“L’allievo protagonista del proprio apprendimento. Riflessioni su stili di studio e strategie di apprendimento di italiano L2”
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Il saggio fa parte della serie di scritti in onore di Katerin Katerinov (vedi scheda), di cui Pichiassi è anche curatore, e si inserisce nella tradizione di studi che da vent’anni affrontano il tema dell’apprendimento delle lingue dal punto di vista dello studente, del suo modo di operare rispetto alla lingua che vuole apprendere. Dopo aver distinto tra gli stili (caratteristiche psicologiche, cognitive) e le strategie (atti, procedure operative) di apprendimento, e dopo aver descritto sinteticamente le caratteristiche dei diversi stili cognitivi e d’apprendimento, l’A. pone il problema di ogni docente: come può un insegnante di lingue, senza per altro essere psicologo e poter dedicare molte ore allo scopo, individuare gli stili di studio e le strategie preferite dai singoli allievi che costituiscono il gruppo classe? La risposta di Pichiassi parte dal una sperimentazione durata un triennio (2004-2007) presso l’Università per Stranieri di Perugia, dove l’A. è docente di glottodidattica, che ha coinvolto 243 studenti di 32 gruppi linguistico-culturali diversi. Molti dei temi trattati nel questionario sono in qualche modo prevedibili (rapporto con la grammatica formale, uso dei mass media come strumenti per ricevere input, e così via), particolarmente interessante è però il tema della concezione di “discente di lingue” e più in generale di “studente” che si ha nelle varie culture: si tratta di quello che Hofstede chiamerebbe un software of the mind, che non compare in primo piano ma che regola, come i software di sistema in un computer, l’approccio complessivo della persona nei confronti del compito di apprendere una lingua non nativa.Non è possibile qui esporre i risultati dell’indagine, ma si consiglia questo saggio in vista della creazione di ricerche sull’atteggiamento dello studente, sui suoi stili cognitivi e sulle strategie di apprendimento delle lingue.
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