Grammatica e grammatiche
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Il dossier monografico della rivista ufficiale dell’Associazione Nazionale degli Insegnanti di Lingue Straniere affronta uno dei punti cruciali della riflessione e dell’operare degli insegnanti stessi: il ruolo della grammatica e – come precisa la Curatrice fin dal titolo del dossier – delle grammatiche, al plurale. La Curatrice introduce il dossier con una corposa e sistematica riflessione sul modo in cui i modelli grammaticali e le teorie linguistiche influiscono sulla prassi didattica degli insegnanti, ed offre un percorso nella storia della nostra disciplina accompagnato da una bibliografia che può essere considerata un valido riferimento per questo argomento. Maria Pia Lo Duca completa il discorso dando nel suo saggio una risposta alla domanda più comune tra gli insegnanti: “perché fare grammatica in una classe di lingua?”. Importante è la riflessione condotta sul problema dell’errore e della sua valutazione (trattato in un saggio di Paola Desideri, che lo vede come utile spia dell’interlingua di uno studente piuttosto che come semplice “peccato” da punire). Come abbiamo detto, il titolo del dossier monografico include il plurale “grammatiche”. Questa sezione è affidata a Mario Cardona, che propone un allargamento del concetto di grammatica dalla semplice morfosintassi al lessico, a quella componente semantica senza la quale la grammatica non ha significato e può risultare fonte di demotivazione poiché complessa e astratta, senza legami con la realtà; sulla stessa linea, Maria Lo Nostro allarga il concetto di grammatica anche alle competenze cinesica e prossemica, cioè ai linguaggi del corpo. Infine, Antonietta Marra si pone il problema della grammatica diatopica delle lingue, che certo non può essere affrontata ai livelli iniziali ma che diventa qualificante per gli studenti avanzati, soprattutto nel caso dell’inglese, data la quantità di varietà locali utilizzate nel mondo anglofono.
Pur essendo destinato ad insegnanti, i saggi di questo dossier sono estremamente approfonditi, per cui l’aspetto divulgativo non incide sul valore scientifico delle riflessioni ma, anzi, coniuga rigore con scorrevolezza.
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