Portfolio e portfolii: un grande futuro dietro le spalle?
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Luciano Mariani nel suo intervento Portfolio e portfolii: un grande futuro dietro le spalle? Conduce un’analisi sul Portfolio, strumento di certificazione e pedagogico, mettendo a confronto il portfolio in ambito nordamericano, il PEL, Portfolio Europeo delle Lingue e il PCI, Portfolio delle Competenze Individuali. Il primo, presentandosi come strumento alternativo, è nato dall’insoddisfazione per le procedure tradizionali di valutazione, basate nei contesti nordamericani prevalentemente su test scritti. Oltre a sopperire all’inadeguatezza della valutazione su test scritti, questo portfolio si pone anche come strumento di valutazione autentica ad integrazione della valutazione tradizionale, per qualche volta sostituirsi ad essa. Il termine autentico fa riferimento all’utilizzo di prove che si avvicinino quanto più possibile a compiti di realtà, che pongano lo studente di fronte a situazioni realistiche. Al portfolio nordamericano l’autore contrappone il PEL, tassello dell’ampio e articolato progetto delle politiche linguistiche europee. Adottato dal Consiglio d’Europa, al PEL vengono assegnate due funzioni primarie, quella certificativi e quella formativa. Il PEL, con le sezioni biografia, passaporto e dossier e si presenta più ricco ed articolato rispetto al più ridotto modello nordamericano. Nonostante l’iniziale tendenza a sottolineare l’importanza certificativa del PEL, la prassi tra gli insegnanti ha messo in luce un fondato interesse per la sua valenza pedagogica, per il processo di riflessione che accompagna la sua costruzione. Il PCI, Portfolio delle Competenze Individuali, viene descritto nelle Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati, legato ai principi della riforma della Scuola dell’infanzia, primaria e della Scuola Secondaria di 1° grado. Il PCI condivide con il PEL la procedura metacognitiva, individuando nella riflessione critica sul processo di insegnamento-apprendimento un’occasione preziosa di maturazione di consapevolezza; il senso della continuità da classe a classe e nel passaggio tra scuole di ordini diversi e il significato valutativo e orientativo. Per quanto riguarda, invece, le differenze, mentre il PEL è strumento di proprietà dello studente, che ha la responsabilità di selezione e gestione dei contenuti, il PCI si presenta con una struttura obbligatoria, destinata alla raccolta di documenti di valutazione, certificazione delle competenze e vede, nella sua compilazione tutta affidata ai docenti, un ruolo marginale dello studente. Ribadendo l’importanza del coinvolgimento attivo degli studenti, l’autore suggerisce la creazione di un portfolio trasversale alle discipline che superi i limiti della struttura rigida del PCI, propone la prendendo a modello di riferimento il robusto e trasparente impianto teorico e metodologico del PEL.
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