“Educazione linguistica e valutazione della competenza linguistico-comunicativa: al di là delle mode”
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L’autrice è una delle massime esperte italiane – e non solo – del tema dichiarato nel titolo del saggio. Questo scritto, però, non parla soltanto di valutazione e certificazione, ma anche di un problema poco evidente, almeno prima di leggere il saggio di M. Barni: il peso e le conseguenze delle “mode” in glottodidattica.
Lo spunto per la riflessione è dato dalla considerazione che le opere didattiche di Katerinov (personalità cui sono dedicati i saggi di questo festschrift; cfr. la scheda apposita) non si sono mai piegate alle mode, anche quando era facile l’accusa di essere troppo legate a metodologie innovative negli anni Sessanta ma divenute poi “tradizionali”, superate. La riflessione sulla ciclicità delle “mode” glottodidattiche porta l’A. a scrivere alcune pagine di riflessione sulla natura della glottodidattica, vista qui sotto l’angolatura della “linguistica educativa” di scuola demauriana – in una sorta di “dialogo” pluriprospettico con il saggio di Balboni presente nello stesso volume (cfr. scheda). La seconda parte del saggio riguarda alcune delle “mode” nella didattica delle lingue oggi, a cominciare dal Quadro europeo e dall’idea di valutazione e di certificazione che esso propone: anziché presentare tali linee, che l’A. dà per note ai lettori di un volume di questa natura, l’attenzione si focalizza sulla dimensione etica della valutazione e della certificazione, offrendo una prospettiva di alto interesse per la riflessione degli studiosi di glottodidattica – prospettiva che potrebbe proficuamente essere applicata a tutti i processi principali dell’educazione linguistica. Lo stile del saggio è tale da non consentire una lettura scorrevole, cosa d’altra parte difficile anche per la profondità e la complessità dei due principali temi trattati