Usi linguistici e atteggiamenti di minori immigrati a Pavia e Torino, tra L1 e L2

Usi linguistici e atteggiamenti di minori immigrati a Pavia e Torino, tra L1 e L2

Autore: 

in PISTOLESI E. (a cura di), Lingua, scuola e società. I nuovi bisogni comunicativi nelle classi multiculturali.
Trieste, Atti del Convegno (6-7/10/2006), Istituto Gramsci Regione FVG, 2007

Questo articolo riporta a una ricerca svolta nella primavera del 2002 sul repertorio linguistico, le competenze e gli usi linguistici di 414 minori immigrati in Italia e residenti nelle province di Pavia e Torino. Il contesto e il quadro della ricerca vengono illustrati con ricchezza di dati socio demografici, una chiara definizione del paradigma di studio (la sociolinguistica della migrazione) e con solidi riferimenti nazionali e internazionali, nella consapevolezza che, senza un’esauriente e preliminare mappatura geolinguistica, diventa impossibile trarre generalizzazioni su base statistica dai pochi e ancor recenti studi di analisi dei repertori linguistici degli immigrati nelle loro dinamiche. La rigorosa impostazione nella metodologia e nella concezione degli strumenti rilevativi fanno di questo studio un modello da applicare anche su altri contesti. A livello macro, infatti, la particolare situazione di “policentrismo etnico” (cfr. Orioles V.,nello stesso volume) su scala nazionale giustificherebbe di per sé la necessità di un’analisi comparata tra aree territoriali che appaiono simili solo a uno sguardo di superficie – basti pensare alle specificità del nord-est rispetto al contesto della ricerca in questione. A livello di microcontesti locali (pensiamo agli scenari tipici della ricerca azione nelle scuole) la potenziale utilità di questo tipo di studi è testimoniata dai risultati del questionario somministrato: emerge infatti nitida la fotografia di un ricco patrimonio di lingue di origine (oltre 40 nel territorio preso in analisi, più diverse varietà di dialetti, circa un terzo del totale presente su scala nazionale) e un diffuso plurilinguismo, soprattutto nelle famiglie, dove l’italiano si colloca ancora in una posizione minoritaria, mentre i minori appaiono significativamente esposti a un indebolimento nella pratica delle lingue di origine. Se gli esiti linguistici di questi processi sono ancora incerti, il valore identitario e sociale del bagaglio linguistico e culturale che un soggetto porta con sé ha almeno due risvolti importanti, nella pratica del dialogo con il migrante e, parallelamente, nella progettazione di percorsi formativi. Nel campo dell’insegnamento, le esigenze di lavorare su piani di studio personalizzati per lo studente di L2 richiedono questo genere di approfondimenti. Attraverso le biografie dell’apprendente e l’analisi del contesto plurilinguistico è infatti possibile raggiungere quel livello di conoscenza (e consapevolezza) di base che, sul piano della programmazione, potrà tradursi (cfr. Favaro G. nello stesso volume) in un affinamento delle competenze nel gestire l’eterogeneità e le variabilità dei cammini di apprendimento.

loreguglie@yahoo.it
Università Ca'Foscari Venezia

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