“I malintesi della cortesia nella comunicazione interculturale”

“I malintesi della cortesia nella comunicazione interculturale”

Autore: 

in A. MOLLICA, R. DOLCI, M. PICHIASSI (a cura di), Linguistica e glottodidattica. Studi in onore di Katerin Katerinov
2008, Perugia, Guerra, pp. 283-296.

Il saggio fa parte della serie di scritti in onore di Katerin Katerinov (vedi scheda) e si inserisce nel filone di studi su un aspetto particolare della competenza comunicativa, la comunicazione interculturale, che da un decennio ha trovato cittadinanza nell’ambito della letteratura glottodidattica. L’A. è molto decisa nel definire il ruolo della comunicazione interculturale: “il principale ostacolo al successo della comunicazione è rappresentato dalla distanza interculturale, che impedisce agli interlocutori di fare affidamento su uno schema comune di comportamento che ne orienti l’interpretazione” (p. 284). Tra tutti i possibili punti critici della comunicazione interculturale, P. Mazzotta focalizza quello delle espressioni di cortesia – tema che è stato affrontato in pragmalinguistica ed etnolinguistica da una bibliografia sorprendentemente vasta, che l’A. riporta, e che dimostra quanto il tema sia delicato e dibattuto. I principali punti critici proposti dall’A. come degni di attenzione per chi insegna le lingue seconde e straniere sono l’uso dei pronomi di rispetto e onorifici, la scelta tra stile diretto ed indiretto (con un aspetto peculiare, che è l’uso dell’imperativo) e il ruolo dei segni di cortesia non verbale. Se il problema dei malintesi interculturali è significativo tra coppie di lingue/culture (ad esempio, lo studio del tedesco da parte di un italiano, per cui ci sono due culture che vengono poste in contatto), esso diviene realmente centrale, forse più del problema strettamente linguistico, in una situazione in cui si usa una lingua franca, ad esempio l’inglese nel mondo globalizzato: le combinazioni di lingue/culture sono spesso incalcolabili, quindi ciò che il glottodidatta può mirare è “da un canto, la crescita della consapevolezza metacognitiva sui processi mentali e psicologici sottostanti all’interazione comunicativa in contesti interculturali, dall’altro, l’acquisizione di strategie di contenimento dei potenziali equivoci” (p. 292).

fabiocaon@inwind.it
Università di Venezia

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