Aprile 2016 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
AUTORE: J. House
TITOLO: Translation
CITTÀ: Oxford
EDITORE: OUP
ANNO: 2009
Juliane House tratteggia con questo volumetto le caratteristiche principali legate ai Translation Studies. Scienza recentissima, gli studi sulla traduzione hanno vissuto un tragitto parallelo simile a quello della storia della glottodidattica, con priorità ora sulla forma, quindi sul significato, vale a dire con un’attenzione agli aspetti più ampi della comunicazione, pragmatici, culturali, spesso stilistici.
Il testo è diviso in sei parti. Nella prima si manifesta la definizione di traduzione, toccando questioni filosofiche: che cos’è un testo? È possibile pensare il testo senza un lettore che se ne appropri? Come e in che modo interpretare il concetto di equivalenza, centrale per l’attività di resa di un testo in un’altra lingua? L’autrice, nel rispondere a queste domande, in nome di un sano ‘realismo’ appunta la necessità, nella seconda parte, destinata ad approfondire i punti elencati dalla prima, di rispettare un ‘core meaning’ soprattutto per quei testi per il quale il vincolo con le intenzioni dell’autore è fortissimo, in virtù della loro stessa natura (26):
For many literary and scientific texts of historical significance, it may be essential to render meaning faithfully, and they deserve a degree of autonomy from recipients. In other words, the specific properties of such texts may need to exert some control over how they are to be interpreted.
La terza parte approfondisce, in particolare, il concetto di equivalenza, con uno sguardo diacronico su diverse prospettive che si sono aperte a tal proposito; l’una diversa dall’altra a seconda dell’accento ora posto sul testo, ora posto sulla funzione pragmatica assunta dal testo in contesti diversi (e quindi sul fruitore).
La quarta parte mette a fuoco il non facile tema della valutazione della traduzione: come e in che modo definire se una traduzione è soddisfacente?
La quinta affronta ciò che, in quanto insegnanti di lingua, più ci interessa: gli usi pedagogici della traduzione, vale a dire la possibilità di impiegare la traduzione nell’aula di lingua. Si elencano i vari contro, succedutesi nella storia della glottodidattica comunicativa, per elencare poi i pro, considerato il valore che può assumere la traduzione per indagini metalinguistiche e interculturali. Ed è appunto all’intercultura, e a altri temi peculiari, come l’uso dei corpora, che è infine dedicata l’ultimissima parte, la sesta.
Nel complesso il volumetto si presenta come un’opera essenziale per quanti intendono affrontare il tema della traduzione, da diversi punti di vista: come abilità da esercitare di per sé o come tecnica che può essere impiegata strategicamente nelle classi di studenti adulti di lingua, di livello avanzato.