Novembre 2004 | Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792 Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni |
La didattica classica imposta l'insegnamento della lingua italiana, sia come L1 che L2, focalizzando l'attenzione soprattutto sull'aspetto grafico.
Come docenti siamo consapevoli del fatto che l'insegnamento tradizionale considerasse punto di partenza e forse anche d'arrivo, la grafia; ciò è dovuto, probabilmente, al fatto che l'italiano ha "la fortuna" di avere una struttura fonica resa quasi direttamente dalla sovrastruttura grafica, ossia le parole scritte si pronunciano come si scrivono, quasi sempre.
Questo in realtà facilita l'apprendimento dell'ortografia, ma è anche un aspetto sfavorevole in quanto disabitua docente e discente a considerare e apprezzare l'aspetto fonico della lingua.
Se diamo uno sguardo ai programmi di scuola materna, elementare, media e superiore in vigore nella scuola italiana, notiamo che solo quasi esclusivamente nei primi due gradi scolastici (per la scuola materna, cfr. la sezione "I suoni e le parole") si considera l'aspetto fonetico della lingua, questo presumibilmente perché più recenti.
Di fatto comunque nella pratica comune, l'elemento sonoro è ancora più trascurato: riflettendo su come viene insegnata la lingua alla scuola elementare e media ad esempio, noteremo come l'insegnamento abbia una connotazione prevalentemente grafica, la sonorità della lingua spesso è "relegata" allo studio delle poesie.
La presenza di studenti stranieri, sempre crescente in questi anni, ha avuto la conseguenza di avere evidenziato questa visione limitata e limitante della lingua.
Gli insegnanti di lingua italiana si trovano costretti a riformulare i propri obiettivi partendo dalle necessità comunicative degli alunni ottimizzando il percorso in questa direzione e esplicitando regole grafo-foniche che di fatto non venivano insegnate in una classe esclusivamente di allievi madrelingua. Il che porta indubbi vantaggi anche per i "nativi".
Il quesito ricorrente dell'insegnante di L1, L2 e LS è: "Come posso agevolare l'apprendimento del discente? Da dove inizio?"
L'acquisizione della lingua parte dall'oralità, il bambino all'inizio apprende i suoni delle parole che poi imparerà ad associare al significato, e che solo successivamente codificherà per iscritto.
E dall'oralità si deve partire anche per l'insegnamento di una lingua: il percorso più naturale per il discente, a maggior ragione se di L2 o LS, sarà quindi il seguente:
L1 orale | > | L2 orale |
^ | v | |
L1 scritta | > | L2 scritta |
L'insegnante inizierà quindi dal confronto fonico delle due lingue per poi passare all'accostamento grafico.
In una prima fase, quindi, verranno analizzati e confrontati i suoni della L1 unendoli a quelli della L2 evidenziandone le differenze, le mancanze e rappresentandoli graficamente.
Si potrà rappresentare in un cartellone murale quanto emerso.
Attenzione però! I collegamenti devono essere intesi in senso fonico: per esempio, per un alunno russo (non usiamo qui trascrizione o caratteri cirillici che però saranno presenti nel cartellone) utilizzeremo una rappresentazione di questo tipo:
Fonema L1 | Fonema L2/LS | Parola es L1 | Parola es L2/LS |
K | c ch | kniga | Casa/chiesa |
Spesso la maggior paura del docente è dovuta alla non conoscenza della lingua straniera dell'allievo; in realtà questo rappresenta un "falso problema": insegnante e discente devono essere visti come "esperti" della propria L1, il compito del primo non sarà quello di tradurre, ma quello di "mediare", aiutare cioè il passaggio dell'alunno straniero nell'apprendimento della nuova lingua.
Da esperto di didattica e di italiano e non della lingua materna dell'alunno, il docente cercherà di favorire l'autonomia dell'apprendimento del discente, insegnando ad esempio non qual è il termine indicante un certo oggetto, ma ad esempio fornendogli gli strumenti utili per leggere il vocabolario.
Tecniche didattiche
Di seguito vengono brevemente presentate alcune tecniche didattiche sperimentate in questi anni nelle scuole elementari e medie, ma che opportunamente adattate possono essere d'aiuto anche negli stadi successivi, al fine di rendere l'allievo consapevole dei suoni di una lingua.
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- Rappresentare con il corpo i suoni
Sono varie le attività di questo genere che si possono creare nella scuola elementare, utili anche per sviluppare un'adeguata competenza cinestesica.
Ecco alcuni esercizi da proporre; per alcuni si consiglia anche di documentare il percorso con fotografie o filmati:
- "baciare" un foglio di carta pronunciando un determinato suono al quale poi si assocerà il grafema o il disegno di un oggetto il cui nome inizia con il fonema in questione (utilissimo in 1^ elementare anche per l'insegnamento a madrelingua);
- pronunciare fonemi guardandosi allo specchio e rappresentare le varie fasi di produzione sonora: dal semplice "vedo i denti, la bocca è rotonda" ad analisi più approfondite (molto utile con cinesi e arabi anche nella scuola media);
- in palestra o aula rappresentare con il corpo la "forma" dei suoni: presentando le 7 vocali, gli alunni impareranno a considerare il fatto che vi è discrepanza tra produzione dei suoni e loro rappresentazione. L'attività può essere ulteriormente sviluppata usando fili o scotch colorati che, nel caso gli alunni si distendessero per terra, aiuterebbero a lasciare l'impronta. Al termine possono essere organizzati giochi o gare di riconoscimento fonico e, in un secondo tempo, anche grafico.
- Giochi da tavolo
- Memory fonetico: si possono proporre numerose varianti, dall'abbinare immagini inizianti o contenenti lo stesso fonema a collegare coppie di immagini differenziate per durata fonematica, es. caro-carro, pala-palla;
- Tombola fonetica: abbinare suoni o rumori a immagini, a disegni rappresentanti un oggetto iniziante per un determinato suono o contenente un gruppo consonantico, un digramma. Facile da realizzare in forma personalizzata alle esigenze della classe e utilizzabile anche con l'ausilio sonoro del pc.
- Fonopoli: adatto soprattutto per classi finali della scuola elementare e successive. Sulla base delle regole del famoso gioco Monopoli, al termine dell'analisi dei gruppi fonici propri di una lingua, si considerano le caratteristiche specifiche di ogni insieme, ad es. le occlusive, e si formulano alcune domande alle quali i partecipanti devono rispondere se stazionano nella casella "?"; nelle altre caselle vi possono essere dei giochi linguistici quali ad esempio trovare coppie minime, assonanze e rime (foniche non grafiche) in poesie…
- Canzoni
- :Nell'apprendimento delle lingue è utilissimo l'ascolto delle canzoni che in un primo momento devono essere imparate e analizzate a livello fonico e linguistico e successivamente come lettura di testo. Possono essere abbinati dei cloze mirati alle difficoltà manifestate dalla classe: fonema-grafema suoni /s/ /z/, sonori-non sonori…
- Video
- Anche la visione dei video si presta a moltissimi scopi dall'analisi gestuale degli attori, all'intonazione, alla ripetizione di dialoghi.
- Rappresentare con il corpo i suoni