Settembre 2013 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
ABSTRACT
In questa intervista ripercorriamo l’universo glottodidattico secondo la visione del Laboratorio ITALS. A questo proposito, Graziano Serragiotto, che del Laboratorio è Direttore, metterà in evidenza le strategie di analisi e di progettazione delle attività di formazione e aggiornamento glottodidattico praticate dall’ITALS, indicando gli obiettivi e le finalità che caratterizzano una didattica concettuale e operativa permeata da un linguaggio veicolo di idee e attento alla rete.
L’intervista
Gentile Direttore, potrebbe ripercorre le tappe più importanti della costituzione negli anni del progetto ITALS?
Il progetto ITALS va compreso entro una storia che si svolge in parallelo all’affermarsi della glottodidattica come scienza dell’educazione linguistica. Come ogni esperienza, anche quella del progetto ITALS è ancorata a una precisa collocazione geografica, a un preciso contesto storico e a un suo specifico di ricerca. Nel primo caso, facciamo riferimento alla scuola veneziana. Una sorta di tradizione glottodidattica che è debitrice del pensiero e del lavoro trentennale di Freddi e di Titone, e che ha attualmente tra i suoi maggiori interpreti Paolo E. Balboni. Dunque, in questo continuità di generazioni (anni ‘70 fino a oggi-secondo caso) rintracciamo lo sviluppo e la maturazione di percorsi orientati verso un focus scientifico condiviso e un’operatività che dà senso e forma alla linea programmatica d’azione del Laboratorio nell’ambito dell’educazione linguistica (terzo caso).
Posta questa premessa, individuiamo nell’ITALS una dimensione di pluralità (pur avendo infatti una radice veneziana comune, molti collaboratori sono docenti di altre istituzioni ed atenei) e un quadro epistemologico fondato sulla complementarietà di indirizzi scientifici tesi a dare rilevanza alla ricerca di nuovi modelli didattici. In tal senso, l’esercizio critico degli studiosi sopra citati, unitamente allo sforzo concettuale e pragmatico dei collaboratori del Laboratorio, contribuisce all’articolazione costante e coerente tra il progetto teorico e l’attivazione di percorsi formativi con l’intento di definire la pratica didattica e offrire ai docenti degli strumenti e delle indicazioni operative riguardo ai problemi della sfera neuro-psicologica dell’apprendente, ad esempio, oppure socio-culturale la quale tiene in considerazione la complessità interculturale.
Inoltre, dalla verifica e dal confronto continuo con i docenti durante la formazione, cogliamo precise indicazioni e implicazioni che ci consentono di riformulare meglio le reali condizioni del contesto e del processo di apprendimento della lingua straniera. Da questa prospettiva, è evidente che il progetto ITALS osserva il problema linguistico come un problema anzitutto sociale, educativo e formativo dove diventano rilevanti la natura e i meccanismi dell’interazione fra contesto-scuola, docente e studente.
Quali sono i presupposti di matrice organizzativa e strategica che consentono all’ITALS di essere presenti nel panorama della formazione glottodidattica dei docenti di lingua seconda (L2) e di lingua straniera (LS)?
Il punto di riferimento costante è rappresentato dal valore e dalla competenza delle persone che lavorano in ITALS. Sono dunque le persone a costituire la valenza strategica di un impianto organizzativo e strutturale che trova conferma nelle nostre attività core, considerati veri e propri laboratori didattici in cui al centro vi sono le persone che imparano ad imparare e ad essere risorse preziose per l’ambiente in cui lavorano e a cui si dedicano con impegno. A tale prospettiva centrata sugli individui, corrisponde l’orientamento socio-costruttivista in quanto permette di qualificare i collegamenti armonici che si instaurano tra i vari ambiti della conoscenza glottodidattica entro la quale si innescano quei meccanismi di condivisione di informazioni e una pratica di scambi continua. In questo modo, una comune categoria di pensiero conduce a un corretto equilibrio tra ricerca e interventi formativi, creando delle risposte di valore alle domanda e alle esigenze di formazione dei beneficiari. Il modello ITALS condensa perciò una modalità di sapere che pone le sue radici nello sviluppo della competenza delle persone, nella trasformazioni che tali conoscenze e abilità determinano nell’esperienza del loro svolgersi e dei loro risultati. Da ciò deduciamo che ITALS è un progetto di formazione che ha le attese e i ritmi di sviluppo del pensiero dell’individuo, il quale, alla fine di ogni percorso, si presenta con una prospettiva sempre di miglioramento, di riflessione e di interpretazione degli eventi (didattici). Grazie a queste condizioni, l’ITALS acquisisce una stabilità progettuale proprio perché si fonda sull’inesauribile motivazione e competenza delle persone a costruire cambiamenti in seno al processo e alla gestione del sapere glottodidattico.
Quali aspetti della cultura ITALS sono determinati nell’ispirare la programmazione delle attività del Laboratorio?
L’attenzione e l’ascolto sociale che poniamo nei confronti dei nostri destinatari, procede di pari passo alle condizioni con cui la conoscenza ci viene richiesta da parte degli insegnanti nell’ambito della formazione e dello aggiornamento glottodidattico. Questo comporta che la nostra visione come Laboratorio, si sposta su una visione interna alla glottodidattica, si focalizza sui contenuti e sui processi per costruire competenze reali e spendibili. Attraverso questa continuità tra ricerca e azione, riusciamo ad analizzare i processi e le modalità di apprendimento, portando poi agli incontri tutte quelle peculiarità scientifiche che ci consentono di programmare e calare degli interventi pertinenti al focus da trattare. Di conseguenza, la nostra attività non si discosta mai dagli obiettivi dei docenti di lingua, dai loro valori e principi che essi pongono come condizione necessaria all’insegnamento. I nostri valori, dunque, convergono fedelmente con tutti quei docenti che verificano e si spingono in profondità con l’analisi concettuale, con i loro comportamenti e con le loro attività quotidiane, in forza ai principi pedagogici che delineano l’esperienza dell’insegnamento della lingua straniera: la capacità di creare valore, contribuendo alla crescita dell’apprendente come individuo in grado di costruire il suo futuro a partire da una sua visione della società. In quest’ottica, è evidente che i principi e i valori del Laboratorio ITALS riportati peraltro dall’articolo del dott. Maugeri in questo numero del bollettino, consentono di individuare negli stessi la matrice culturale che ispira le relazioni e i processi della nostra ricerca. In tal modo, si spiega la natura partecipativa e collaborativa all’esplorazione di diverse aree, la capacità di risposta proattiva di strutturare un’unica prospettiva di ricerca, pur prendendo in considerazioni visuali diverse. Un’ibridazione continua, quindi, in cui competenze specifiche si confrontano, si scambiano, contaminando nuove aree con prospettive teoriche innovative e nuove possibilità di azione. Ecco allora che il nostro valore cardine ruota attorno alla crescita delle persone mediante l’apprendimento misurato in termine di idee, conoscenze e proposte dinanzi alle difficoltà del processo di acquisizione linguistica.
Un’altra singolarità dell’organizzazione rispetto ai valori che permeano la nostra comunità scientifica, consiste nel fatto che la cultura ITALS ha bisogno continuamente di sfide per creare valore attraverso la propria ricerca. In questo caso, i corsi ITALS sono testimonianza di una cultura che racchiude l’esperienza del sapere, quella terapeutica del sapere cosa fare e infine, quella diagnostica del come fare. È dunque questa cultura dell’apprendimento continuo a costruire diversi scenari organizzativi che, in sistematica relazione (penso all’ITALS e al LabCom), offrono un crescente patrimonio di riflessioni, spiegazioni, strumenti e possibili soluzioni.
Gentile prof. Serragiotto, con quali modelli glottodidattici ITALS si occupa di formulare dei corsi in grado di incontrare e soddisfare i bisogni formativi dei destinatari?
Il modello glottodidattico che costituisce l’ossatura della nostra programmazione si basa sulla capacità socio-costruttiva di sviluppare un apprendimento organizzato attorno al soggetto apprendente. Si tratta di una impalcatura concettuale che riduce le asimmetrie di fondo e che partendo dalla realtà degli apprendenti, sviluppa una riflessione condivisa, un agire cooperativo attento all’analisi del contenuto e della forma rispetto a ciò che è stato fatto. La significatività del prodotto finale indica l’efficienza del processo che ha permesso di raggiungere gli scopi preposti. In questa cornice espressiva, ogni individuo diventa coprotagonista del suo percorso in quanto è parte attiva e consapevole di una cultura della ricerca e della promozione di se stessi che lo ricompensa dell’impegno profuso ad attivare un sapere entro il proprio campo d’azione. La logica costruttivista, infine, si addice bene alla cultura ITALS poiché la caratterizza l’immagine di una rete in cui ogni nodo si lega allo stesso ambito o si connette ad altre aree, dove ci si pone in ricezione di nuove informazioni e, simultaneamente, diffondendo ciò che sa, lo si mette a disposizione del gruppo. In questo modo, sorgono le comunità di pratica la cui esperienza narrativa si dissemina nell’esperienza formativa di altre persone. La loro storia di formazione, è dunque la storia dei percorsi ITALS.
Che risposta rilevate da parte dei docenti che hanno aderito ai corsi ITALS?
I presupposti glottodidattici illustrati precedentemente, rappresentano la chiave di accesso e di successo dei nostri progetti formativi, dal momento che la struttura di ogni proposta (Master ITALS I e II livello, CEDILS, formazione glottodidattica per docenti di italiano LS e L2, ALIAS, CLIL, LADILS, per fare qualche esempio) è costruita ad hoc; infatti, dopo aver svolto all’inizio un’analisi dei bisogni e delle esigenze formative, articoliamo dei percorsi finalizzati a gestire e indirizzare i contenuti verso attività laboratoriali e pratiche, legittimando in modo scientificamente valido e rilevante per i corsisi, l’adesione alla nostra offerta formativa. La scelta dell’argomento, dei materiali, degli strumenti e delle forme di somministrazione sono segno vitale dell’attenzione e delle cura che rivolgiamo ai nostri destinatari, in ottemperanza al principio della qualità didattica che è coerente con l’identità dell’ITALS. Questi aspetti fanno sì che i nostri interventi siano il più funzionali possibile in modo che possano aderire fedelmente alle attese e alle richieste iniziali dei corsisti e si prestino così a soddisfarne gli interessi. E in effetti, la verifica dei questionari che somministriamo in specifiche fasi dei nostri corsi, confermano che questo nostro orientamento e questa comunicazione bidirezionale, risulti essere molto produttiva e apprezzata dai nostri studenti. Ciò che a livello personale traggo alla fine di ogni incontro o comunicando quotidianamente con gli insegnanti interessati alle attività del Laboratorio, è che il valore creato dalla partecipazione ITALS rappresenta uno spazio di comunicazione aperto, dove vengono veicolati messaggi ed emozioni, attese e processi profondi di significazione. Quello che poi colpisce è il senso di appartenenza all’ITALS da parte del corsista e la motivazione a utilizzare le strategie che ha imparato a elaborare e affinare con l’apprendimento, per metterlo a disposizione degli altri. Da questa rinnovata visuale, l’esperienza ITALS è luogo in cui si manifesta la persona che è chiamata perciò ad assumere un ruolo di primo piano per sostenere le sue idee, farle conoscere e apprezzare con un livello superiore di apprendimento. Ciò dà luogo a una fenomeno che chiamerei della ‘convergenza’ tra l’identità del docente e la sua esperienza formativa dentro i confini dell’ITALS.
In quale modo il Laboratorio ITALS pensa di acquisire un vantaggio competitivo dai suoi corsi grazie all’impiego delle nuove tecnologie?
Non possiamo affatto ignorare il peso che le nuove tecnologie stanno progressivamente dando alla cornice didattica, stimolandoci a ripensare il modello, le strategie e gli stessi obiettivi della didattica dell’italiano a stranieri ai fini di un maggior potenziamento dei media in funzione di quest’area e delle stesse proposte formative affinché risultino più coinvolgenti. Nel nostro caso, l’utilizzo della piattaforma moodle ci permette di generare un apprendimento a distanza di tipo interazionista, attivo e collaborativo. L’ambiente digitale, in tutti quei casi in cui eroghiamo una modalità di formazione e-learning, è spazio di vita e del fare per cui esso si sviluppa parallelamente con il progresso cognitivo dello studente. Non solo contenuti e comunicazione digitale di tipo asincrona, ma un contesto online che ha tutte le caratteristiche di un corso svolto in presenza. Quindi, anche nei Master ITALS, la formazione online sfruttando la situazione contestuale, mira a sviluppare le strategie di metacompetenze degli individui. Inoltre, tale piattaforma abitata da individui che si connettono da luoghi più disparati, diventa luogo e spazio in cui la formazione e gli apprendenti non perdono valore ma, al contrario, incontrandosi creano un evento significativo perché dà luogo ad emozioni e approfondimenti e a una pluralità di punti di vista e di modelli possibili di lavoro tale da rendere sinergica, flessibile e migliorativa il percorso di apprendimento.
A questi sintetica prospettiva, poi, va aggiunto un riferimento essenziale, vale a dire che stiamo considerando alcuni strumenti per rendere più presente, raggiungibile e alla portata il contesto formativo digitale. In questo caso, vorremmo consolidare una pratica didattica che, attraverso video e la nuova tecnologia leggera, permetta al nostro utente di accedere in ogni momento e con ogni strumento alla piattaforma, scaricando con facilità contenuti sempre disponibili. Questo è solo un esempio per rendere pervasivo e sempre situato l’apprendimento ITALS dovunque l’utente si trovi. Dunque, la tecnologia ci sta consentendo di ripensare il modello di formazione online e il sapere stesso per cui anche i luoghi dell’apprendimento si trasformano in luoghi dell’incontro e della comunicazione; sono poi ambienti formativi fisicamente mobili, trasportabili dall’utente e perciò ibridi di contatti, tangibili per la riflessione intellettuale e il livello di emozioni suscitate.
Attingendo dalle sue competenze e alle sue ricerche scientifiche, potrebbe individuare le aree e i settori verso cui la glottodidattica odierna è orientata e indirizzata?
È un dato di fatto che la glottodidattica abbia una geografia i cui confini sono continuamente ridefiniti da nuove ricerche, sperimentazioni, evidenze empiriche. Ogni campo di esplorazione richiede al ricercatore assunti di base e competenze da consolidare ed evolvere nelle direzioni che nascono, ad esempio, nell’area delle tecnologie a servizio della didattica delle lingue, nella scelta di un’immersione linguistica attraverso la microlingua per nuovi sbocchi professionali, nei domini e nelle reti di storie che appartengono all’esperienze del CLIL; nelle premesse e nelle categorie dell’interculturalità impegnata a ristabilire le narrazioni con diverse modalità e strutture mentali in modo che ognuno sia interprete delle prospettive della comunicazione in nuovi contesti.
Come vorrebbe che fosse l’ITALS tra qualche anno?
Vorrei che fosse la prospettiva di chi vuole divenire ciò a cui aspira mediante la sperimentazione continua di percorsi didattici alternativi. Ciò implica una connotazione intellettiva fatta di richiami e contenuti, un approccio di pensiero strutturato per l’azione e un’attenzione maggiore verso la modalità di ricerca che persegua una valutazione oggettiva dei singoli casi studiati. Un sistema quindi aperto, dinamico e mobile, orientato a nuove possibilità e realtà progettuali che vanno indagati, esplorati e contaminati con la capacità di fare sistema al fine di dare forma ed espressione alle esigenze metodologiche della didattica della lingue straniere. In tal modo, la nostra azione ITALS continuerà a dare un sostegno, articolato e profondo, alle istanze di cambiamento e di rinnovamento dell’agire didattico degli insegnanti durante il processo di insegnamento e apprendimento della lingua straniera.