Maria Grazia Menegaldo
Una delle esigenze formative degli studenti stranieri che studiano in un Paese diverso dal loro si identifica con sviluppo della capacità di servirsi della lingua nella sua dimensione cognitiva, per potersi istruire ed aspirare ad attività lavorative più qualificate.
La “lingua per lo studio”consiste in quello strumento, rappresentato dai linguaggi disciplinari, che consente di attivare le abilità cognitive, di sviluppare lati specifici della competenza comunicativa (il saper conversare in merito ad un argomento di studio) e di acquisire concetti e conoscenze che determinano un riassetto dell’enciclopedia dello stesso soggetto apprendente. Essa ha fa riferimento a concetti che sono per lo più astratti e si realizza per mezzo di una variante alta e strutturalmente articolata del codice in uso; inoltre richiede la messa in campo di tutte le abilità linguistiche, sia primarie che integrate, e il ricorso ad universali cognitivi quali le capacità di analisi, classificazione, correlazione, discriminazione, ordinamento, seriazione e sintesi. Studiare in L2 è quindi un compito difficile da eseguire, specialmente quando i soggetti che vi sono impegnati sono giovani di età, possiedono un’esperienza ed un’enciclopedia del mondo limitata e sono psicologicamente ancorati al “qui ed ora”.
La lettura e la comprensione del testo scritto rappresentano uno degli ambiti di maggiore sforzo per chi studia in lingua non materna, dato che richiedono il possesso di una buona enciclopedia personale, la capacità di mediare tra il messaggio intenzionale dell’autore e quello effettivamente compreso dal lettore (relatività del processo di comprensione) e quella di tornare e ritornare al testo per comprenderlo progressivamente sempre più a fondo (scalarità del processo di comprensione).
I docenti possono farsi mediatori e tramite tra la complessità della lingua, la specificità dei contenuti e gli allievi, ricorrendo a tecniche di facilitazione quali, ad esempio, la semplificazione, la contestualizzazione, la personalizzazione, l’uso diffuso della ridondanza, al ricorso alla pluralità dei canali sensoriali…
La semplificazione di un testo già esistente o la costruzione ex novo di un brano appositamente pensato hanno punti in comune, ma anche punti di differenza. Tra i primi è sicuramente la comunanza di intenti ( permettere l’accesso ad argomenti di studio già di per sé complessi) e la struttura formale, che viene ottenuta seguendo le stesse regole lessicali, sintattiche , di organizzazione del contenuto e di veste tipografica. La differenza, invece, consiste nella capacità di conservare integralmente la qualità del messaggio da veicolare. La semplificazione di un brano disciplinare ha il limite di non garantire completamente tale conservazione, in quanto, passando da un livello all’altro del codice verbale non sempre si riesce ad essere adeguatamente efficaci nell’esporre il contenuto di partenza. L’alternativa più efficace è quella di seguire la via della creazione di testi ex novo, pensati appositamente per trattare in forma semplice ma esaustiva lo stesso argomento della fonte settoriale; lo scopo è quello di creare materiali comprensibili ad un grande numero di lettori, indipendentemente dalla loro età, dalle conoscenze pregresse e dalla competenza linguistica, con risultati sicuramente più produttivi rispetto all’altra linea di intervento.
La tabella che qui di seguito si propone vuole essere un facile strumento di consultazione per chiunque si trovi a dover
- costruire ex novo testi semplificati di argomento disciplinare;
- semplificare testi disciplinari già esistenti.
Essa contiene, classificati secondo le categorie LESSICO, SINTASSI, ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI, ASPETTI GRAFICI , i più comuni criteri per la stesura di testi a scrittura controllata.
LESSICO |
SINTASSI |
ORGANIZZAZIONE DELLE INFORMAZIONI |
ASPETTI GRAFICI |
Uso parole a) comuni b) brevi c) concrete d) precise, diret- te e) italiane
Evitare a) forme figurate e b) espressioni idiomatiche non di uso comune
Sostituire le nominalizzazioni con i corrispondenti verbi primitivi
Introdurre gradualmente le parole nuove (una per paragrafo)
Spiegare le parole nuove attraverso nozioni e termini già familiari {C} a) {C} inserendo la spiegazione nel testo = quando la spiegazione è breve e non interrompe il flusso informativo della frase b) creando uno spazio apposito – nota a piè di pagina, riquadro a margine- se la spiega- zione è più lunga. c) spiegando il termine anche con esempi concreti e vicini all’esperienza dello studente
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Frasi a) brevi b) a struttura S.V.O. c) massimo di 20 – 25 parole ( testi ad altissima leggibilità = 10-15 parole)
Prevalenza di coordinazione Subordinazione solo con {C} a) {C} causali {C} b) {C} finali {C} c) {C} temporali e senza interrompere le principali
Forma {C} a) {C} attiva {C} b) {C} personale {C} c) {C} affermativa
Uso di verbi ai modi finiti, con predominanza del modo indicativo
Preferenza per tempi {C} a) {C} presente (il più usato; se usato nei brani storici, indicare chiaramente le coordinate temporali) {C} b) {C} passato prossimo {C} c) {C} futuro
Non usare: forme impersonali, frasi negative, forme passive |
Attenzione alla coesione con legami evidenti: {C} a) {C} ridondanza {C} b) {C} forme piene {C} c) {C} non uso dei pronomi {C} d) {C} omissione costruzioni ellittiche (con sogg. o verbo sottointeso) Segnalare i cambi di argomento con uso sistematico del punto e a capo
Esplicitare i passaggi di argomento
Attenzione ai connettivi testuali
Organizzazione dei contenuti atta a favorire la loro elaborazione cognitiva : a) dare alle idee un ordine uni-direzionale: ciascuna idea conduce a quella seguente b) organizzare le idee in maniera gerarchica c) fornire le informazioni di sfondo (prerequisiti)
Inserire titoli e sottotitoli per orientare il lettore
Abbondare con le informazioni
Uso della punteggiatura senza appesantire il testo; frequenza punto fermo |
Termini nuovi evidenziati graficamente
Attenzione alla dimensione del corpo tipografico e alla scelta dei caratteri ( evitare ricorso continuo a grassetto, sottolineato, corsivo)
Attenzione alle caratteristiche del progetto grafico (uso degli spazi con la distribuzione del testo, uso spazi bianchi)
Non esagerare con l’uso del colore o con l’abbondanza di immagini: distolgono l’attenzione del lettore dal testo
Cura nella selezione delle immagini e dei disegni: debbono essere assolutamente chiarificatrici dei concetti espressi.
Ricorso ad artifici grafici (schemi, tabelle, grafici…) che consentono di fissare anche visivamente le informazioni con essi messe in evidenza.
Organizzazione grafica del testo in {C} a) {C} capitoli {C} b) {C} paragrafi {C} c) {C} sottoparagrafi
Uso dell’ ”a capo rientrato”
Uso di interlinea bianca tra una sezione e l’altra del testo |