Lavorare sulla biografia: dal testo alla classe. In Itali@ vol.1 Hoepli
11:30 - 12:15 SALA ROSSA
CULTURA, NARRAZIONE E APPRENDIMENTO. DAL TESTO ALLA CLASSE IN IT@LIA 1 – Ed. HOEPLI
Il binomio lingua/cultura è considerato centrale in ambito glottodidattico; la lingua infatti può essere considerata, in un’ottica antropologica, come un “precipitato” della cultura di un popolo, come osserva Giovanni Freddi in L’insegnamento della lingua e cultura italiana all’estero. Aspetti glottodidattici: “Leggendola in filigrana, la lingua appare un precipitato della storia del gruppo: le esperienze e le vicissitudini dei suoi parlanti hanno lasciato tracce visibili nei sottosistemi fonologico e grammaticale e, soprattutto nel corpus lessicale, cioè nel suo vocabolario”. Siamo dell’opinione che imparare una lingua sia imprescindibile dall’imparare una cultura. Imparare una cultura non consiste soltanto nell’imparare una serie di nozioni, quanto “sapersi dislocare nella forma mentis di un interlocutore di altra cultura. Ed acquisire così una nuova visione del mondo” (Patrick Boylan). Inoltre lo studio di un’altra cultura permette uno sguardo più acuto sulla propria.
Una lezione di lingua è realmente comunicativa quando gli apprendenti vogliono davvero comunicare qualcosa a qualcuno tramite la L2/LS e non soltanto per scopi informativi. Saper comunicare vuol dire, non solo “informarsi”, ma anche saper usare la L2/LS per esprimere un’emozione, far ridere, per ironizzare ecc.
La lezione di lingua diventa poi "comunicativo-culturale" quando gli apprendenti comunicano qualcosa a qualcuno tramite la L2/LS ponendosi e relazionandosi in un modo consono con la cultura di riferimento. La glottodidattica moderna sollecita un insegnamento della cultura attraverso la lingua e guarda alla cultura come una quinta abilità, accanto a quelle tradizionali della comprensione scritta/orale e della produzione scritta/orale.
La narrazione è al centro di molte pratiche didattiche, declinata in diverse forme, e individuata come percorso fondamentale per la costruzione del sé nel bambino e nell’adulto. Ogni narrazione, orale o scritta, proprio perché presuppone la partecipazione di un pubblico, uditore o lettore, permette a ciascun soggetto narrante di incontrare l’altro. In questo incontro, nell’ascolto reciproco e nello scambio comunicativo, avviene inevitabilmente una negoziazione di significati, in cui tutti i soggetti coinvolti contemporaneamente affermano e ridefiniscono la propria identità. Sono due i filoni narrativi – spesso intrecciati – in cui la funzione formativa è fortemente evidente: la narrazione di viaggi e quella autobiografica. La narrazione autobiografica, il parlare di sé, consente a chi racconta di rievocare ambienti, azioni, sentimenti e affetti, di ricordare la propria esperienza personale e di sviluppare conoscenza di sé. In ogni fascia di età si osserva il bisogno di comunicare e di creare rapporti interpersonali: incoraggiare il “raccontare/raccontarsi” può rappresentare un forte stimolo alla maturazione delle proprie capacità di relazione, oltre che di espressione. Steven G. Kellman sottolinea come questo processo diventi ancora più importante qualora la narrazione autobiografica utilizzi una lingua diversa da quella materna. Usare una lingua adottiva consente di distaccarsi da ciò che si sta raccontando, perché da una parte, a differenza della lingua madre che automatizza il racconto, richiede una maggiore riflessione; dall’altra, invece, può permettere una maggiore libertà espressiva, perché, in un certo senso, deresponsabilizza il soggetto narrante rispetto a quello che sta raccontando. La narrazione consente di acquisire consapevolezza degli strumenti linguistici a disposizione e delle finalità comunicative e cognitive: ogni studente ha un suo bagaglio di esperienze linguistiche e culturali, prima di tutto nella lingua materna, ma spesso anche in più di una lingua straniera, di cui non è sempre consapevole.
Alla luce delle considerazioni svolte fin qui, appare abbastanza chiara la scelta di utilizzare la narrazione come approccio didattico e il cinema italiano, in particolare la biografia dell’attore Toni Servillo, come “tema culturale”. La finalità del lavoro è stata creare un’unità didattica che incoraggiasse i discenti a parlare di sé, stimolando le capacità comunicative e che rispondesse alla “curiosità” su una parte del cinema italiano contemporaneo.
Abbiamo strutturato il lavoro partendo da alcune locandine di film italiani contemporanei, in fase motivazionale possono offrire uno spunto per cominciare a parlare di cinema italiano e per valorizzare le conoscenze degli apprendenti su questo aspetto della cultura. Successivamente si passa ad un’attività di ascolto, si tratta di un estratto di un’intervista audio all’attore Toni Servillo che parla di un film in cui ha lavorato, gli studenti sono invitati ad ascoltare e a confrontarsi in coppia per scoprire di quale film si tratta, tra quelli visti in precedenza nelle locandine. L’attività di ascolto offre uno spunto ulteriore per parlare di cinema e per introdurre l’attore Toni Servillo, attivando nuovamente le preconoscenze degli apprendenti sul cinema italiano e in particolare sugli attori, in questo caso il focus è ovviamente Toni Servillo. Per introdurre la narrazione, abbiamo presentato agli studenti la biografia dell’attore Toni Servillo “in disordine”, compito degli apprendenti è quello di lavorare in gruppo per ricostruire il testo. Dal punto di vista dell’analisi grammaticale il testo viene utilizzato per l’introduzione del passato prossimo, dal punto di vista lessicale invece il focus è sui verbi che “raccontano una vita”, cioè i verbi che si possono impiegare per cominciare a dare forma ad un’autobiografia. Nell’attività successiva gli studenti sono invitati a lavorare in coppia e parlare della propria vita, utilizzando se possibile i verbi emersi dall’attività precedente. L’unità presenta poi una serie di attività, lettura, riflessione grammaticale, attività lessicale, legate ancora al passato prossimo, in questa parte vengono analizzati alcuni verbi con participio passato irregolare e le espressioni di tempo che si usano per riferirsi al passato. L’unita si conclude poi, in maniera circolare, con la sezione culturale In Italia, in cui gli apprendenti tornano nuovamente a volgere lo sguardo alla cultura italiana, in questo caso si parla di generi di film, quali sono le parole italiane per definire le varie tipologie di film. Successivamente sono invitati a svolgere un’attività in coppia che li porta a confrontarsi sui propri gusti personali in fatto di cinema, di film che ognuno considera importanti.
Nell’ambito del workshop di Fieritals presenteremo l’attività di ricostruzione della biografia dell’attore Toni Servillo, rielaborata ed adattata per un pubblico di madrelingua italiani. Si tratterà in questo caso evidentemente di un testo più complesso sia dal punto di vista grammaticale che lessicale e non verrà elicitato all’inizio dell’attività il nome del personaggio “raccontato”. Inizialmente verrà chiesto ai partecipanti di lavorare in gruppo per ricostruire il testo integrale della biografia di un attore italiano, e dopo aver svolto questo compito dovranno indovinare di chi si tratta. La scelta di lavorare in questo modo ci è sembrata la più adatta e utile per entrare nel vivo dell’attività e “guardarla” dal punto di vista degli apprendenti; riteniamo che “mettersi nei panni” di chi impara la lingua sia fondamentale dal punto di vista formativo, sia per comprendere il senso di un’attività, e dunque la sua efficacia, sia per adeguare il proprio metodo di insegnamento ai bisogni e alle esigenze degli apprendenti. Inoltre consideriamo importante lavorare su un testo e “manipolarlo” praticamente affinché lo si possa acquisire e farlo proprio in modo autonomo, senza l’intermediazione dell’insegnante. Un testo scritto di per sé può offrire molti spunti didattici, questa modalità è quella che ci è sembrata più adatta per renderlo vivo e attivo all’interno in una classe di italiano L2/LS.
Hoepli
Relatore: Arianna Farina- Insegnante di Italiano L2 presso scuole private di lingua e Università di Roma