Novembre 2007  Supplemento alla rivista EL.LE - ISSN: 2280-6792
Direttore Responsabile: Paolo E. Balboni
AAVV, Prima o poi… e altre storie di Paolo Torresan

AUTORE: AA.VV.
TITOLO: Prima o poi… e altre storie
CITTÀ: Milano
EDITORE: Arti Grafiche Stefano Pinelli
ANNO: 2006

 

Pierpaolo Roverio è l’autore della (bellissima) storia Prima o poi, che ha per protagonista Isabel, una ragazza colombiana che presta lavoro come badante in una famiglia milanese.
Ma ci sono altre storie di migranti, raccontate attraverso i fumetti e documentate in questa interessante raccolta. Il lavoro complessivo ha coinvolto più associazioni e centri di ricerca [Punto Sud (Milano); El Sur (Napoli), Centre d’Estudis Africains (Barcelona); TED (Copenaghen); Aid 24 (Budapest)], durante la realizzazione di un progetto europeo: Diffusione dei contributi positivi dell’immigrazione alla società europea: storie di vita a fumetti degli immigrati in Italia, Spagna, Ungheria e Danimarca come strumento di sensibilizzazione informazione (progetto JLS/2004/INTI137).
Il linguaggio dei fumetti si presta a illustrare, con l’immediatezza che lo contraddistingue, storie diverse, maturate in contesti diversi.
L’attenzione dei curatori si può dire duplice. Da un lato, hanno inteso catturare il lettore più giovane e comunque meno disposto a documentarsi con i mezzi tradizionali con cui si forma l’opinione pubblica (libri, riviste, quotidiani, televisione). Dall’altro, hanno voluto restituire la voce al migrante. È come se dicessero, cioè: che sia questi parli di sé, della propria percezione, del proprio vissuto emotivo, che si riduca, proporzionalmente, la  posizione ‘vicaria’, in virtù della quale sono spesso gli autotocni a dire come vivono i migranti (l’esperto di storia delle religioni piuttosto che lo studioso di scienze sociali o il politico).
La raccolta lascia trapelare un approccio intercultuale ‘minimo’, si potrebbe dire, che punta al ribasso: la singola storia, il singolo caso, ai limiti dell’aneddotico.
E tuttavia, pur se minimo, è quanto basta per permettere e diffondere un rispetto per l’altro, in luogo di affermare valori ‘massimi’ (come dialogo o integrazione), che rischiano, nella loro astrattezza, di essere vuoti.
L’altro viene, cioè, fatto parlare, racconta il suo essere in Europa, la sua fatica di comunicare. Il lettore ascolta, o meglio, visto che si tratta di tavole illustrate, vede, guarda.
È curioso notare, a proposito, che la parola rispetto rimanda a una etimologia, per così dire, ‘minima’. Deriva dal latino respicere. Significa: guardare

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