“La lezione accademica: aspetti informativi e interpersonali nelle digressioni”
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Il contributo presenta alcune considerazioni sulla “lezione accademica”. Partendo dal presupposto che il termine “lezione” costituisce più un’etichetta istituzionale che un’etichetta descrittiva, in realtà vi sono diverse modalità didattiche che si riconoscono in questo termine. Occorre definire due parametri per definire le varie configurazioni: a. l’interattività (lo spazio e le modalità discorsive a disposizione dei partecipanti), b. le risorse informative (chi e che cosa contribuiscono alla messa in comune delle informazioni disciplinari). Si parte dall’esame della lezione frontale che presenta poca o nulla partecipazione da parte degli studenti) per arrivare all’esame di attività collaborative a cui partecipano parimenti docenti e discenti. Oggetto di questo contributo è l’esame della lezione frontale. Tale esposizione monologica può configurarsi come evento “autosufficiente” (come se fosse una conferenza) senza richiami espliciti a eventi passati o futuri, oppure come segmento di un evento più ampio (una parte di un corso intero). La ricerca italiana non è molto sviluppata a proposito di questo argomento, mentre maggiore documentazione è presente in area anglosassone. Attraverso l’esame degli studi di Yung (che utilizza gli strumenti della grammatica sistemica) si tenta di proporre un modello descrittivo in fasi: 1. Momento in cui il docente anticipa il contenuto della lezione e orienta gli studenti sui punti più importanti che verranno trattati, 2. Momento in cui il docente riassume e classifica ciò che è stato trattato, 3. Momento in cui il docente dà una valutazione delle teorie precedentemente esposte, rafforzando la fase della conclusione. Ciò che emerge dall’applicazione del modello anglosassone alla lezione italiana è la ricorsività delle fasi e la possibilità per ogni fase di avere una maggiore e minore prominenza (ciò permette di descrivere lezioni accademiche molto diverse per aree disciplinari e stili espositivi). Attraverso l’osservazione di 36 lezioni si riconoscono tre stili dominanti: 1. Il docente legge o parla come se stesse leggendo appunti, 2. Il docente parla in maniera informale (sia “a braccio”, sia sulla base di appunti), 3. Il docente gioca con schemi intonativi e apre numerose digressioni. Il contributo prosegue con una disamina del genere “digressioni” intese come episodi con funzione prevalentemente informativa di contenuti disciplinari, come pure con funzione prevalentemente impersonale. Nella comparazione fra modello italiano e modello anglosassone, si nota una maggiore diramazione e diversificazione delle digressioni all’interno della lezione accademica. Il contributo conclude asserendo che le digressioni svolgono un duplice ruolo: a. contribuiscono alla costruzione dell’informazione disciplinare, b. contribuiscono al successo dell’evento “lezione”
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