Aprile 2006  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
Teodoro Álvarez Didáctica del texto en la formación del profesorado di Paolo Torresan


AUTORE: Teodoro Álvarez
TITOLO: Didáctica del texto en la formación del profesorado
CITTÀ: Madrid
EDITORE: Sintesis
ANNO: 2005

 

Se nella specie Homo Sapiens Loquens è evidente l’esistenza di un istinto a parlare, tale per cui persone con gravi deficienze cognitive possono comunque comunicare a parole con i propri simili (cf. sindrome di Williams), lo stesso non si può dire per lettura e scrittura. A fronte di una intelligenza tanto distribuita, quale quella linguistica nella forma dell’oralità, grandi fette della popolazione mondiale sono ancora analfabete. Leggere e scrivere infatti non sono universali cognitivi, non c’è un meccanismo naturale di acquisizione del linguaggio scritto. La scrittura è un fenomeno più recente (8000 anni fa a fronte dei 150000 che ci vedono capaci di parola), che qualsiasi persona che viene al mondo apprende per via di una istruzione formale.

Il saggio di Álvarez parte da questa premessa: scrivere è complesso, è un’astrazione di secondo grado, direbbe Vygotski. Compito dell’insegnante, da quello di lingua e letteratura (materna e straniera) a quello delle materie tecniche, è quello di far in modo che gli studenti si misurino con la complessità dei processi cognitivi che sottostanno alla comprensione e alla produzione di un testo scritto. Scrivere ha a che fare con processi di organizzazione e pianificazione, di revisione continua (la quale, appunto, non si dà solo alla fine, ma in un “durante” che prevede la stesura di testi intermedi o borradores… e c’è appunto da abituare gli studenti a confrontarsi con la necessità di una continua revisione, facendo immagine loro di essere detective o, meglio ancora, dei medici alla ricerca del minimo sintomo), di conoscenze pregresse, di motivazione e inferenza (come poter chiedere agli studenti di scrivere tanto per scrivere, senza far in modo che abbiano a mente un destinatario reale?), di memoria a breve e a lungo termine. Álvarez illustra tale complessità, fondendo decenni di riflessione maturata in ambito cognitivista.

In più, e questo è quanto più interessa ai docenti, il lavoro presenta una serie di interrogativi e di stimoli affinché chi insegna renda “commestibili”, se non addirittura “appetibili”, compiti di scrittura di testi argomentativi, descrittivi, espositivi (o informativi), oltre insomma alle esercitazioni nel genere più noto, che è quello narrativo.

Scrive Álvarez, da noi tradotto: “Conviene precisare che il linguaggio è uno, e che la intenzione e la situazione ne richiedono un uso particolare. In determinati casi, i più frequenti, quelli delle interazioni sociali, saranno richiesti usi orali colloquiali e spontanei; in altri, nella esposizione delle informazioni, saranno il rigore e la concisione le caratteristiche che principalmente presiedono all’autoregolazione dell’uso del linguaggio; e in altre circostanze ancora, meno frequenti, quando si intende esprimere bellezza mediante le parole, si adotta un linguaggio letterario, dove l’estetica e il gioco verbale dominano le intenzioni dell’emittente” (129).

Tra le proposte applicative, troviamo particolarmente brillante quella propedeutica alla scrittura di un testo descrittivo (la descrizione non viene difatti così spontanea ai più, dato che impone una certa osservazione), e la citiamo di seguito, con lievi riduzioni e adattamenti (suggeriamo, tra l’altro, che potrebbe essere proficuamente trasformata in una griglia con caselle da spuntare)

Questionario per favorire l’osservazione e iniziare la descrizione del ritratto fisico di una persona (120-121)

  1. Di che tipo di persona si tratta? (bambino, giovane, adulto, anziano…)
  2. Qual è il suo aspetto fisico? (grasso, magro, atletico, gobbo,…)
  3. Qual è la sua statura? (è alto, basso, di media altezza…)
  4. Di che colore ha i capelli? (biondi, mori, neri, rossi, bianchi, …)
  5. Come sono i capelli? (lunghi, corti, mossi, è calvo….)
  6. Di che forma ha il viso? (allargata, rotonda, ovale…)
  7. Di che colore è il viso? (abbronzato, è pallido, con lentiggini…)
  8. Come ha la fronte? (liscia, rugosa, ampia,…)
  9. Di che colore sono gli occhi? (grandi, piccoli, rotondi, espressivi, ammiccanti,…)
  10. Come sono le sopracciglia? (fini, spesse, lunghe, corte,…)
  11. Com’è il naso? (a patata, aquilino, all’insù, grande, piccolo,…)
  12. Com’è la bocca? (grande, piccola, sdentata…)
  13. Le labbra? (grosse, sottili, carnose,…)
  14. Come sono i denti? (grandi, piccoli, sporgenti, affilati,...)
  15. Quali altri elementi osservi nel viso? (fossetta nel mento, nelle guance, cicatrici, nei…)
  16. Come sono le orecchie? (grandi, piccole, a sventola,…)
  17. Come sono le braccia? (lunghe, corte, flaccide, muscolose,…)
  18. Come sono le mani? (ossute, morbide, pelose, pulite,…)
  19. E le gambe? (lunghe, corte, magre, robuste,…)
  20. E i piedi? (lunghi, corti, ossuti, larghi, piatti,…)
  21. Che tipo di vestiti porta? (puliti, ben curati, alla moda, fuori moda, sporchi, puzzolenti,..)
  22. Di che cosa sono fatti? (di cotone, di lino, di lana, di pelle,…)
  23. Di che colore sono? (colori vivaci, colori tenui, con dei disegni, a tinta unita, a righe, a quadri,…)
  24. Qual è la taglia dei vestiti? (grande, piccola, media,…)
  25. Come gli stanno i vestiti? (giusti, larghi, stretti,…)
  26. Cos’altro indossa? (collane, braccialetti, cintura, orologio, orecchini, anelli,…)

Nel complesso l’opera pare ben riassumere le istanze principali della didattica della scrittura contemporanea, sottolineando, in particolare, la stretta relazione tra linguaggio e sviluppo cognitivo e chiarendo il legame complesso tre oralità e scrittura. 

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