¡°Interlingua: studio di un caso¡±
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Nel presente articolo Paola Giunchi si concentra sull¡¯analisi del sistema linguistico idiosincratico di un giovane adulto afgano giunto da pochi anni a Roma. Khudai, ragazzo analfabeta, ha alle spalle una biografia di apprendimento simile a quella di molti altri migranti suoi coetanei provenienti da contesti sociali caratterizzati dalla compresenza di plurilinguismo e analfabetismo - basti pensare alle ¡°babele¡± del Continente Africano, del Caucaso o dei vicini Balcani. Di lingua madre uzbeca, Khudai ha imparato il dar¨© (idioma persiano, lingua ufficiale-ponte tra diverse comunit¨¤ linguistiche afgane) e si ritrova a ripetere un¡¯esperienza per certi versi simile di apprendimento spontaneo con il dialetto della citt¨¤ italiana di accoglienza. Il soggetto di questo studio dimostra padronanza di molti elementi comunicativi chiave del ¡°romanaccio¡± (lingua materna dei suoi interlocutori italiani), che ben emerge nelle sue strutture prosodiche e retoriche da questa conversazione di 65 minuti. La situazione interlinguistica di Nadir non ¨¨ dissimile da quella di molti altri adulti, specialmente di prima generazione, presenti nel nostro Paese. Tale condizione, in senso pi¨´ generale, riflette le dinamiche a cui sono sottoposte le lingue ufficiali e i dialetti dell¡¯Europa per effetto del contatto con le ¡°nuove minoranze¡± alloglotte, in spazi comunicativi nazionali che appaiono destinati a una crescente complessit¨¤ e multiglossia. L¡¯autrice propone un¡¯analisi chiara delle strategie interlinguistiche del giovane, come l¡¯uso delle marche temporali, degli avverbi di tempo, che lo mostrano in equilibrio tra capacit¨¤ mimetica ed efficace economia. Le interessanti considerazioni sul Total Physical Response di Asher e l¡¯Approccio Naturale di Terrel e Krashen, utile spunto di riflessione e trait d¡¯union con il contesto verosimile di una classe di adulti immigrati, avrebbero forse meritato un maggiore spazio di approfondimento. L¡¯intervista, inoltre, ¨¨ un¡¯utile testimonianza di fenomeni come lo shock culturale e la fase del silenzio, descrivendo dal punto di vista interiore il percorso di integrazione. Analisi linguistiche e biografiche di questo tipo richiamano la necessit¨¤ di una maggiore sinergia con la ricerca glottodidattica e studi di tipo etnografico basati sull¡¯osservazione partecipante, alla luce del bisogno reale di sperimentare e sviluppare strumenti per l¡¯insegnamento della L2 a studenti non alfabetizzati.
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