L’analisi degli errori nell’apprendimento della lingua inglese
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L’articolo di Paola Desideri( Università degli Studi di Chieti-Pescara) inizia con una riflessione
sullo scopo principale dell’analisi degli errori che è “quello di far luce sull’interlingua del discente,di provare come l’esistenza di tale codice sia governato da regole, condizione essenziale perché avvenga qualsiasi comunicazione”. La prima parte del contributo è dedicata all’analisi degli errori e all’interlingua. Una delle caratteristiche principali dell’interlingua è la sistematicità e per raccogliere dati sugli “errori sistematici” si possono utilizzare le produzioni sia orali che scritte degli apprendenti; “E’ preferibile il materiale linguistico prodotto spontaneamente attraverso le attività come role play, composizioni orali che scritte, ecc.”. L’autrice parla di tre tipi di produzioni frasali dei discenti secondo i criteri di correttezza, appropriatezza al contesto specifico e secondo le reali esigenze comunicative del discente. Si sottolinea l’importanza di una riflessione da parte dell’insegnante sulle regolarità degli errori dei discenti una volta individuati. Infatti, è di notevole importanza classificare gli errori tra “errori di prestazione” ed “errori sistematici” essendo gli ultimi l’oggetto principale degli studi glottodidattici. Gli “errori sistematici” presenti negli enunciati degli apprendenti possono presentare casi di omissione, aggiunta, malformazione o ordinamento improprio degli elementi. Nella parte finale dell’articolo l’autrice parla dell’interferenza della prima lingua sul processo dell’acquisizione facendo riferimento alle principali problematiche che affrontano gli apprendenti italiani di lingua inglese. Il contributo si conclude con una riflessione sull’importanza dell’analisi degli errori e sulle loro cause sia dal punto di vista glottodidattico che psicolinguistico “poiché imparare una lingua non significa imparare solamente parole nuove, ma regole, relazioni e categorie[…]”.
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