“La mitigazione nella lezione universitaria”

“La mitigazione nella lezione universitaria”

Autore: 

In CILIBERTI A., ANDERSON L. (a cura di), Le forme della comunicazione accademica
FrancoAngeli, Milano, 2007 RECENSIONE

Il contributo si propone di esaminare la didattica universitaria sia nella sua dimensione comunicativa sia sotto l’aspetto microlinguistico e sociopragmatico. Il dato unificante è rappresentato dai cosiddetti “mitigatori” (marcatori attenuativi della forza allocutoria). Il loro esame si concentra sia sul loro uso nei singoli enunciati, sia rispetto alle funzioni socio-pragmatiche che possono assumere nelle interazioni docente-discente e discente-discente. La mitigazione è considerata come complementare al rafforzamento, termini entrambi compresi nel concetto di “modulazione della forza illocutoria”; inoltre, la mitigazione è data dalla combinazione di elementi lessicali e sintattici e dalla sua azione modificante dell’atto linguistico. Essa agisce sul cotesto e sul contesto extralinguistico e la sua gestione si correla con l’organizzazione e l’elaborazione dell’atto linguistico prodotto dal docente, mentre parla (questo atto linguistico è, inoltre, sollecitato dal contesto istituzionale, cioè dalla lezione universitaria). Il contributo prosegue con l’evidenziazione delle componenti del contesto accademico istituzionale, che in parte è costituito a priori, in parte è configurato dall’interazione stessa: il comportamento linguistico di docenti e discenti è determinato da aspettative e ruoli sociali e da scelte strategiche che possono prescindere dal contesto stesso. Nell’interazione accademica i partecipanti sono caratterizzati da ruoli asimmetrici e da una persistente attenzione verso l’immagine e la faccia (propria e altrui), le quali vengono continuamente messe in discussione da atti linguistici compromettenti non solo l’identità dei singoli, ma la comunicazione intera. Su questa variabile del contesto si innesta la funzione della mitigazione, che agisce su tre piani: 1. I condizionamenti istituzionali, 2. Il piano delle facce parziali (osservazione immagine-faccia) da applicare per il raggiungimento di certi scopi, 3. Gli obblighi conversazionali/interazionali. Da questo esame emerge che i principali elementi linguistici con funzione di mitigante sono: 1. Fenomeni di modalizzazione (segnali discorsivi, sintagmi avverbiali con funzione modale, verbi modali, usi modali del condizionale, usi modali del futuro), 2. Enunciazioni di carattere metacomunicativo, 3. Verbi epistemici e normativi, 4. Forme impersonali, 5. Hedges, 6. Enunciati cripto-performativi, 7. Uso di registro marcato. Le conclusioni a cui si giunge sono, dunque che: l’uso dei mitigatori è un tratto saliente dello stile accademico, la mitigazione serve a marcare l’appartenenza del parlante alla cerchia ristretta di “quelli che sanno” (e in quanto detentori di saperi esperti non devono dire tutto; chi entra nella comunità va “iniziato” a gradi), gli studenti si domostrano veloci apprendenti nel padroneggiare l’attenuazione.

ballarin@unive.it
Università di Venezia

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