTIVITÀ DIDATTICHE
Alla mancanza di attenzione degli stranieri verso la nostra lingua corrisponde spesso una tendenza italiana ai “forestierismi”
Salviamo l’italiano imparandolo e usandolo
Lingua, solco di una civiltà
di Enrico Grandesso
Lo scorso luglio, ho viaggiato in aereo con una compagnia francese, da Venezia a Nizza. In un volo dove buona parte dei passeggeri era italiana e dove venivano offerti in lettura ai viaggiatori anche quotidiani italiani, gli annunci dell’equipaggio ai passeggeri erano invece solo in francese e in inglese. Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua e lo hanno dimostrato rispondendo correttamente alle domande loro rivolte; come pure non ne era digiuno un membro dell’equipaggio. Ma di annunci in italiano manco a parlarne. Così pure nel ritorno quando ho volato con la stessa compagnia.
Questo non è che uno dei tanti episodi che dimostrano come la nostra lingua sia considerata “minoritaria” o di secondaria importanza da molti stranieri: non solo singoli, ma anche industrie, compagnie pubbliche e private, addirittura agenti turistici. Una situazione non sempre piacevole ma che non è detto debba rimanere tale all’infinito. Spremiamoci allora le meningi e vediamo di cavarne, oltre a qualche puntura di spillo, anche alcune idee.
Innanzitutto, quali sono le parole italiane conosciute all’estero? A che settore appartengono e come sono usate? Ahinoi, il repertorio si limita a pochi campi: alla cucina – anche se nella maggior parte dei menu s’incontrano patetici errori (o divertenti orrori) di ortografia! -, alla musica classica e lirica; in particolare, alla storia dell’arte. Qualche altra rara parola d’italiano condisce la vita di tutti i giorni degli stranieri, ma è più l’eccezione che la regola. Da noi avviene il contrario, in particolare verso la lingua politicamente dominante: l’inglese.
Moltissimi italiani hanno la mania, assolutamente provinciale, di prostrarsi ad ogni stranierismo. Tralasciamo una seriosa indagine sui perché e percome storici del fenomeno e guardiamoci – meglio: ascoltiamoci – attorno: la zietta sessantenne è andata a fare shopping. Il nonno sta facendo zapping davanti alla TV; il papà è im-piegato con il trading on line (vuoi mettere con l’equivalente “compra e vendi in-formatico” che sa di campagnolo?) Per finire, mamma fa stretching in palestra; il primogenito (magari di nome Kevin o Sylvester) sta chattando su Internet mentre la bimba (Samantha, Jennifer o Britney: oggi Maria fa perdere punti) sogna un bel piercing. Che dire? Che in tutto questo quadretto neo-grezzo familiare è assente un’ospite che avrebbe potuto riequilibrare il tutto: l’autoironia.
L’arricchito di fresco, quello che in un recente spettacolo teatrale di Marco Paolini, Bestiario Veneto, riflette dicendo: “Se non sei mai stato a Londra oggi, sei uno stupido!”, cerca di darsi un tono con parole “forestiere”, mentre perde pro-gressivamente la coscienza della sua lingua e della sua cultura di provenienza. Forse perché ha lavorato troppo, non ha ancora trovato il tempo per riflettere sull’importanza di conservare le tracce delle sue origini che formano una parte fonda-mentale della sua identità. Ciò non significa, certo, che si debbano rimpiangere i tempi della mi-seria e delle difficoltà economiche, ma dimenticare ciò che si è stati è il modo migliore per per-dere anche il proprio futuro. Memoria e identità, finalità di vita e realizzazione del sé sono elementi legati in profondità tra loro: e la lingua ne è uno dei testimoni-chiave.
Con questo non intendo dire, sia chiaro, che l’inglese va condannato: è stata la lingua di Shakespeare. Ed è quella di Woody Allen. Ciò da cui bisogna stare in guardia è quella forma non necessaria di inglese, spesso americanizzato, che tende a infiltrasi in una lingua straniera e a depauperarla. Ne notiamo la presenza in vari campi: sportivo, informatico, scientifico, politico, ma anche nella lingua di tutti i giorni: e di questo van-no ringraziati anche quei telegiornalisti che devono chissà perché usare sempre più spesso vocaboli stranieri al posto di una normale traduzione italiana.
L’importanza di tutelare una lingua è dunque anche relativa alla salvaguardia della sua qualità e al suo buon uso. Quindi all’immagine di una cultura e di un popolo che la lingua vuole comunicare: che deve essere sempre viva e in crescita, lontana dagli immancabili stereotipi (il Paese del sole, dell’amore, del carnevale, ecc.). Ci auguriamo, dunque, che l’italiano sia sempre meno, nell’inconscio dei non italofoni, solo la lingua di una tradizione culturale grande ma antica e degli stimoli del buon appetito; ma che diventi quella di una civiltà finalmente raggiunta da un buon livello di benessere socio-economico, attenta al gusto e alle sue tradizioni, ma anche ricca di contraddizioni e di problemi di crescita. Quella dei vecchi film del neorealismo ma anche delle pellicole di Nanni Moretti e di Gianni Amelio, le canzoni di Carosone e di De André e dei gruppi rap; dei romanzi di Moravia e Silone, di Pontiggia e Affinati; delle opere teatrali di Pirandello e di quei giovani autori che oggi non trovano ancora il modo, purtroppo di essere rappresentati ma che non intendono per questo rinunciare a scrivere.
(Messaggero di Sant’Antonio – Edizione italiana per l’estero 10/2001)
GLOBALITÀ
PRECOMPRENSIONE
Ipotesi sul contenuto (dal titolo e dall’occhiello)
Di che cosa tratterà l’articolo?
Parole chiavi: lingua, civiltà, lingua minoritaria o secondaria, stranierismi, identità, tutela, cultura, qualità, buon uso, memoria
Elicitazione (si mettono in evidenza i connettivi che possono costituire difficoltà per gli alunni ispanofoni)
Invece |
por el contrario |
Innanzitutto |
en primer lugar |
Eppure |
y sin embargo |
Per finire |
para concluir |
Pure |
También |
Anche se |
aún cuando |
Non solo ma anche |
no solo sino también |
Ancora |
todavía |
Ma |
Pero |
Se |
si |
Allora |
Entonces |
Certo |
ciertamente |
Dunque |
por consiguiente |
Quindi |
por lo tanto |
Purtroppo |
Desgraciadamente |
|
|
B) COMPRENSIONE GLOBALE
Domande sul testo:
1) Quale episodio è il punto di partenza dell’articolo?
2) Che cosa dimostra?
3) A quali settori appartengono le parole italiane conosciute all’estero?
4) Che cosa elenca l’autore nella quinta sequenza?
5) Perché il nuovo ricco usa i forestierismi? Qual è la conseguenza?
6) Dimenticare il passato significa:
□ rinnegare il passato
□ perdere il futuro
□ non comprendere il presente
7) Qual è il pericolo della presenza dell’inglese nella lingua italiana?
8) Ci si augura che per i non italofoni l’italiano sia la lingua:
non solo di | ma anche | |
------------------------- | ------------------------- | |
------------------------- | ------------------------- | |
------------------------- | ------------------------- |
9) Qual è lo scopo dell’autore?
Vero o falso?
|
Vero |
Falso |
Le industrie considerano l’italiano lingua internazionale |
|
|
Ricordare le origini non significa rimpiangere i periodi di miseria |
|
|
I giornalisti della televisione hanno in parte la colpa dell’abuso |
|
|
Non vi è nessun rapporto fra memoria e identità, finalità di vita e realizzazione di sé |
|
|
ANALISI
Sottolineare nel testo i connettivi e stabilire che cosa indicano (opposizione sicurezza, possibilità, causa, ipotesi, aggiunta, ordine del testo, conclusione)
1º paragrafo: ma, eppure, pure
2º paragrafo: ma anche, allora
3º paragrafo: innanzitutto
4º paragrafo: per finire
6º paragrafo: se, forse, ancora, certo
8º paragrafo: dunque, quindi
Completare il seguente schema:
Problema |
Soluzione |
La nostra lingua è considerata minoritaria, quindi dunque |
……………………………………….. ………………………………………... |
Causa del problema |
Problema |
Conseguenze |
…………………………… |
quindi la lingua si depaupera, perciò |
……………………………. |
Completare con un connettivo adatto (innanzitutto, quindi, perché)
a. Sull’aereo si parlava francese....…….era una compagnia francese
b. Tutelare la lingua italiana e..……..spremere le meningi per trovare una soluzione
c. É necessario...............vedere quali parole italiane si conoscono all’estero
Sostituire con un connettivo equivalente a quello sottolineato
a. La situazione è difficile ma si può trovare una soluzione.
b. L’inglese americanizzato si diffonde perché viene usato spesso anche dai telegiornali
c. L’equipaggio conosceva l’italiano ed anche le hostess.
Collegare le proposizioni
Ci auguriamo quindi |
|
durante il viaggio di ritorno |
Ho ascoltato solo il francese pure |
non per questo rinunciano a scrivere |
|
Molti giovani autori non trovano il modo di essere rappresentati ma |
della corrispondente traduzione italiana |
|
I telegiornali usano vocaboli stranieri |
che la lingua italiana riacquisti la sua importanza |
Qualora si volessero evidenziare le categorie del testo argomentativo, supponendo che queste fossero già conosciute dall’allievo, si potrebbero realizzare le seguenti attività:
Collegare la proposizione con il tipo di argomento:
Eppure le hostess conoscevano la nostra lingua |
|
Ipotesi |
Atteggiamento dell’autore |
||
Ma anche industrie, compagnie pubbliche |
||
Giustificazione |
||
Se non sei mai stato a Londra |
||
Conclusione |
||
Ci auguriamo che l’italiano sia |
||
Rinforzo della contro opinione |
||
Quindi all’immagine di una cultura |
Sintesi - Riflessione
In questa fase, l’alunno potrebbe:
scrivere una sintesi dell’argomento trattato (con o senza traccia)
organizzare uno schema del contenuto del testo, da solo o con la guida del docente, secondo questo modello:
PREMESSA
Non si parla italiano sugli aerei francesi
PROBLEMA
L’italiano è considerato lingua secondaria dagli stranieri |
||
↙ ARGOMENTO 1 ↓ CAUSE |
|
↘ ARGOMENTO 2 ↓ CAUSE |
- Manie degli italiani di usare l’inglese - Snobbismo dei nuovi ricchi - Uso dell’inglese da parte dei giornalisti |
|
Non condannare l’inglese, ma il suo uso non necessario depaupera l’italiano |
↓
CONSEGUENZA
Perdita di memoria e di identità ↓ SOLUZIONE
Tutelare la lingua italiana nella sua qualità e il suo buon uso, mostrandola come espressione di molteplici aspetti della civiltà italiana. |
Discussione sull’uso dell’inglese nella lingua spagnola in confronto a quella italiana
A conclusione della lezione, si possono proporre delle attività di metacognizione. “Allo scopo di promuovere gradualmente il raggiungimento della padronanza, l’allievo viene aiutato ad osservare i propri prodotti di apprendimento, ma anche i propri processi, per assumere consapevolezza del loro funzionamento e per controllarli in modo sempre più attivo”. (Zanchín 2001:159)
Al fine di rendere il discente consapevole del proprio processo di comprensione, si può preparare una serie di schede con domande del tipo:
Cosa sapevo dell’argomento? |
|
Ho saputo trovare informazioni nuove? |
|
Quali dubbi ho avuto? |
|
Se non conoscevo un termine, cosa ho fatto? |
|
Cosa ho fatto di fronte a connettivi di cui non conoscevo il significato? |
|
Sono riuscito a cogliere i rapporti causa/effetto, problema/soluzione? |
|
Quali difficoltà ho trovato nelle attività di applicazione? |
|
Ho rilevato le opposizioni fra gli stranieri e gli italiani? |
|
Ho colto la conclusione dell’autore? |
|
6. CONCLUSIONI
L’abilità di riconoscere i connettivi e le argomentazioni da essi introdotte, mettono l’alunno ispanofono in condizione di acquisire a poco a poco, un maggior grado di autonomia di lettura e di trasformarsi così in un lettore esperto di testi argomentativi in italiano.
Il docente può guidare l’allievo nell’apprendimento di questi elementi per mezzo dell’elicitazione, delle inferenze e di numerose attività di analisi e reimpiego.
La presentazione dei connettivi va fatta gradualmente secondo la difficoltà di comprensione: da quelli più trasparenti a quelli meno trasparenti dal punto di vista semantico.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
AMBROSO S., 1991, Glottodidattica e italiano. Riflessioni per una metodologia dell’insegnamento delle lingue straniere, Treccani, Buenos Aires
ANDERSON R. C., PEARSON P. D., 1984, A Schema: Theoretic View of Basic processes in Reading comprehension, in Handbook of Reading Research, New York
ATORRESI A., 1996, Los estudios semióticos: el caso de la crónica periodística, Conicet, Buenos Aires
BALBONI P., Didattica dell’italiano a stranieri, Bonacci editore, Roma
BALBONI P., 2002, Parlare a Babele. Insegnare le lingue in una società complessa, UTET Libreria, Torino
BERRUTO G., 1996, Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo, La Nuova Italia Scientifica, Roma
BEACCO J. C., DAROT M.,1984, Analyses de discours. Lecture et expression , Hachette Larousse, Parigi
BIAGI M.L.,1991, La grammatica dal testo, Mursia, Milano
BIAGI M. L., 1985, Linguistica essenziale, Garzanti, Milano
BIAGI M. L., 1996, La programmazione verticale, La Nuova Italia, Firenze
BLOCK E., 1992, “See How they read: comprehension monitoring of L1 and L2 Readers”, Tesol Quarterly, 26
CARRELL P. L.,1985 The effects of Rhetorical Organization on ESL Readers, Washington
CICUREL F., MOIRAND S., 1990, Apprendre a comprendre l’écrit, in Le français dans le monde, Parigi.
DARDANO M., TRIFONE P., 1978, Grammatica italiana, Zanichelli, Firenze
DELLA CASA M., 1986, Lingua testo, significato, La Scuola, Brescia
DELLA CASA M., 1984, La didattica dell’italiano, La Scuola, Brescia
DELLA CASA M., MAMBRINI M., 1981, I testi e le culture, La Scuola, Brescia
DE GREGORIO de MAC M.I, REBOLA de WELTI M.C., 1997, Coherencia y cohesión el texto, Plus Ultra, Buenos Aires
ECO U., 1981, Lector in fabula, Libri e Grandi Opere S.P.A., Milano
GHISELLI S., 1989, La lingua italiana nella scuola elementare, La Scuola, Milano
GRANT D., 1991, “Essential reading: targeting, tracking and thinking about main ideas”, in Journal of Reading, 34/5.
GRAESSE A. C., BRITTON BRUCE K., 1996, Five Metaphors for test understanding in Models of Understanding Text, Laurence Erlbaum Associates Publishers, New Jersey
HAKALA C. M., O BBRIEN E. J., 1985, “Strategies for Resolving Coherence breaks in Reading”, Discourse Processes, 20, 167-185
KERBRAT ORECCHIONI C., 1993, La enunciación. De la subjetividad en el Lenguaje, Edicial, Buenos Aires
KLETT E., VASALLO A., 2000, Enfoques teòricos y metodológicos de la enseñanza de las lenguas extranjeras en la Universidad, Universidad Nacional de Luján, Luján
LAVANDERA B. L., 1985, Curso de linguistica para el análisis del discurso, Centro Editor de America Latina, Buenos Aires
LAVINIO C., 1990, Teoria e didattica dei testi, La Nuova Italia, Firenze
LO CASCIO V., Grammatica dell’argomentare, 1995, La Nuova Italia, Firenze
LEHMAN D., 1985, "La grammaire de texte: un linguistique impliquée", in Langue Française, 68.
MARGIOTTA U., 1998, Riforma del curricolo e formazione dei talenti, Armando editore, Roma
MARIOTTI, SCLAFANI, STANCANELLI, 1991, La lingua e il testo, D’Anna, Firenze
MOIRAND S., 1979, Situations d’ecrit, Cle International, Parigi
PERONARD THIERRY, GOMEZ MACKER L. A.,PARODI SWEISS., NUÑEZ LAGOS P, 1998, Comprensión de textos escritos, Andrés Bello, Santiago de Chile
SÁNCHEZ MIGUEL E., Los textos expositivos, 1997, Santillana, Buenos Aires
SAUCHON M., 1997, "La lectura-compréhension de textes: aspects théoriques et didactiques", Revue de la S.A.P.F.E.S.U., Buenos Aires
SMITH F., 1985, Reading without nonsense, Teachers Collage Press, New York
SOBRERO A., 1993, Introduzione all’italiano contemporaneo, Laterza, Bari
VAN DIJK T., 1997, La ciencia del texto, Paidós, Buenos Aires
VAN DIJK T., 1997, Estructuras y funciones del discurso, Siglo Veintiuno Editores, México
WOOD N. V.K., 1982, College Reading and study, Holt Rinehart and Winston, New York
ZIONI M., 1989, “Il testo che argomenta”, Italiano & Oltre, 4, 1.