Bollettino Itals Novembre 2016
Nella seconda edizione del convegno PostMaster ITALS dal titolo “DIRE. FARE. INSEGNARE” svoltosi dal 29 al 31 agosto 2016 a Venezia sono state affrontate alcune tematiche attuali correlate alla situazione normativa e metodologica dell’insegnamento dell’italiano sia come lingua seconda (L2) che come lingua straniera (LS).
Gli Atti del convegno, raccolti in questo numero (XIV, 66, novembre 2016) del Bollettino ITALS, rappresentano per il lettore un appuntamento significativo poiché i vari contributi mettono l’accento sui più recenti modelli di aggiornamento per gli insegnanti, delineando gli sviluppi di possibili percorsi abilitanti o analizzando questioni di carattere metodologico nei vari contesti di insegnamento.
Nello specifico, gli Atti del convegno offrono una panoramica delle posizioni espresse sia a livello politico, attraverso la legge 107/2015 che ha istituito il primo concorso per docenti di italiano ad allofoni, che a livello operativo, attraverso esempi di formazione degli insegnanti nei singoli paesi e delle metodologie utilizzate per lo sviluppo della competenza comunicativa degli allievi.
I vari interventi sono stati organizzati tematicamente.
Il primo gruppo di contributi riguarda la necessità di far procedere in modo parallelo l’ingresso in classe degli insegnanti neoassunti con la formazione delle competenze professionali, nell’ottica di aumentare la qualità percepita ed erogata del processo di insegnamento. È, in tal senso, fondamentale far riconoscere ai docenti il valore di riaggiornarsi e dare forma e rilevanza educativa al proprio lavoro mediante la metodologia del la ricerca-azione.
A questo ambito si riferiscono le analisi di Giuseppe Maugeri (Venezia), Paola Celentin (Verona) e Maria De Luchi (Venezia). Realizzati con un linguaggio essenziale e incisivo, aperti a una epistemologia interazionista e costruttivista della formazione glottodidattica e dell’apprendimento delle lingue, i contributi esaminano la complessità dell’essere e del fare l’insegnante, identificando percorsi attraverso cui consolidare schemi di azioni e scelte strategiche. A questi saggi si aggiunge il serrato confronto condotto da Dorella Giardini (Bergamo, Brescia) fra il profilo professionale dei docenti di italiano L2 delineato dalla legge 107/2015 e l’effettivo percorso formativo di 130 insegnanti che hanno risposto a un sondaggio anonimo.
Nel secondo blocco il filo conduttore è il binomio acquisizione della lingua e comprensione della cultura.
Sulla scia della comunicazione interculturale si collocano gli interventi di Pierre Ngueffo (Dschang, Camerun) e di Maria Yashina (Mosca, Russia). Il contributo di Livia Novi (Osnabruck, Germania), in aggiunta, nell’analisi di tipo diacronico dei manuali per l’insegnamento ad adulti germanofoni che lo caratterizza, si pone l’obiettivo di comprendere se questi stessi strumenti declinano la disciplina linguistica verso l’obiettivo della competenza interculturale o se, al contrario, propongono i soliti cliché collegati ad una visione superficiale dello stile di vita italiano. A questo blocco appartiene anche l’articolo di Veronica Rossi (Siena) che riflette sul legame fra cultura degli studenti e metodologia adottata, portando esempi tratti da un corso rivolto a studenti cinesi impostato sulla metodologia del task-based approach.
Il terzo focus degli interventi (il più corposo) propone in chiave didattica esperienze di insegnamento, evidenziando come la progettazione didattica si delinei in funzione delle diverse capacità di astrazione e di memorizzazione degli studenti.
Nel saggio di Maria Fiano (Venezia) vengono esaminati alcuni aspetti di un percorso di alfabetizzazione per studenti stranieri neo-arrivati. Silvia Scolaro e Matilde Tomasi (Schio, Vicenza) propongono l’analisi di uno studio di caso relativo al un corso di italiano L2 i cui allievi, titolari o richiedenti protezione internazionale, posseggono scolarizzazione pregressa. L’obiettivo dell’indagine è rilevare la motivazione di accesso alla certificazione CILS di livello A2 e i fattori che influiscono sul superamento dell’esame. Natalia Blinova (Ferrara), Caterina Borgi (Toulouse, Francia) ed Eleonora Matten (Venezia) forniscono interessanti suggerimenti per la didattizzazione di videoclip ai fini di uno sviluppo della produzione orale. Descrizione ed esemplificazioni si alternano nello studio di Jaime Magos Guerrero (Querétaro, Messico), dedicato alla didattica della pronuncia rivolta a studenti messicani. La riflessione promossa da Michele Feliziani (Lodz, Polonia) promuove, invece, la traduzione come tecnica da impiegare in classe poiché mira alla comprensione delle differenze piuttosto che a una rigida applicazione dei meccanismi morfosintattici della lingua. Infine, lo studio di Alessandra Pagan (Martellago, Venezia) suggerisce un percorso centrato sull’esperienza motoria, grazie alla danza di tradizione popolare.
Il quarto blocco tematico ha per oggetto la didattica rivolta a studenti con disabilità e disturbi del linguaggio.
In questa direzione si collocano gli studi di Jenny Cappellin (Castelfranco Veneto, Treviso) e di Maria Grazia Menegaldo (Tarquinia, Viterbo). In essi viene presentato il contesto normativo italiano relativo a studenti con bisogni educativi speciali (BES) e con handicap. Successivamente vengono presentate proposte personalizzate allo scopo di fornire agli studenti in questione un sostegno nell’apprendimento e favorire soluzioni per un loro coinvolgimento e una loro inclusione nella classe.
A conclusione, il merito maggiore dei contributi offerti dagli Atti consiste nel tener presente le diverse specificità della glottodidattica. Nel fare questo, gli autori si sono dotati di un impianto multidisciplinare per la ricerca e per l’analisi di ogni studio di caso proposto.
Il curatore, Graziano Serragiotto, augura ai lettori una proficua lettura
Per un accesso diretto, si copia-incolli la seguente URL:
http://www.itals.it/editoriale/bollettino-itals-Novembre-2016