“Aspetti Interculturali dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano LS nelle università straniere”
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Il raggiungimento di una reale competenza comunicativa da parte dello studente di lingua avviene con l’acquisizione di un insieme di linguaggi verbali e non verbali — le abilità paralinguistiche, sociolinguistiche o extralinguistiche— che completano la padronanza linguistica e gli consentono di veicolare i contenuti al contesto culturale. Solo un’educazione culturale, sostiene l’autrice dell’intervento E. Pavan, che integri aspetti linguistici con extralinguistici e consideri le norme e comportamenti, i valori intrinsici — con le molte ‘variazioni’ culturali regionali che l’Italia congloba — e le dimensioni che compongono la cultura, quali ad esempio il concetto ed uso del tempo e spazio, relazioni o rapporto con l’autorità, può permettere allo studente di realizzare l’obiettivo di ‘saper fare lingua; saper fare con la lingua e sapere la lingua’—come presentato nel Quadro di Riferimento Europeo (2001) e ulteriormente articolato in Balboni (2002). Il lettore di italiano lingua straniera avrà il compito di pianificare ed implementare una serie di attività organizzate secondo modelli o argomenti, volte ad aiutare lo studente ad acquisire competenze sia comunicative che culturali per consentirgli di interagire, rispettare, ‘comprendere,’ accettare con curiosità gli italiani. L’approccio comunicativo umanistico affettivo enfatizzando il ruolo centrale dello studente e la straordinaria importanza della cultura, l’uso di materiali autentici, le strategie più inclusive, la riflessione metodica sui propri percorsi educativi e conoscenze, permette meglio di qualsiasi altro di creare le condizioni ideali per l’apprendimento. Compito del bravo comunicatore interculturale o auspicabilmente di ogni lettore sarà quindi di aiutare lo studente a negoziare o relazionare modelli culturali, significati e prospettive della cultura italiana alla luce di quelli della loro propria cultura per arrivare al traguardo del relativismo culturale, alla capacità di decentrarsi (Bryam 1997) e stabilire una sfera di interculturalità (Kramsch, 1993).
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