“La piazza, la lingua, il mercato: ovvero, il mercato mondiale delle lingue nell’epoca della crisi globale”
Autore:
Il contesto in cui si situa questo saggio di Massimo Vedovelli è un corso di aggiornamento per docenti di italiano in Russia tenuto a Mosca nel 2008-09, cioè l’anno di massima virulenza della crisi economica globale. La nozione cardine è quella di “mercato globale delle lingue”, che era stata già definita in una ricerca guidata da De Mauro, Italiano 2000, sulle prospettive della nostra lingua all’inizio del millennio viste dall’osservatorio degli Istituti Italiani di Cultura. Le lingue sono strumenti del mercato economico globale e sono oggetto di investimento economico a loro volta: l’autore analizza il ruolo dell’italiano in questo mercato (l’italiano è la quarta o quinta lingua maggiormente studiata, ma è anche la seconda lingua, dopo l’inglese, sulle insegne e nelle vetrine dei paesaggi urbani). In questo “mercato rionale” in cui si aggira l’acquirente di lingua, si vende non solo la lingua, appunto, ma anche un portato simbolico ampio, che nel nostro caso rimanda, da un lato, ai grandi secoli della nostra storia artistica, letteraria, musicale, dall’altro, all’aura di buon gusto, stile raffinato, qualità della vita che circonda il nostro Paese. La conclusione di Massimo Vedovelli è che, in questo mercato, l’Italia è ben posizionata, può ancora contare anche sulla quantità di emigranti e loro discendenti come testimonial locali, pur restando l’italiano una lingua di nicchia.La forza potenziale della nostra lingua come ulteriore lingua straniera dopo l’inglese è alta, ma altrettanto alto è il rischio che la centralizzazione e la frammentarietà della politica di sostegno all’italiano nel mondo ne minino le potenzialità.
Keywords: