Manuale di glottodidattica
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Il volume è diviso in due parti, la prima maggiormente orientata verso la riflessone teorica, la seconda orientata verson l’approfondimento dei risvolti operativi. Nella prima sezione, dopo una discussione delle differenze tra apprendimento della prima e della seconda lingua, che delimita chiaramente le simmetrie ma anche le profonde dissimmmetrie tra i due processi, un ruolo fondamentale è svolto dal saggio di Marina Chini sul concetto di interlingua e, soprattutto, sui processi di apprendimento che sottostanno alla creazione di un’interlingua, soprattutto in considerazione delle caratteristiche individuali che differenziano ogni apprendente dall’altro, sia in termini di strategie cognitive sia in termini di bisogni linguistici percepiti e conseguentemente, di motivazione. La seconda parte è più orientata verso la programmazione e la selezione dei contenuti (il saggio di Cristina Lavinio risulta estremamente interessante per i criteri linguistici che propone), verso l’impiego di tecniche didattiche, l’uso delle tecnologie, i problemi della verifica e della valutazione. Da notare, infine, l’ultimo, corposo capitolo, opera di Cristina Piva, che traccia una sintetica ma esauriente panoramica dei metodi in glottodidattica, introdotta da una riflessione sulla nozione stessa di metodo. La bibliografia è ricca e può costituire una buona base per la costituzione di una biblioteca generale di glottodidattica, in linea con la filosofia del volume che intende offrire una panoramica generale di questo ambito scientifico.
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